Tesi etd-11092020-142829 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DEL CHICCA, MARTA
URN
etd-11092020-142829
Titolo
Lo studio del metabolismo cerebrale nella diagnosi differenziale tra Malattia di Alzheimer e Demenza a Corpi di Lewy: risultati di uno studio pilota con PET FDG
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Ceravolo, Roberto
correlatore Prof. Volterrani, Duccio
correlatore Prof. Volterrani, Duccio
Parole chiave
- demenza a corpi di Lewy
- diagnosi differenziale
- disfunzione talamica
- fluttuazioni cognitive
- malattia di Alzheimer
- PET FDG
Data inizio appello
01/12/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/12/2090
Riassunto
La Demenza a corpi di Lewy (DLB) è una patologia neurodegenerativa che si manifesta clinicamente con deterioramento cognitivo, parkinsonismo e allucinazioni visive. Appartiene alle sinucleinopatie ed è caratterizzata dalla deposizione di corpi di Lewy a livello corticale. Attualmente si stima che la DLB costituisca la seconda forma più frequente di demenza degenerativa. Una delle caratteristiche centrali di questa malattia è la presenza, a livello clinico, di fluttuazioni cognitive, rappresentate da alterazioni spontanee nella cognizione, nell’attenzione e nell’arousal. Le fluttuazioni cognitive sono considerate un elemento tipico e distintivo della DLB rispetto ad un altro disturbo neurodegenerativo che rappresenta la principale causa di demenza nella popolazione di età avanzata, ovvero la Malattia di Alzheimer (MA). Nonostante esistano aspetti clinici peculiari dell’una e dell’altra patologia, come le fluttuazioni cognitive ed il parkinsonismo, tipici della DLB, non sempre tuttavia è semplice differenziare a livello clinico tale malattia dalla MA: spesso i sintomi cognitivi, comportamentali e talvolta anche motori si sovrappongono nelle due patologie. Una precisa diagnosi differenziale è necessaria non solo per identificare precocemente le suddette demenze e per fornire informazioni prognostiche ma è fondamentale anche dal punto di vista terapeutico. Una definizione diagnostica sempre più accurata permette infatti di selezionare con maggior precisione i soggetti potenzialmente candidati all’utilizzo delle nuove terapie specifiche su base immunitaria, auspicabilmente disponibili a breve, che hanno lo scopo di modificare il decorso della sindrome dementigena riducendo il carico cerebrale o prevenendo l’aggregazione intraneuronale di quelle proteine aberranti e mal conformate, il cui accumulo è alla base di tale sindrome. Questi approcci terapeutici ‘disease-modifying’, ancora in corso di studio, si stanno sviluppando grazie alla sempre più precoce identificazione dei substrati neuropatologici alla base delle patologie neurodegenerative.
L’obiettivo del presente studio è stato valutare la presenza di fluttuazioni cognitive in un gruppo di pazienti con DLB e in un gruppo di pazienti con MA ed indagare, mediante l’analisi del metabolismo glucidico cerebrale effettuata attraverso la PET con FDG, i substrati metabolici di questo parametro clinico distintivo della DLB rispetto alla MA, ed i suoi correlati anatomo-funzionali, anche valutandone le potenzialità in ambito diagnostico differenziale, oltre che sul piano teorico.
Sono stati reclutati 11 pazienti con diagnosi di probabile o possibile MA ed 11 pazienti con diagnosi di probabile o possibile DLB e tutti sono stati sottoposti, entro due anni dall’insorgenza dei primi sintomi, a PET FDG e ad una valutazione clinica accurata. È stata prestata particolare attenzione alla presenza di fluttuazioni cognitive, al grado di disabilità motoria (analizzato solo nei pazienti con DLB) e al livello di severità della compromissione cognitiva, prendendo in considerazione rispettivamente i punteggi, ottenuti nello stesso anno di esecuzione della PET, della Clinician Assessment of Fluctuation (CAF), dell’Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS) nell’item III e del Mini Mental State Examination (MMSE).
È emerso che tutti i pazienti con DLB presentavano fluttuazioni cognitive, evidenziate mediante la scala CAF, mentre nessun paziente con MA mostrava questa manifestazione clinica. Non sono risultati significativamente diversi nei due gruppi di pazienti il sesso, l’età d’esordio dei sintomi e il punteggio del MMSE. Mediante il software statistico SPM è stata rilevata, nei pazienti con DLB, una riduzione significativa del metabolismo glucidico (p<0,005) sia a livello di aree corticali sia in corrispondenza di aree sottocorticali rispetto ai pazienti con MA. In particolare, oltre ad un metabolismo significativamente ridotto a livello della corteccia occipitale e delle regioni frontali dorsolaterali bilateralmente, i pazienti con DLB hanno mostrato rispetto ai pazienti con MA, aree significativamente ipometaboliche anche a livello del mesencefalo, bilateralmente e in corrispondenza del talamo sinistro.
