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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11162014-114219


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VILLA, FIORENZA CHIARA
URN
etd-11162014-114219
Titolo
DIRE "NO!" ALLA LEGGE. L'obiezione di coscienza: profili storici, teorici e giuridici.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Greco, Tommaso
Parole chiave
  • Obiettore
  • Resistenza
  • Libertà di coscienza
  • Obbedienza responsabile
  • Disobbedienza
  • Dignità umana
  • Contraccezione d’emergenza
  • Conscientious objection
  • Bioethics
  • Aborto
Data inizio appello
02/12/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro affronta la tematica classica, e sempre attuale, della disobbedienza alla legge, focalizzando in un secondo momento l’attenzione sulla figura dell’obiezione di coscienza.

Il primo capitolo introduce alcune definizioni: destrutturando analiticamente l’ampio genus del diritto di resistenza, si ottiene una classificazione degli atteggiamenti che i consociati possono avere nei confronti della legge. Tra questi vi sono due figure molto simili: la disobbedienza civile e l’obiezione di coscienza, che gran parte degli autori, soprattutto americani, hanno cercato di distinguere, individuandone le peculiarità. Attualmente, l’evoluzione subita dall’obiezione di coscienza ed il diverso contesto politico e giuridico dell’Europa continentale rendono sempre più sfumate le differenze tra queste due sottocategorie della resistenza. In particolare, l’obiezione ha ad oggetto una coscienza lato sensu intesa, comprendente anche una finalità politica, che condivide con la disobbedienza civile.

Il secondo capitolo ripercorre la storia del diritto-dovere di resistenza, a partire dalle tragedie greche di Antigone e Socrate, per giungere al periodo dell’Assemblea costituente italiana. Successivamente, ci si confronta con un interrogativo molto spinoso che rappresenta uno dei nuclei centrali della tesi: l’esistenza di uno spazio residuale per la disobbedienza alla legge nelle democrazie contemporanee e la necessità di un’obbedienza consapevole e responsabile.

Il terzo capitolo apre la seconda parte della trattazione. Si è scelto di occuparci della forma di resistenza più discussa: l’obiezione di coscienza. Si dà atto degli sforzi della dottrina nell’individuarne il fondamento giuridico sia costituzionale sia sovranazionale; si riportano le teorie che si sono susseguite relativamente al suo funzionamento negli Stati costituzionali, nonché i limiti necessari per un suo riconoscimento nell’ordinamento. Questa ricostruzione viene svolta alla luce dell’idea che permea questo lavoro: la coscienza è una realtà che non può fare a meno della sua dimensione relazionale. Di conseguenza, uno dei limiti non può che essere legato alla profonda natura della coscienza: l’obiezione non potrà negare l’altro, per cui non possono essere rivendicate obiezioni che, in nome di valori personali ritenuti superiori, incidono sui beni fondamentali della persona, quali la vita, l’integrità fisica. Inoltre, a partire dalla proposta di alcuni autori di evitare il conflitto di coscienza mediante l’astensione del soggetto dal praticare certe professioni nel quale esso può sorgere, ci si è chiesti se veramente eliminare il conflitto sia la soluzione migliore.

Il quarto capitolo studia alcune ipotesi di obiezione di coscienza in materia di bioetica allo scopo di fornire uno spunto per analizzare alcune tematiche particolarmente delicate (tra cui l’inizio della vita umana, l’eugenetica e le velate forme di selezione genetica che si possono nascondere dietro ad alcune tecniche scientifiche). Questa parte del lavoro non ha come obiettivo quello di fornire risposte, quanto di suscitare domande.
L’ultimo capitolo rassegna alcune conclusioni (in realtà si tratta di ulteriori riflessioni): nel tentativo di “prendere i conflitti sul serio”, la risposta non può consistere nel soffocamento a priori delle forme di opposizione alle scelte del potere, anche qualora questo rappresenti la maggioranza. L’obiezione di coscienza può rappresentare l’opportunità per confrontarsi con il valore da questa tutelato e per interrogarsi sulla strada che una determinata società sta imboccando.
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