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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11062019-115718


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DINI, MICHELANGELO
URN
etd-11062019-115718
Titolo
Fattori di rischio per lo sviluppo di demenza associata alla Malattia di Parkinson: evidenze da uno studio retrospettivo su una popolazione di pazienti "de novo"
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Ceravolo, Roberto
Parole chiave
  • Malattia di parkinson
  • fattori di rischio
  • deficit cognitivi
  • cut-off
  • PDD
Data inizio appello
27/11/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/11/2089
Riassunto
La Malattia di Parkinson (MP) è una patologia neurodegenerativa legata alla degenerazione dei neuroni dopaminergici della Sostanza Nera, caratterizzata dalla presenza di sintomi motori come bradicinesia, rigidità, tremore e instabilità posturale. Negli ultimi decenni, il riconoscimento di deficit cognitivi associati alla MP ha acquisito un’importanza sempre maggiore. È stato osservato che i pazienti con MP possono presentare un declino cognitivo caratterizzato dalla presenza di deficit soggettivi, Mild Cognitive Impairment (MCI) e demenza (PDD). Alla luce del fatto che non esistono approcci terapeutici in grado di arrestare o invertire il declino cognitivo tipicamente osservato nella MP, la presenza di fattori clinici o fisiopatologici in grado di individuare quanto più precocemente i pazienti ad aumentato rischio di PDD rappresenta un ambito di ricerca particolarmente importante. Il presente studio indaga la presenza di eventuali aspetti clinici e fisiopatologici associati ad un maggior rischio di evolvere in PDD nel breve/medio (4 anni) e lungo termine (8 anni), in una coorte di pazienti con MP de novo. I risultati ottenuti suggeriscono che la presenza, al momento della diagnosi di MP, di un fenotipo motorio non tremorigeno, bassi livelli di scolarità, deficit delle funzioni esecutive, di memoria verbale, di ricerca visiva e velocità percettiva, oltre che una maggiore degenerazione dopaminergica nigrostriatale, sarebbero associati ad un maggior rischio di PDD nel breve/medio termine. Soltanto i deficit delle funzioni esecutive (in particolare di set-shifting) sono risultati essere associati ad un maggior rischio di PDD nel lungo termine. In base ai risultati ottenuti, sono stati proposti dei cut-off neuropsicologici, potenzialmente in grado di individuare pazienti ad aumentato rischio di PDD già nelle fasi iniziali della MP. È necessario che futuri studi confermino i risultati ottenuti e verifichino la validità dei cut-off proposti.
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