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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11202012-144351


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
REALI, MATTEO
URN
etd-11202012-144351
Titolo
Studio di fattibilità sul sistema di depurazione delle acque reflue per le località di Marina di Grosseto e Principina a Mare
Dipartimento
INGEGNERIA
Corso di studi
INGEGNERIA IDRAULICA, DEI TRASPORTI E DEL TERRITORIO
Relatori
relatore Prof. Iannelli, Renato
Parole chiave
  • Principina a Mare
  • MBBR
  • Marina di Grosseto
  • indagine demografica
  • sistema di depurazione
  • acque reflue
  • Studio di fattibilità
Data inizio appello
07/12/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
INTRODUZIONE
Lo scopo del seguente elaborato è quello di valutare un’ipotesi d’intervento sul sistema di depurazione dei reflui provenienti da Marina di Grosseto e Principina a Mare.
Gli impianti esistenti in entrambe le località presentano, infatti, una serie di problemi che si scontrano con l’attuale normativa in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e con l’impatto ambientale esercitato su aree di elevato interesse turistico e paesaggistico.
Inoltre sia la gestione, che la manutenzione ordinaria di entrambi appaiono evidentemente troppo onerose per l’ente gestore data l’età degli impianti stessi.
Il percorso che ha portato alla definizione di tale proposta d’intervento è stato strutturato in tre fasi.
In una prima fase di tipo conoscitivo, si è cercato di definire l’effettiva utenza da servire, imput fondamentale per poter presupporre qualsiasi tipologia di intervento.
Le problematiche riscontrate hanno riguardato:
• La variabilità della popolazione nei diversi periodi dell’anno,
• Il trend in costante crescita dei flussi turistici, come riscontrato dai rapporti annuali dell’osservatorio Istat e dell’osservatorio del turismo della Regione Toscana.
Dal confronto e dall’analisi dei dati raccolti è stato possibile definire dei tassi di crescita relativi sia alla popolazione residente che alla popolazione fluttuante.
Dall’analisi invece delle portate in ingresso ai due impianti esistenti, fornite da Acquedotto del Fiora s.p.a., è stato possibile risalire agli abitanti equivalenti serviti.
Applicando i tassi, riscontrati e supposti costanti, alle utenze servite, ricavate dai dati sulle portate in ingresso, è stato possibile definire una curva di crescita applicabile ad un periodo di riferimento di 25 anni, pari cioè alla vita utile minima di qualsiasi intervento proposto.
Nella seconda fase, partendo dall’ effettiva utenza da servire, è stato possibile ipotizzare le seguenti soluzioni d’intervento:
• invio verso l’impianto municipale di San Giovanni dei reflui provenienti da entrambe le località;
• upgrading degli impianti di depurazione esistenti;
• centralizzazione dei due impianti in uno unico di nuova realizzazione.
Per ciascuna ipotesi avanzata è stata fatta una valutazione di carattere tecnico economica e dal confronto delle stesse si è giunti all’individuazione di una soluzione, rappresentata dall’istallazione di un nuovo impianto in cui venga centralizzato il trattamento dei reflui sia di Marina di Grosseto che di Principina a Mare.
Nella terza e ultima fase si è proceduto alla stesura del progetto preliminare della soluzione trovata fornendo due opzioni relative allo schema impiantistico da adottare.
La prima opzione prevede l’istallazione di un impianto di depurazione a fanghi attivi del tipo a schema classico con stabilizzazione dei fanghi attraverso digestore aerobico e successiva fitomineralizzazione degli stessi.
La scelta di tale schema impiantistico suppone i seguenti vantaggi:
• modesti costi realizzativi
• elevata flessibilità ai diversi regimi di funzionamento
• ridotta attività di manutenzione
• livello di rumorosità contenuto
• alto rendimento depurativo
Nella seconda opzione, su richiesta dell’ente gestore, è stato sviluppato un schema di impianto che prevede l’utilizzo della tecnologia MBBR a cui fa seguito sempre una stabilizzazione aerobica dei fanghi e una fitomineralizzazione degli stessi.
I vantaggi di tale sistema possono essere comparabili con lo schema di impianto a fanghi attivi e anche se presenta costi di gestione leggermente più alti a causa delle maggiori concentrazioni di ossigeno richieste per il comparto biologico, permette una notevole riduzione delle volumetrie nell’ordine del 25%.
In ambedue schemi proposti, si è optato per il trattamento finale dei fanghi tramite la fitomineralizzazione che, come dimostrato dai recenti studi pubblicati dall’Università di Pisa, garantisce buoni risultati di disidratazione e mineralizzazione oltre che consentire un notevole contenimento dei costi di gestione e smaltimento degli stessi.