Tesi etd-11162010-103113 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MONTAUTI, MARCO
URN
etd-11162010-103113
Titolo
Studio delle condizioni di stabilita di un pendio interessato da movimenti franosi in localita Lacona nel comune di Capoliveri (Isola d'Elba).
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
correlatore Dott.ssa Marchetti, Daria
controrelatore Prof. Baroni, Carlo
relatore Dott. D'Amato Avanzi, Giacomo Alfredo
relatore Dott. Ribolini, Adriano
controrelatore Prof. Baroni, Carlo
relatore Dott. D'Amato Avanzi, Giacomo Alfredo
relatore Dott. Ribolini, Adriano
Parole chiave
- analisi granulometriche
- Atterberg limits
- Elba Island
- frana
- Isola d'Elba
- landslide
- limiti di Atterberg
- particle size analisys
- slope stability
- stabilità di un pendio
- stability tests
- verifiche di stabilità
Data inizio appello
10/12/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2050
Riassunto
Lo scopo della tesi è stato quello di studiare un movimento franoso in atto dal giugno 2009 su di un versante posto nella parte centro meridionale dell’Isola d’Elba in località Lacona nel comune di Capoliveri. Nell’area in esame affiora in gran parte il complesso IV, ovvero la sequenza ofiolitica dell’Isola d’Elba.
Partendo dalla realizzazione di una carta geomorfologica di dettaglio, opportunamente estesa ad un conveniente intorno, si è caratterizzato il movimento franoso grazie all’esecuzione di differenti prove sia dirette che indirette sul terreno. Sul terreno si è riscontrata la presenza di dissesti e forme morfologiche caratteristiche di frana, queste forme si sono verificate su di una coltre detritica di spessore variabile a composizione eterogenea, composta da clasti eterometrici di basalto, serpentino e diaspro immersi in una matrice fine.
Nel luglio 2009 sono state eseguite diverse indagini tra cui quella sismica con tecnica tomografica, geoelettrica tomografica e cinque prove penetrometriche dinamiche super-pesanti.
Elaborando tali prove, è stata riscontrata una superficie di debolezza che si aggira intorno ai 7/9 metri di profondità. Con l’obiettivo di caratterizzare la coltre detritica dove è avvenuto il movimento franoso, sul terreno sono stati prelevati undici campioni di materiale da sottoporre ad analisi di laboratorio. Nel laboratorio di Geotecnica dell’Università di Pisa, i campioni sono stati sottoposti prima ad una quartatura e poi ad una setacciatura per via umida con l’obiettivo di disgregare i campioni. In seguito, dopo un asciugatura in forno a 105/110°C, i campioni sono stati sottoposti alla setacciatura per via secca ed in seguito, solo sul materiale fine, all’analisi per sedimentazione. Sono state disegnate le undici curve granulometriche ed il risultato è stato quello che ci si attendeva; i campioni presentano una frazione sabbiosa predominante, talvolta con clasti ghiaiosi immersi in una matrice prevalentemente argillosa. In seguito sono stati svolti, su quattro campioni significativi, i limiti di Atterberg. Infine sono state eseguite anche delle analisi di stabilità tramite il software Slope della Geostru sull’intera area di frana.
Partendo dalla realizzazione di una carta geomorfologica di dettaglio, opportunamente estesa ad un conveniente intorno, si è caratterizzato il movimento franoso grazie all’esecuzione di differenti prove sia dirette che indirette sul terreno. Sul terreno si è riscontrata la presenza di dissesti e forme morfologiche caratteristiche di frana, queste forme si sono verificate su di una coltre detritica di spessore variabile a composizione eterogenea, composta da clasti eterometrici di basalto, serpentino e diaspro immersi in una matrice fine.
Nel luglio 2009 sono state eseguite diverse indagini tra cui quella sismica con tecnica tomografica, geoelettrica tomografica e cinque prove penetrometriche dinamiche super-pesanti.
Elaborando tali prove, è stata riscontrata una superficie di debolezza che si aggira intorno ai 7/9 metri di profondità. Con l’obiettivo di caratterizzare la coltre detritica dove è avvenuto il movimento franoso, sul terreno sono stati prelevati undici campioni di materiale da sottoporre ad analisi di laboratorio. Nel laboratorio di Geotecnica dell’Università di Pisa, i campioni sono stati sottoposti prima ad una quartatura e poi ad una setacciatura per via umida con l’obiettivo di disgregare i campioni. In seguito, dopo un asciugatura in forno a 105/110°C, i campioni sono stati sottoposti alla setacciatura per via secca ed in seguito, solo sul materiale fine, all’analisi per sedimentazione. Sono state disegnate le undici curve granulometriche ed il risultato è stato quello che ci si attendeva; i campioni presentano una frazione sabbiosa predominante, talvolta con clasti ghiaiosi immersi in una matrice prevalentemente argillosa. In seguito sono stati svolti, su quattro campioni significativi, i limiti di Atterberg. Infine sono state eseguite anche delle analisi di stabilità tramite il software Slope della Geostru sull’intera area di frana.
File
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