Tesi etd-11102012-150526 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VALDEZ, ROMINA GISELLE
URN
etd-11102012-150526
Titolo
La Rete siamo noi: quando la nostra ignoranza condiziona le sue potenzialita.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
INFORMATICA UMANISTICA
Relatori
relatore Prof. Varanini, Francesco
Parole chiave
- competence
- competenze digitali
- ignoranza
- immigranti digitali
- nativi digitali
- neuroplasticità
- paura
- rete
- skill
Data inizio appello
29/11/2012
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
29/11/2052
Riassunto
E’ diffusa l’idea che la società digitale si divide in “nativi digitali” e “immigrati
digitali” per questo motivo abbiamo voluto dimostrare che la data di nascita non è
un criterio su cui basarci per valutare la competenza informatica, giacché grazie alla
neuroplasticità è possibile colmare la mancanza di abilità o, migliorarla, in qualsiasi
momento della nostra vita.
Per provarlo abbiamo analizzato il comportamento e le abitudini di due gruppi
social, quando si trovano a realizzare dei task che hanno la rete come medium di
sviluppo o sostegno; emerge che nessuna fascia di età prende il sopravvento sulle
altre, bensì variano in base ad altre variabili, quali la professione e gli interessi. Quel
che si evidenzia però, è il comportamento degli individui a diventare esclusivamente
utenti, non svolgendo quasi mai il ruolo di partecipante attivo. La rete è vissuta in
modo passivo, dove si percorre una strada individuata da altri.
Ci siamo quindi chiesti se la diffusione di quest’atteggiamento fosse in parte colpa
delle offerte didattiche disponibili per il raggiungimento di un’alfabetizzazione
informatica. Mediante l’osservazione, l’analisi e il confronto di corsi e certificazioni,
abbiamo verificato che sono incentrate soltanto su conoscenze tecniche;
tralasciando la persona. Abbiamo quindi rilevato che c’è bisogno di individuare un
elenco di “diritti” e “doveri” per il cittadino della rete, perché capisca i suoi concetti
di base, quali “collaborazione” e “partecipazione”, e possa in questo modo,
consciamente e volutamente sfruttare le potenzialità della rete, senza che la paura
dell’ignoto o l’ignoranza, possano essere degli ostacoli.
digitali” per questo motivo abbiamo voluto dimostrare che la data di nascita non è
un criterio su cui basarci per valutare la competenza informatica, giacché grazie alla
neuroplasticità è possibile colmare la mancanza di abilità o, migliorarla, in qualsiasi
momento della nostra vita.
Per provarlo abbiamo analizzato il comportamento e le abitudini di due gruppi
social, quando si trovano a realizzare dei task che hanno la rete come medium di
sviluppo o sostegno; emerge che nessuna fascia di età prende il sopravvento sulle
altre, bensì variano in base ad altre variabili, quali la professione e gli interessi. Quel
che si evidenzia però, è il comportamento degli individui a diventare esclusivamente
utenti, non svolgendo quasi mai il ruolo di partecipante attivo. La rete è vissuta in
modo passivo, dove si percorre una strada individuata da altri.
Ci siamo quindi chiesti se la diffusione di quest’atteggiamento fosse in parte colpa
delle offerte didattiche disponibili per il raggiungimento di un’alfabetizzazione
informatica. Mediante l’osservazione, l’analisi e il confronto di corsi e certificazioni,
abbiamo verificato che sono incentrate soltanto su conoscenze tecniche;
tralasciando la persona. Abbiamo quindi rilevato che c’è bisogno di individuare un
elenco di “diritti” e “doveri” per il cittadino della rete, perché capisca i suoi concetti
di base, quali “collaborazione” e “partecipazione”, e possa in questo modo,
consciamente e volutamente sfruttare le potenzialità della rete, senza che la paura
dell’ignoto o l’ignoranza, possano essere degli ostacoli.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Abstract.pdf | 31.95 Kb |
Bibliogr...rafia.pdf | 76.53 Kb |
2 file non consultabili su richiesta dell’autore. |