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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11212011-103032


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FAVERO, STEFANO
URN
etd-11212011-103032
Titolo
Effetti del compost sulla biodiversita in impianti di wildflowers in ambiente urbano
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL VERDE URBANO E DEL PAESAGGIO
Relatori
relatore Prof. Vernieri, Paolo
Parole chiave
  • biodiversità
  • compost
  • wildflowers
Data inizio appello
12/12/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/12/2051
Riassunto
Con l’avvento dell’industrializzazione, a partire da metà ottocento, molte persone legate all’ambiente rurale, abbandono le campagne per dirigersi verso i centri città. Nascevano le prime fabbriche, seguite poi, dopo la seconda guerra mondiale, dalla nascita dei grandi poli industriali. A partire dagli anni’50 l’azione antropica fece in modo di procedere verso uno sfruttamento indiscriminato delle risorse. Alcuni dati dimostrano come la metà della superficie terrestre è stata pressoché modificata, metà delle risorse idriche del pianeta sono giornalmente sfruttate, la quantità di CO2 presente nell’atmosfera è aumentata del 30% in mezzo secolo e abbiamo avuto a livello di biodiversità una perdita del 99% delle specie. In un ambiente naturale, si estingue di media una specie all’anno. L’azione antropica comporta invece un aumento di velocità 10.000 volte superiore. Negli anni’70 alcuni stati decisero di riunirsi alla conferenza delle Nazioni Unite per parlare del grave problema relativo alla perdita della biodiversità a livello mondiale e cercare possibili soluzioni da adottare in comune. Il tutto si concluse con un nulla di fatto. Solamente vent’anni dopo, con la conferenza di Rio de Janeiro, si giunse a qualcosa di concreto. Si iniziò a dare maggior peso al verde, a intraprendere politiche di conservazione e di miglioramento ambientale; questo avvenne anche con la fase del riciclo, che in Italia cominciò a prendere piede verso gli anni ’90. Questa fantastica soluzione, ci permise di ottenere da un materiale organico di scarto, una risorsa nota come compost utilizzabile come surrogato della torba; esso offre la possibilità di interagire direttamente col verde presente in ambiente urbano, comportando un miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche del suolo presente in città, derivante principalmente da scavi di riporto, povero di elementi nutritivi, con pH spesso alcalini e mal strutturato. Per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico, si è sempre prediletto l’utilizzo di specie arboree ed arbustive per la composizione delle aiuole; tuttavia, gli enormi disturbi causati da inquinamento, scorretta manutenzione, ridotti spazi di insediamento, causano una forte moria tra le specie che devono quindi essere sostituite con costi piuttosto elevati. Negli altri stati del mondo, tra cui Germania, Inghilterra, Olanda, Nuova Zelanda e Stati Uniti, la composizione delle aiuole lascia spazio all’utilizzo di specie erbacee spontanee o naturalizzate, annuali, biennali o perenni, da fiore, che permettano un aumento della biodiversità in ambiente urbano e sub-urbano, ma anche permettano di avere una fioritura scalare pressoché durante la maggior parte dei mesi dell’anno. La scelta di queste specie si basa su criteri ecologici, estetici e funzionali. Con il nostro lavoro abbiamo voluto testare la possibilità di utilizzare alcune di queste specie, che ritroviamo in tutte le regioni italiane, in dei box contenenti terreno di riporto. In metà box abbiamo aggiunto anche del compost, per verificare se ci fossero delle variazioni a livello di specie germinate, di numero medio di soggetti nati e di biomassa prodotta. Il lavoro ha avuto inizio a settembre 2010 ed è terminato a novembre 2011. Inizialmente abbiamo effettuato le analisi del terreno, comprendenti la determinazione della granulometria, del pH, del calcare, dell’azoto, del carbonio organico, della capacità di scambio cationico e del rapporto carbonio-azoto. Successivamente abbiamo provveduto alla semina delle specie, e infine abbiamo monitorato la popolazione durante l’arco dell’anno. Durante la piena fioritura abbiamo determinato la produzione di biomassa delle specie fiorite, mentre a luglio e poi a settembre abbiamo provveduto a tagliare la vegetazione e valutare differenze a livello di produzione di biomassa totale. Sempre a settembre abbiamo rilevato la densità apparente del terreno da 0 a 10 cm e da 10 a 20 cm. I risultati sono stati interessanti, ovvero, l’aggiunta del compost, non ha modificato in nessuna maniera il numero di specie, il numero medio di soggetti e nemmeno la biodiversità, valutata mediante gli indici di Shannon, Evenness e Simpson. Per quanto l’aspetto relativo alla biomassa prodotta, è stato interessante notare come l’aggiunta di compost abbia comportato una minor produzione di sostanza secca, benché ci fosse un aumento dell’azoto disponibile nel terreno, mentre a livello di biodiversità, i valori sono rimasti pressoché inalterati. Infine per quanto riguarda la densità apparente il compost ha comportato una diminuzione della densità nei primi 10 cm comportando un miglioramento della struttura e una migliore vivibilità delle specie.
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