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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11152005-110044


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Martelloni, Luca
Indirizzo email
LMARTELLONI@LIBERO.IT
URN
etd-11152005-110044
Titolo
EFFETTO DELLA MICORRIZAZIONE SUL CONTENUTO IN FENOLI E SUL POTERE ANTIOSSIDANTE DI PIANTE DI CARCIOFO (CYNARA SCOLYMUS L.)
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE ALIMENTARI
Relatori
relatore Picciarelli, Piero
relatore Giovannetti, Manuela
relatore Ceccarelli, Nello
Parole chiave
  • micorrize e antiossidanti
  • antiossidanti
  • fenoli
  • micorrize arbuscolari
  • micorrize
  • micorrize e fenoli
  • ARP
  • TPC
  • polifenoli
Data inizio appello
12/12/2005
Consultabilità
Completa
Riassunto
Carciofo è la denominazione comune di una pianta della famiglia delle composite, Cynara scolymus L., e del suo capolino fiorale che viene comunemente consumato come ortaggio. Questa pianta, originaria del bacino mediterraneo, oltre ad essere importante dal punto di vista economico, dati i 122.000 ha coltivati nel mondo, è anche rinomata per le sue proprietà curative derivate dall’alto contenuto in composti biologicamente attivi, soprattutto fenoli. Il carciofo come numerose altre specie coltivate, è in grado di formare micorrize arbuscolari, particolari associazioni simbiotiche tra funghi presenti nel terreno e le piante. Da molti anni si conoscono i numerosi vantaggi nutrizionali che la micorrizazione porta alla pianta ospite, ma solo recentemente, a partire dagli anni ’90, molti lavori sono stati condotti allo scopo di valutare i possibili cambiamenti metabolici innescati nelle piante in seguito alla simbiosi.
In particolare, in questo lavoro, sono stati valutati gli effetti della micorrizazione sulla concentrazione di composti fenolici e sul potere antiradicalico di piante di carciofo.
Per lo svolgimento della tesi sono stati utilizzati 80 carducci di carciofo, della varietà “Terom”, prelevati da piante in campo, suddivisi in quattro tesi: la tesi n°1 costituita da 20 piante controllo non micorrizzate, la tesi n°2 costituita da 20 piante micorrizzate con un isolato di Glomus mosseae proveniente dall’Arizona (AZ), la tesi n°3 costituita da 20 piante micorrizzate con un isolato di Glomus intraradices proveniente dalla Francia (DJ), mentre la tesi n°4 comprendeva 20 piante micorrizzate con una miscela dei fughi utilizzati nelle tesi 2 e 3 (AZ+DJ).
Durante l’esperimento sono stati poi effettuati tre campionamenti, rispettivamente dopo 30, 60 e 90 giorni dall’invaso, in ognuno dei quali sono state prelevate tre piante per tesi, sulle quali sono state eseguite le analisi dei parametri di crescita e valutate le percentuali di infezione fungina nelle radici.
Solo durante il terzo campionamento sono state prelevate ulteriori sei piante per tesi, sulle foglie delle quali, sono state eseguite le analisi per valutare il contenuto di fenoli totali (TPC) ed il potere antiradicale (ARP). Il contenuto di TPC (total phenolic compounds) e l’attività antiossidante degli estratti, espressa come ARP (antiradical power), sono stati misurati, per tutti i campioni analizzati, su estratti metanolici fogliari, rispettivamente secondo il metodo Folin-ciocalteu precedentemente descritto da Shadid and Naczk (1995) ed il metodo del DPPH (Brand-Williams et al., 1995).
I risultati delle analisi hanno dimostrato come nelle foglie delle piante micorrizate con Glomus intraradices e con la miscela dei due funghi vi sia un aumento significativo di composti fenolici e del potere antiradicalico, rispetto alle piante non micorrizate. L’aumento dei fenoli nelle piante micorrizate con Glomus intraradices e con la miscela dei due funghi è stato rispettivamente del 52% e del 51,3%, mentre per il potere antiradicalico del 34% e del 33%.
L’obiettivo della tesi risulta coerente con le tendenze degli ultimi anni, che hanno visto incrementare notevolmente l’interesse dalla popolazione verso l’alimentazione ed i suoi effetti sulla salute. Oggi gli alimenti non sono giudicati solo per il loro contenuto in macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine), ma anche per il contenuto di sostanze in grado di apportare benefici addizionali all’organismo, in termini soprattutto di prevenzione delle malattie.
E’ necessario che la ricerca sui componenti bioattivi delle piante prosegua, per comprenderne meglio i meccanismi d’azione e la biodisponibilità nell’organismo umano in seguito ad assunzione con la dieta. Tuttavia il dimostrato effetto benefico degli estratti di questa pianta, suggerisce, già oggi, un miglioramento qualitativo delle varietà di carciofo volto alla costituzione di cvs che possiedano un contenuto polifenolico e un’attività antiossidante potenziate.
In letteratura ci sono già molti lavori in cui questi miglioramenti sono ottenuti tramite l’ingegneria genetica. I risultati di questa tesi, tuttavia, indicano che l’impiego di funghi micorrizici si presenta come una metodologia innovativa e potenzialmente molto valida.
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