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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11092010-103528


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIANELLA, VALENTINA
URN
etd-11092010-103528
Titolo
Le variazioni climatiche dell'Olocene ottenute dallo studio delle concrezioni dell'Antro del Corchia (Alpi Apuane).
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
correlatore Dott. Drysdale, Russell Neil
relatore Prof. Zanchetta, Giovanni
controrelatore Dott. Guidi, Massimo
Parole chiave
  • Antro del Corchia
  • Olocene
  • isotopi
  • stalagmite
Data inizio appello
10/12/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
10/12/2050
Riassunto
Lo scopo della presente Tesi di Laurea è stato quello di ricostruire la variabilità climatica olocenica attraverso lo studio di stalagmiti prelevate all’interno dell’Antro del Corchia, una grotta situata nella porzione sud – occidentale del massiccio apuano. In particolare il sito di campionamento, denominato “Galleria delle Stalattiti”, è situato ~400 m al di sotto della superficie e ~500 m dalla più vicina entrata della grotta. Nel corso di questi anni sono stati prelevati numerosi frammenti di concrezioni utilizzati per poter analizzare le variazioni climatiche che si sono susseguite nel corso dell’Olocene. Questi sono risultati particolarmente adatti per le ricostruzioni paleoclimatiche grazie al loro elevato contenuto in uranio e alla loro crescita lenta e consistente in una zona profonda e stabile del sistema carsico. Per il presente studio sono state analizzate tre stalagmiti: CC4, CC27 e CC53; per queste sono state eseguite le analisi degli isotopi stabili presso la facoltà di geologia dell’Università di Newcastle, Australia e quelle degli isotopi radioattivi all’Università di Melbourne, Australia. Le concrezioni sono state campionate, a diversa risoluzione, attraverso l’uso di trapani da dentista con punte da 1 a 0.7 mm e successivamente analizzate per determinarne la composizione isotopica (ossigeno e carbonio). Inoltre sono stati prelevati, sempre attraverso appositi trapani, anche i campioni per le datazioni i quali hanno permesso di ricostruire dei modelli preliminari d’età.
In particolare, in questo lavoro, è stata analizzata nel dettaglio la stalagmite CC27. Essa copre all’incirca l’intervallo temporale che va da ca. 16000 a ca. 2500 anni fa. Nei grafici elaborati è stato possibile riconoscere, partendo dalla base della concrezione, il picco positivo dell’Oldest Dryas con valori di δ13C intorno a 4,00‰ e di δ18O pari a -3,00‰, il BØlling – AllerØd e lo Younger Dryas. Successivamente la stalagmite ha registrato un miglioramento delle condizioni climatiche, probabilmente al passaggio Younger Dryas – Preboreale con valori di δ18O e di δ13C più negativi rispetto al periodo precedente (in accordo con un periodo caldo umido). In seguito la stalagmite presenta due hiatus, denominati H1 e H2. Lo hiatus principale H1 è stato interpretato come caratteristico di un periodo caldo umido correlabile con la deposizione del sapropel S1 in accordo con altre stalagmiti studiate in precedenza. Tra ca. 5000 e ca. 4000 anni fa, nelle curve isotopiche di ossigeno e carbonio, sono stati osservati picchi positivi indicativi di deterioramenti climatici ai quali è associato anche il collasso di alcune civiltà del Mondo Antico. Infine, a partire da 3500 anni si osserva un trend verso condizioni aride.
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