Tesi etd-11152011-171435 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SCARPA, MARILENA
URN
etd-11152011-171435
Titolo
Il carcinoma ovarico recidivante: fattori prognostici e opzioni terapeutiche.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Gadducci, Angiolo
Parole chiave
- ascite
- ascites
- carcinoma ovarico recidivante
- chirurgia citoriduttiva
- cytoreductive surgery
- outcome
- PFI
- platino-sensibili
- platinum-sensitivity
- recidiva
- recurrence
- recurrent ovarian cancer
Data inizio appello
13/12/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/12/2051
Riassunto
Il carcinoma ovarico è il sesto più comune tumore femminile a livello mondiale, ma rappresenta la più comune causa di morte per neoplasia ginecologica nei Paesi industrializzati. La chirurgia gioca un importante ruolo nel trattamento del carcinoma ovarico in vari momenti: nella diagnosi, nella terapia primaria e nel trattamento delle recidive. Anche la chemioterapia ha un ruolo fondamentale, come terapia neoadiuvante, adiuvante e come trattamento nelle recidive.
La strategia terapeutica del carcinoma ovarico prevede la chirurgia citoriduttiva primaria, seguita da terapia medica a base di carboplatino e taxolo.
Il trattamento della recidiva dipende dall’intervallo libero da platino. Nelle pazienti con malattia platino-refrattaria o platino-resistente, viene utilizzata una monochemioterapia a base di Doxil, Topotecano o Gemcitabina, mentre nella malattia platino-sensibile viene usato il carboplatino in combinazione.
È ancora oggetto di discussione il ruolo della citoriduzione chirurgica secondaria nel carcinoma ovarico platino-sensibile. La chirurgia della recidiva sembra essere utile in pazienti accuratamente selezionate quando è possibile asportare tutta la malattia macroscopicamente evidente.
Nella seguente tesi abbiamo esaminato 46 pazienti con carcinoma ovarico recidivato dopo almeno 6 mesi dal termine del trattamento di prima linea, che sono state sottoposte ad una chirurgia di debulking secondario, seguito nella maggior parte dei casi da ulteriore chemioterapia. La citoriduzione chirurgica migliorava significativamente la prognosi delle pazienti nelle quali era stata asportata tutta la malattia macroscopicamente presente. L’identificazione di criteri clinici predittivi della probabilità di conseguire una citoriduzione ottimale è pertanto essenziale per una razionale pianificazione terapeutica nelle pazienti con carcinoma ovarico platino-sensibile.
La strategia terapeutica del carcinoma ovarico prevede la chirurgia citoriduttiva primaria, seguita da terapia medica a base di carboplatino e taxolo.
Il trattamento della recidiva dipende dall’intervallo libero da platino. Nelle pazienti con malattia platino-refrattaria o platino-resistente, viene utilizzata una monochemioterapia a base di Doxil, Topotecano o Gemcitabina, mentre nella malattia platino-sensibile viene usato il carboplatino in combinazione.
È ancora oggetto di discussione il ruolo della citoriduzione chirurgica secondaria nel carcinoma ovarico platino-sensibile. La chirurgia della recidiva sembra essere utile in pazienti accuratamente selezionate quando è possibile asportare tutta la malattia macroscopicamente evidente.
Nella seguente tesi abbiamo esaminato 46 pazienti con carcinoma ovarico recidivato dopo almeno 6 mesi dal termine del trattamento di prima linea, che sono state sottoposte ad una chirurgia di debulking secondario, seguito nella maggior parte dei casi da ulteriore chemioterapia. La citoriduzione chirurgica migliorava significativamente la prognosi delle pazienti nelle quali era stata asportata tutta la malattia macroscopicamente presente. L’identificazione di criteri clinici predittivi della probabilità di conseguire una citoriduzione ottimale è pertanto essenziale per una razionale pianificazione terapeutica nelle pazienti con carcinoma ovarico platino-sensibile.
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