Tesi etd-11232010-201719 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CORSINI, CECILIA
URN
etd-11232010-201719
Titolo
Esposizione al rumore da traffico urbano ed infarto miocardico acuto in Pisa
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE PER L'AMBIENTE ED IL TERRITORIO
Relatori
relatore Dott.ssa Vigotti, Maria Angela
Parole chiave
- cuore
- infarto miocardico acuto
- Rumore
- salute
Data inizio appello
10/12/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
10/12/2050
Riassunto
L'inquinamento da rumore nell'ambiente urbano ha raggiunto livelli e diffusione tali da costituire una minaccia concreta per la salute dell'uomo. Gli eventi rumorosi incontrollati possono compromettere anche le attività più semplici e influenzare la salute.
Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi studi per valutare se il rumore può influenzare l'incidenza di varie patologie, tra cui le malattie cardiovascolari, la stanchezza, lo stress e in generale l'annoyance.
In questa tesi si è valutata l'associazione tra l'esposizione al rumore da traffico urbano, giornaliero e notturno, e l'insorgenza di casi di infarto, nella città di Pisa, per gli anni 2002-2006 attraverso l'uso di archivi elettronici validati, grazie alla partecipazione di diversi enti quali:
il Dipartimento di Biologia dell'Università Di Pisa;
l'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche;
l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana;
l'Azienda Sanitaria Locale di Pisa;
il Servizio Informativo Territoriale;
il Servizio Demografico del Comune Di Pisa.
Ciò è stato possibile grazie alla presenza di un archivio elettronico integrato, creato in occasione di precedenti studi nazionali (che hanno preso in esame la città di Pisa) e realizzato con una procedura di linkage tra gli archivi sanitari e anagrafici.
Tale archivio è stato usato per l'identificazione dei nuovi casi di ima in base ad un algoritmo definito in uno studio nazionale applicato a 10 città italiane, tra cui Pisa, che ha fatto uso dei dati sui ricoveri ospedalieri e sulla mortalità.
Inoltre, grazie alla presenza della mappa acustica elaborata dall'ARPAT per il comune di Pisa (primo comune d'Italia ad aver effettuato nel 2007 la mappatura), è stato possibile determinare l'esposizione al rumore dei residenti.
Nella prima parte dell'elaborato vengono dati i concetti nozionistici di base sui principali estimatori epidemiologici, sulle grandezze acustiche (anche attraverso la normativa corrente) e sulla parte medica relativa la struttura del cuore e l'infarto miocardico acuto. In seguito è stata affrontata una revisione della letteratura scientifica disponibile dei vari tipi di studi epidemiologici, nazionali ed internazionali, che hanno identificato il rumore come un fattore influente sull'incidenza di patologie importanti.
Il lavoro svolto ha puntato alla valutazione del rischio relativo all'insorgenza di infarto miocardico acuto (IMA) negli uomini e nelle donne.
Grazie i tassi standardizzati con il metodo diretto (TSD), usando come riferimento la popolazione residente per sesso esposta al livello più basso di rumore, è stato possibile calcolare i ''comparative incidence figure'' (CIF) con limiti di confidenza al 95%, usati come stime dei rischi relativi.
Il gruppo di casi, estratti dall'archivio ottenuto, è composto da 483 uomini e 342 donne con un range d'età dai 30 anni agli over 85. Sono stati considerati come incidenti quei casi ricoverati o deceduti che, nei 5 anni precedenti, non avevano avuto alcun ricovero con diagnosi di dimissione principale o secondaria per infarto miocardico pregresso, mentre per il calcolo dei tassi specifici si è usata come popolazione esposta la popolazione residente negli stessi edifici e nello stesso anno in cui ci sono stati i casi IMA perché esposti al medesimo fattore di rischio di infarto. Ovviamente sono state considerate solo le fasce di età coincidenti con quelle degli IMA. Il numero dei residenti ricavato è di 8930 di cui 3887 uomini e 5043 donne.
I livelli di esposizione al rumore degli infartuati sono stati suddivisi in classi:
per Lden: <60 dB(A), 60-64 dB(A), 65-69 dB(A) e >70 dB(A)
per Lnight: <50 dB(A), 50-54 dB(A) e >55 dB(A)
In questo modo si è valutata attraverso delle descrittive la distribuzione, per esposizione sia giornaliera che notturna, per entrambi i sessi nelle due popolazioni (i casi e gli esposti) per fasce di età e I_Dep.
Nelle conclusioni sono stati anche considerati quei fattori che potrebbero aver inciso positivamente o negativamente sui risultati ottenuti, quali fattori confondenti già noti come cause di infarto e la sovrastima o sottostima dei livelli di rumore assegnati ai casi. Tali fattori verranno però analizzati in fasi successive dello studio o in altri studi.
I risultati ottenuti mostrano un maggior rischio relativo per gli uomini esposti durante la giornata a livelli di rumore superiori a 70 dB(A) rispetto agli uomini esposti a livelli minori di 60 dB(A).
Per le donne si osserva invece un andamento crescente del rischio all'aumentare dell'esposizione alla sorgente sonora fino a livelli di 70 dB(A) nel periodo giornaliero, mentre per livelli più alti di esposizione abbiamo una diminuzione del rischio.
Si sono ottenuti risultati simili per il periodo notturno, in cui però il rischio relativo massimo trovato per gli uomini è di 1.3 per valori di esposizione sonora maggiori di 55 dB(A).
