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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11232010-164608


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
PRATO, GIULIA
URN
etd-11232010-164608
Titolo
CARATTERIZZAZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DELLO SCARTO NELLA PESCA A STRASCICO DEL MAR TIRRENO SETTENTRIONALE
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore De Ranieri, Stefano
correlatore Gambaccini, Silvia
controrelatore Castelli, Alberto
controrelatore Dott.ssa Vannini, Claudia
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
13/12/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nella pesca commerciale, la cattura non intenzionale di pesci ed invertebrati, e in minima parte di mammiferi marini, tartarughe e uccelli, è un problema che ha suscitato un crescente interesse scientifico negli ultimi decenni. Con il termine scarto si intendono tutti quegli organismi marini catturati durante l’azione di pesca e successivamente rigettati in mare; le specie che compongono lo scarto sono specie prive di valore economico perchè non edibili o perchè danneggiate durante l’attività di pesca e specie di interesse commerciale ma di taglia inferiore a quella minima legale, che quindi non possono essere sbarcate e vendute. La pesca incidentale costituisce un serio problema di conservazione non solo poiché popolazioni di specie a rischio sono minacciate e stock ittici già pesantemente sfruttati sono ulteriormente colpiti, ma anche per l’impatto ecologico sull’ecosistema marino. La rimozione di individui di molte specie dall’ecosistema,che vanno ad aumentare la biomassa scartata, può alterare la struttura delle comunità marine e la normale catena trofica. La rete a strascico, ampiamente utilizzata nel Mediterraneo, dove effettua una pesca di tipo multispecifico, è un attrezzo non selettivo che comporta i maggiori tassi di scarto a livello mondiale.
Il presente elaborato di tesi affronta il tema dello scarto con un approccio ecologico, al fine di fornire le basi per una valutazione dell’impatto della pesca a strascico sull’ecosistema marino. Oltre alla sua caratterizzazione quantitativa e qualitativa si ricercano eventuali differenze nella composizione specifica dello scarto secondo gradienti come quello batimetrico ed eventuali variazioni stagionali ed annuali, al fine di discriminare le diverse comunità demersali oggetto di pesca incidentale.
I dati di scarto utilizzati sono stati raccolti durante osservazioni e campionamenti effettuati a bordo di pescherecci a strascico della marineria di Porto Santo Stefano e Castiglion della Pescaia negli anni 2003 e 2006-2009 e si riferiscono a 115 cale tra i 50 e i 580 metri di profondità. In queste 115 cale, 230 specie sono state scartate, di cui 91 solo di osteitti, 50 di crostacei, 21 di cefalopodi, 9 di condroitti e le restanti di invertebrati inferiori. Le specie scartate nei quantitativi maggiori sono Trachurus trachurus e merluccius merluccius tra gli osteitti, il condroitta Galeus melastum, i gamberetti del genere Plesionika e Solenocera membranacea per i crostacei e Alloteuthis spp e Illex coindetii tra i cefalopodi. Per quanto riguarda le biocenosi sono stati rilevati nello scarto grandi quantitativi del crinoide Leptometra phalangium. I dati di biomassa (kg/h) e di densità (numero di esemplari /h ) per ciascuna specie sono stati analizzati con metodi statistici multivariati utilizzando il programma PRIMER. Le analisi sono state effettuate sull’insieme di tutte le specie scartate, su ogni gruppo tassonomico principale e sull’insieme delle sole specie bersaglio della pesca. La composizione faunistica qualitativa e quantitativa di ciascuna cala è stata confrontata attraverso l’analisi dei cluster costruiti sulla matrice di similarità di Bray-Curtis al fine di individuare raggruppamenti con caratteristiche simili. I risultati della matrice di similarità sono stati ordinati anche mediante MDS. La profondità è il fattore che ha determinato l’ordinamento delle cale sia nei cluster che nell’MDS, mentre non sono risultati raggruppamenti in base alle stagioni o agli anni. Per ogni insieme di specie considerato , le cale si sono distribuite in due grandi gruppi: un gruppo relativo alla piattaforma continentale tra 50 e 230 metri e uno della scarpata tra 308 e 580 metri. Analizzando l’insieme completo di tutte le specie scartate, i dati di abbondanza si sono rivelati più efficaci di quelli di biomassa nel discernere ulteriori sottogruppi, definiti dai seguenti intervalli di profondità 50 – 80 m, 80 – 130 m, 130 – 230 m e 308 – 510 m , 505 – 580 m. Tale suddivisione è dovuta principalmente ai pesci, infatti non si mantiene quando si considerano solo i crostacei e i cefalopodi. Le analisi Simper hanno determinato le principali specie caratterizzanti di ciascun cluster, e quelle discriminatorie dei gruppi.
Questo studio vuole dare un contributo alla caratterizzazione dello scarto nel Mar Tirreno settentrionale che è il primo passo da compiere per individuare adeguate linee di intervento e gestione volte a ridurre questo problema.
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