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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11112019-101550


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCARPINATI, ALESSIA
URN
etd-11112019-101550
Titolo
Aspetti organizzativi del contesto imprenditoriale italiano: l'importanza della reputazione ed il ruolo dei Venture Capital
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Prof.ssa Zifaro, Maria
Parole chiave
  • azienda
  • reputazione aziendale
  • startup
  • venture capital
Data inizio appello
02/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/12/2089
Riassunto
L’obiettivo di questa tesi è analizzare il legame tra la reputazione delle aziende e la fiducia che esse infondono agli investitori. La questione reputazionale è un processo complesso. Non esiste una strategia valida per tutte le aziende: ogni organizzazione avrà un obiettivo, una strategia e un target specifici cui riferirsi. Inoltre, non basta affermare il proprio nome solo una volta e godere nel tempo della notorietà acquisita: il processo reputazionale deve essere costantemente alimentato. È possibile suddividere lo studio in tre parti: nella prima verrà trattata l’evoluzione delle aziende industriali analizzando come il contesto imprenditoriale sia cambiato e quali siano le competenze maggiormente richieste oggi nel mondo del lavoro. La seconda parte si concentra sull’analisi della reputazione aziendale individuando le strategie che le imprese adottano per affermarsi in un mercato, per poi analizzare la situazione imprenditoriale italiana. La maggior parte delle aziende in Italia sono gestite da famiglie, ciò porta le organizzazioni a dover affrontare una serie di difficoltà soprattutto nel momento in cui avviene il cambiamento di leadership. A questo punto si analizzano le startup e le PMI che si inseriscono all’interno dei nuovi processi di industrializzazione. Affermare la reputazione della propria impresa, per i giovani imprenditori e startupper è ancora più difficile, gli unici fattori su cui si può fare affidamento sono: un’idea innovativa, motivata da un business plan efficace e un team vario composto da persone con competenze trasversali. Alla fine di questa seconda parte, si inserisce il Fondo Nazionale per le Innovazioni introdotto nella legge di Bilancio 2019 e fortemente voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico per incentivare l’imprenditoria giovane e le Startup Innovative. Nell’ultima sezione si analizzano i finanziamenti dati alle startup, esaminando soprattutto i fondi di finanziamento in capitale di rischio e il Venture Capital, prima di fare un confronto tra due startup italiane (Wher e AffittoGiardino) che negli ultimi anni hanno fatto ricorso a finanziamenti sottoforma di investimenti in capitale di rischio e crowdfunding. I fondi di Venture Capital si sono sviluppati in epoca abbastanza recente, dapprima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo. In Italia hanno preso piede solo negli ultimi anni, infatti il numero di investimenti in capitale di rischio dal 2017 al 2019 è pressocché raddoppiato. L’evolversi dei mercati e il prolificare di idee innovative spingono sempre più giovani a sviluppare una propria idea di business. Le startup analizzate si sono potute sviluppare grazie ai principi della sharing economy – che negli ultimi anni ha portato al successo molte startup come AirBnb e BlaBlaCar. A conclusione di questo studio, è possibile osservare come, nonostante sia complesso affermare la propria reputazione e ottenere la fiducia degli investitori e dei clienti, una buona soluzione potrebbe essere realizzare dei piani di comunicazione efficaci e accattivanti sfruttando i social media e il passaparola tra gli utenti. Studi futuri potrebbero concentrarsi sull’indagare quali sono i motivi che spingono i Venture Capitalist ad investire su una determinata idea piuttosto che su un’altra e ipotizzare quale potrebbe essere il futuro per queste nuove forme di finanziamento.
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