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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11152018-173547


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FONZETTI, SILVIA
URN
etd-11152018-173547
Titolo
Ruolo dell'ecografia delle ghiandole salivari minori nella diagnosi di Sindrome di Sjögren
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Baldini, Chiara
Parole chiave
  • ecografia ad altissima frequenza
  • diagnosi
  • ghiandole salivari minori
  • biopsia
  • ecografia ghiandole salivari maggiori
  • Sindrome di Sjögren
Data inizio appello
11/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/12/2088
Riassunto
Introduzione: La Sindrome di Sjögren primitiva è una patologia autoimmune sistemica caratterizzata da un infiltrato infiammatorio a carico delle ghiandole esocrine, in particolar modo di quelle salivari e lacrimali, con conseguente riduzione della loro funzione secretoria e secchezza oculare e salivare per il paziente.
La diagnosi di malattia si basa sull’integrazione di dati clinici, sierologici, strumentali e istologici.
In particolare, l’indagine più sensibile e specifica per la diagnosi di malattia rimane la biopsia delle ghiandole salivari minori.
La biopsia è una metodica invasiva, difficilmente ripetibile che può causare al paziente che vi si sottopone delle sequele dovute a lesione dei nervi periferici; inoltre, il campione prelevato può risultare inadeguato per il calcolo del Focus Score.
L’ottimizzazione dell’iter diagnostico della Sindrome di Sjögren appare dunque attualmente come un “unmet need” che ha portato alla ricerca di indagini complementari o alternative, non invasive, capaci di documentare l’impegno ghiandolare legato alla malattia.
In questo scenario, l’ecografia ad altissima frequenza del labbro appare come una tecnica diagnostica promettente, capace di permettere la visualizzazione anatomica delle ghiandole salivari minori e di caratterizzarne le alterazioni morfologiche.
Scopo del lavoro di tesi è stato quello di esplorare il ruolo di tale metodica come indagine complementare alla biopsia per l’ottimizzazione della procedura stessa e di valutarne le potenzialità nell’algoritmo diagnostico della malattia.
Nello specifico, il primo obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’utilità dell’ecografia delle ghiandole salivari minori come strumento per guidare la biopsia.
Il secondo obiettivo è stato invece quello di valutare l’accuratezza diagnostica dell’ecografia ad altissima frequenza delle ghiandole salivari minori confrontandola con quella dei test utilizzati nella diagnosi di Sindrome di Sjögren, inclusa l'ecografia delle ghiandole salivari maggiori.
Materiali e metodi: Fra il 18 Gennaio e il 18 Ottobre 2018, sono stati arruolati 51 pazienti con sospetto di Sindrome di Sjögren, candidati a biopsia delle ghiandole salivari minori come work-up diagnostico routinario.
Mediante l’impiego dell’ecografo ad altissima frequenza, che permette di visualizzare tessuti superficiali (max 0,5-0,7 cm di profondità), è stata identificata l’area ritenuta più significativa per effettuare la biopsia e segnata con matita dermografica.
Alle ghiandole salivari minori è stato assegnato inoltre uno score ecografico basato su disomogeneità, ecogenicità e densità.
I risultati ottenuti sono stati analizzati considerando: a) caratteristiche demografiche, cliniche e laboratoristiche dei soggetti; b) istologia; c) score ecografico delle salivari maggiori.
Risultati: 18 su 51 pazienti hanno ricevuto la diagnosi di Sindrome di Sjögren.
L’impiego dell’ecografia ad altissima frequenza ha permesso di aumentare la percentuale delle biopsie adeguate in modo significativo: da una percentuale di campioni adeguati del 50,8% nell’anno solare precedente, il prelievo bioptico eco-guidato ha permesso di raggiungere il 74,5%.
L’ecografia ad altissima frequenza si è rivelata inoltre come una tecnica altamente sensibile per la diagnosi di malattia.
In particolare, il parametro ecografico relativo alla disomogeneità ghiandolare delle salivari minori distribuite lateralmente nella mucosa labiale ha mostrato una sensibilità massimale (100%).
La concordanza con le altre indagini diagnostiche (biopsia, ecografia delle ghiandole salivari maggiori) permette di ipotizzare un ruolo complementare per tale metodica nell’iter diagnostico della malattia.
Conclusioni: Seppure preliminare, lo studio suggerisce l’utilità dell’ecografia ad altissima frequenza come indagine non invasiva di screening nei pazienti con sospetto di Sindrome di Sjögren e ne sottolinea l’utilità di impiego nell’ottimizzazione della biopsia delle ghiandole salivari minori.
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