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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11252010-103729


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LUPORINI, MARCO
URN
etd-11252010-103729
Titolo
Il globulo polare per la Diagnosi Genetica Preimpianto.Validita' e limiti di una tecnica non invasiva
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
relatore Dott. Simi, Paolo
Parole chiave
  • PGD
  • PCGD
  • globulo polare
  • I.C.S.I
  • minisequenziamento
  • PCR
Data inizio appello
13/12/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Diagnosi Genetica Preimpianto (DGP) è una tecnica di diagnostica prenatale per lo studio delle alterazioni cromosomiche e/o genetiche nell’embrione prima del suo trasferimento in utero materno.
Questa tecnica, dal momento che viene eseguita sull'embrione ancora prima che s'instauri una gravidanza clinica, risulta essere l’analisi più precoce di qualsiasi diagnosi prenatale attualmente effettuabile (amniocentesi, villocentesi).
Gli obiettivi della DGP sono quelli di verificare che l’embrione non possieda anomalie cromosomiche e/o che non sia affetto da una determinata patologia genetica (recessiva, dominante o X-linked) presente nei genitori.
Le prime applicazioni cliniche della DGP sono avvenute in Inghilterra, alla fine degli anni 80, in pazienti portatrici di malattie genetiche legate al cromosoma X. La determinazione del sesso degli embrioni di questi pazienti consentì il trasferimento selettivo di quelli femminili (sani e/o portatori sani) allo scopo di evitare l'impianto di un embrione di sesso maschile, il cui rischio di malattia corrispondeva al 50%.
Questa tecnica viene effettuata prelevando una o due cellule (blastomeri) dall'embrione ottenuto in vitro o prelevando i globuli polari dall’ovocita in fase di maturazione per poterne analizzare il materiale genetico. Infatti, durante l’ovogenesi, al momento della prima divisione meiotica, si genera una cellula figlia e un primo globulo polare di scarto, e alla seconda divisione viene rilasciato il secondo globulo polare.
Il primo globulo polare contiene un assetto genetico che e’ speculare a quello presente nell’ovocita stesso. L’analisi di questa piccola cellula, che non ha alcun ruolo biologico e degenera dopo alcune ore, fornisce importanti informazioni sullo status genetico dell’ovocita e può essere considerata un’alternativa alla biopsia degli embrioni, effettuata per una diagnosi genetica preimpianto.
Questa tecnica trova la sua applicazione in tutte le coppie che sono a rischio di trasmettere al proprio figlio una determinata malattia genetica dominante o X-linked e risulta particolarmente utile per prevenire quelle a trasmissione patrilineare o recessive nel caso in cui anche il padre sia portatore dell’allele malato.
La diagnosi genetica preimpianto in tutti i casi di malattia monogenica (Malattia causata dalla mutazione di un singolo gene) viene effettuata mediante un metodo di analisi molecolare (PCR, reazione a catena della polimerasi) che consente di analizzare sequenze specifiche di DNA delle cellule prelevate, per individuare, in tempi ragionevolmente brevi, gli embrioni che hanno ereditato la mutazione genica dalla coppia e/o del singolo partner eterozigote.
La tesi si pone come obiettivo di sviluppare un protocollo di Diagnosi Genetica Pre-Concepimento attraverso indagini su globuli polari, in modo tale da ottenere una valida alternativa alla diagnosi preimpianto su blastomeri, evitando così le problematiche etico/religiose che quest’ultima ha da sempre sollevato. Questa indagine quindi è applicabile anche nell’ipotesi in cui venisse ripristinato in Italia il divieto di analisi su blastomeri.
La diagnosi genetica su globuli polari non risulta essere esente da limiti, infatti, non è possibile individuare la formazione di eventuali mosaicismi (cellule provenienti dallo stesso embrione che possono presentare un differente cariotipo) e la presenza di malattie geniche a trasmissione patrilineare, tranne nei casi in cui la malattia sia a trasmissione autosomica recessiva.
Risulta quindi di fondamentale importanza per un laboratorio di riferimento per la diagnosi prenatale, mettere a punto un protocollo per l’attivazione di questo tipo di indagine, attualmente condotta solo in pochi centri di natura privata e a costi importanti. Questa metodica ha altresì un impatto decisivo e innovativo per la diagnosi prenatale per evitare il ricorso all’aborto terapeutico, spesso devastante dal punto di vista psicologico e non sempre accettato e considerato dal punto di vista delle proprie convinzioni personali come l’opzione migliore per rifiutare una gravidanza.
Per mettere appunto una metodica che consentisse di poter effettuare la Diagnosi Genetica Pre-Concepimento nel laboratorio in cui ho lavorato si è cercato di riprodurre e perfezionare un protocollo di minisequenziamento presente in un articolo di F. Fiorentino et al del 2003, concentrandosi sulla mutazione maggiormente diffusa in Italia e in Europa responsabile della fibrosi cistica, la ΔF508 del gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator).
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