Si ha quindi che, a parità di livello sonoro, il maggior rischio di occorrenza di IMA negli uomini è nel periodo notturno.
Questi risultati sottolineano ulteriormente l'importanza di ridurre i livelli di esposizione sonora, come suggerito dalle linea guida dell'OMS, anche in previsione di un eventuale risparmio economico, dato dalla riduzione del numero di infartuati, per la sanità pubblica.
Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi studi per valutare se il rumore può influenzare l'incidenza di varie patologie, tra cui le malattie cardiovascolari, la stanchezza, lo stress e in generale l'annoyance.
In questa tesi si è valutata l'associazione tra l'esposizione al rumore da traffico urbano, giornaliero e notturno, e l'insorgenza di casi di infarto, nella città di Pisa, per gli anni 2002-2006 attraverso l'uso di archivi elettronici validati, grazie alla partecipazione di diversi enti quali:
il Dipartimento di Biologia dell'Università Di Pisa;
l'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche;
l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana;
l'Azienda Sanitaria Locale di Pisa;
il Servizio Informativo Territoriale;
il Servizio Demografico del Comune Di Pisa.
Ciò è stato possibile grazie alla presenza di un archivio elettronico integrato, creato in occasione di precedenti studi nazionali (che hanno preso in esame la città di Pisa) e realizzato con una procedura di linkage tra gli archivi sanitari e anagrafici.
Tale archivio è stato usato per l'identificazione dei nuovi casi di ima in base ad un algoritmo definito in uno studio nazionale applicato a 10 città italiane, tra cui Pisa, che ha fatto uso dei dati sui ricoveri ospedalieri e sulla mortalità.
Inoltre, grazie alla presenza della mappa acustica elaborata dall'ARPAT per il comune di Pisa (primo comune d'Italia ad aver effettuato nel 2007 la mappatura), è stato possibile determinare l'esposizione al rumore dei residenti.
Nella prima parte dell'elaborato vengono dati i concetti nozionistici di base sui principali estimatori epidemiologici, sulle grandezze acustiche (anche attraverso la normativa corrente) e sulla parte medica relativa la struttura del cuore e l'infarto miocardico acuto. In seguito è stata affrontata una revisione della letteratura scientifica disponibile dei vari tipi di studi epidemiologici, nazionali ed internazionali, che hanno identificato il rumore come un fattore influente sull'incidenza di patologie importanti.
Il lavoro svolto ha puntato alla valutazione del rischio relativo all'insorgenza di infarto miocardico acuto (IMA) negli uomini e nelle donne.
Grazie i tassi standardizzati con il metodo diretto (TSD), usando come riferimento la popolazione residente per sesso esposta al livello più basso di rumore, è stato possibile calcolare i ''comparative incidence figure'' (CIF) con limiti di confidenza al 95%, usati come stime dei rischi relativi.
Il gruppo di casi, estratti dall'archivio ottenuto, è composto da 483 uomini e 342 donne con un range d'età dai 30 anni agli over 85. Sono stati considerati come incidenti quei casi ricoverati o deceduti che, nei 5 anni precedenti, non avevano avuto alcun ricovero con diagnosi di dimissione principale o secondaria per infarto miocardico pregresso, mentre per il calcolo dei tassi specifici si è usata come popolazione esposta la popolazione residente negli stessi edifici e nello stesso anno in cui ci sono stati i casi IMA perché esposti al medesimo fattore di rischio di infarto. Ovviamente sono state considerate solo le fasce di età coincidenti con quelle degli IMA. Il numero dei residenti ricavato è di 8930 di cui 3887 uomini e 5043 donne.
I livelli di esposizione al rumore degli infartuati sono stati suddivisi in classi:
per Lden: <60 dB(A), 60-64 dB(A), 65-69 dB(A) e >70 dB(A)
per Lnight: <50 dB(A), 50-54 dB(A) e >55 dB(A)
In questo modo si è valutata attraverso delle descrittive la distribuzione, per esposizione sia giornaliera che notturna, per entrambi i sessi nelle due popolazioni (i casi e gli esposti) per fasce di età e I_Dep.
Nelle conclusioni sono stati anche considerati quei fattori che potrebbero aver inciso positivamente o negativamente sui risultati ottenuti, quali fattori confondenti già noti come cause di infarto e la sovrastima o sottostima dei livelli di rumore assegnati ai casi. Tali fattori verranno però analizzati in fasi successive dello studio o in altri studi.
I risultati ottenuti mostrano un maggior rischio relativo per gli uomini esposti durante la giornata a livelli di rumore superiori a 70 dB(A) rispetto agli uomini esposti a livelli minori di 60 dB(A).
Per le donne si osserva invece un andamento crescente del rischio all'aumentare dell'esposizione alla sorgente sonora fino a livelli di 70 dB(A) nel periodo giornaliero, mentre per livelli più alti di esposizione abbiamo una diminuzione del rischio.
Si sono ottenuti risultati simili per il periodo notturno, in cui però il rischio relativo massimo trovato per gli uomini è di 1.3 per valori di esposizione sonora maggiori di 55 dB(A).
Si ha quindi che, a parità di livello sonoro, il maggior rischio di occorrenza di IMA negli uomini è nel periodo notturno.
Questi risultati sottolineano ulteriormente l'importanza di ridurre i livelli di esposizione sonora, come suggerito dalle linea guida dell'OMS, anche in previsione di un eventuale risparmio economico, dato dalla riduzione del numero di infartuati, per la sanità pubblica.
File
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Introduzione.pdf | 65.61 Kb |
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