Sulla base di questo pattern di metabolismo glucidico cerebrale evidenziato alla PET FDG nei pazienti con DLB, i quali sono tutti caratterizzati, a livello clinico, da fluttuazioni cognitive, assenti invece nei pazienti con MA, il presente studio ha evidenziato che tale parametro clinico risulta associato ad una significativa riduzione della captazione di FDG e quindi ad una riduzione della vitalità neuronale e dell’attività sinaptica a livello talamico. L’importanza delle strutture sottocorticali e del talamo in particolare nel meccanismo dell’attenzione e nell’arousal è ben nota e documentata e questo studio, in accordo a quanto già riscontrato da precedenti lavori, conferma dunque in vivo il ruolo centrale svolto dalla disfunzione talamica nella patogenesi delle fluttuazioni cognitive ed individua proprio nell’ipometabolismo talamico osservato alla PET FDG, un potenziale marker diagnostico della DLB rispetto alla MA.
L’obiettivo del presente studio è stato valutare la presenza di fluttuazioni cognitive in un gruppo di pazienti con DLB e in un gruppo di pazienti con MA ed indagare, mediante l’analisi del metabolismo glucidico cerebrale effettuata attraverso la PET con FDG, i substrati metabolici di questo parametro clinico distintivo della DLB rispetto alla MA, ed i suoi correlati anatomo-funzionali, anche valutandone le potenzialità in ambito diagnostico differenziale, oltre che sul piano teorico.
Sono stati reclutati 11 pazienti con diagnosi di probabile o possibile MA ed 11 pazienti con diagnosi di probabile o possibile DLB e tutti sono stati sottoposti, entro due anni dall’insorgenza dei primi sintomi, a PET FDG e ad una valutazione clinica accurata. È stata prestata particolare attenzione alla presenza di fluttuazioni cognitive, al grado di disabilità motoria (analizzato solo nei pazienti con DLB) e al livello di severità della compromissione cognitiva, prendendo in considerazione rispettivamente i punteggi, ottenuti nello stesso anno di esecuzione della PET, della Clinician Assessment of Fluctuation (CAF), dell’Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS) nell’item III e del Mini Mental State Examination (MMSE).
È emerso che tutti i pazienti con DLB presentavano fluttuazioni cognitive, evidenziate mediante la scala CAF, mentre nessun paziente con MA mostrava questa manifestazione clinica. Non sono risultati significativamente diversi nei due gruppi di pazienti il sesso, l’età d’esordio dei sintomi e il punteggio del MMSE. Mediante il software statistico SPM è stata rilevata, nei pazienti con DLB, una riduzione significativa del metabolismo glucidico (p<0,005) sia a livello di aree corticali sia in corrispondenza di aree sottocorticali rispetto ai pazienti con MA. In particolare, oltre ad un metabolismo significativamente ridotto a livello della corteccia occipitale e delle regioni frontali dorsolaterali bilateralmente, i pazienti con DLB hanno mostrato rispetto ai pazienti con MA, aree significativamente ipometaboliche anche a livello del mesencefalo, bilateralmente e in corrispondenza del talamo sinistro.
Sulla base di questo pattern di metabolismo glucidico cerebrale evidenziato alla PET FDG nei pazienti con DLB, i quali sono tutti caratterizzati, a livello clinico, da fluttuazioni cognitive, assenti invece nei pazienti con MA, il presente studio ha evidenziato che tale parametro clinico risulta associato ad una significativa riduzione della captazione di FDG e quindi ad una riduzione della vitalità neuronale e dell’attività sinaptica a livello talamico. L’importanza delle strutture sottocorticali e del talamo in particolare nel meccanismo dell’attenzione e nell’arousal è ben nota e documentata e questo studio, in accordo a quanto già riscontrato da precedenti lavori, conferma dunque in vivo il ruolo centrale svolto dalla disfunzione talamica nella patogenesi delle fluttuazioni cognitive ed individua proprio nell’ipometabolismo talamico osservato alla PET FDG, un potenziale marker diagnostico della DLB rispetto alla MA.
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