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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11062011-192907


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
AMABILE, ROSARIA
URN
etd-11062011-192907
Titolo
Organizzazione di un percorso di educazione alimentare e di formazione professionale in ambito nefrologico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE ASSISTENZIALI
Relatori
relatore Dott. Cupisti, Adamasco
Parole chiave
  • organizzazione dialisi
  • problematiche nutrizionali in dialisi
  • conoscenze nutrizionali in dialisi
  • progettazione corsi di formazione
Data inizio appello
12/12/2011
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
12/12/2051
Riassunto
L’emodialisi è una metodica di depurazione extracorporea realizzata mediante scambi di soluti e acqua tra il sangue e una soluzione polisalina (liquido di dialisi) separati da una membrana porosa semipermeabile (membrana dializzante).
Nel filtro hanno luogo i due processi fondamentali dell’emodialisi:
1. la depurazione del sangue dalle sostanze tossiche patologicamente ritenute ed il riequilibrio elettrolitico ed acido base;
2. la rimozione dall’organismo dei liquidi ritenuti in eccesso.
Il paziente in emodialisi può sviluppare di frequente anche una serie di problematiche nutrizionali, principalmente malnutrizione proteico-calorica ma anche eccessivo incremento ponderale interdialitico, iperpotassemia e iperfosforemia. Per questo le conoscenze di tali problematiche e delle corrette azioni preventive da parte sia del paziente sia del personale sanitario sono di importanza fondamentale per un’adeguata cura del paziente. Gli obiettivi della terapia nutrizionale nel paziente in emodialisi sono i seguenti:
• garantire un corretto apporto energetico;
• garantire un corretto soddisfacimento dell’aumentata richiesta proteica;
• garantire il controllo dell’equilibrio idrico per la prevenzione e gestione dell’ipertensione e delle problematiche cardiovascolari e garantire migliore tolleranza della seduta dialitica;
• garantire il controllo dell’apporto sodico al fine di ridurre il senso di sete e migliorare il controllo della pressione arteriosa;
• garantire il controllo dell’apporto di potassio al fine di evitare iperkaliemie brusche e rapide che possono essere causa di arresto cardiocircolatorio e/o morte;
• garantire il controllo dell’apporto del fosforo a prevenzione e/o controllo dell’osteodistrofia uremica. É quindi necessario limitare l’apporto di fosforo prescrivendo un moderato apporto di proteine (0.9-1 gr/Kg/die) e restringendo il consumo di cibi commerciali altamente processati [1].
Come si può facilmente dedurre dalle precedenti indicazioni nutrizionali è quindi indispensabile che i pazienti facciano estrema attenzione nella scelta dei cibi e pongano particolare attenzione alle indicazioni nutrizionali del contenuto di nutrienti presenti negli alimenti, spesso indicati con nomi scientifici e quindi non facili da individuare (gli additivi alimentari come i polifosfati per esempio sono indicati con sigle e contengono un considerevole quantitativo di fosforo assimilabile al 100% dall’organismo, per cui bisogna tener conto di questo extra-apporto di fosforo). In questo elaborato sono state verificate le conoscenze nutrizionali degli infermieri e dei pazienti in emodialisi. Sono stati reclutati 191 pazienti in emodialisi (119 m, 72 f di età compresa tra 62 ±13 anni) e 105 infermieri di dialisi (28 m, 77 f di età compresa tra 41±7 anni) di 5 centri dialisi della Toscana. A tutti è stata somministrata la traduzione italiana del questionario Chronic Kidney Disease (CKD) knowledge assessment tool for nutrition (CKDKATN), composto da 25 domande a risposta multipla: 15 interessano il fosforo e le altre 10 il sodio, il potassio e le proteine. Il questionario è fondato sulle linee guida della National Kidney Foundation (National Kidney Foundation website, KDOQI Clinical practice guidelines). Il punteggio è dato dal numero di risposte corrette. Un gruppo di 86 dipendenti dell’ospedale (26 m, 60 f di età compresa tra 48,3±11 anni) hanno costituito il gruppo di controllo. I pazienti non collaboranti o non in grado di rispondere autonomamente sono stati esclusi. Sono stati raccolti dati tra cui età, sesso, peso corporeo, uso di chelanti del fosforo. I punteggi dei pazienti sono stati inferiori rispetto a quelli degli infermieri (11,6±3,9 vs 16±2,2, p<0.001) anche se i pazienti erano leggermente sopra i controlli (10,6 ±3,2, p<0.05). In tutti e tre i gruppi la percentuale di risposte corrette per la conoscenza del fosforo è stata inferiore se confrontata con la conoscenza delle altre sostanza nutritive. In conclusione i risultati hanno evidenziato che le conoscenze nutrizionali dei pazienti in emodialisi, in particolare nei pazienti con iperfosforemia, non sono soddisfacenti anche se superiori rispetto alla popolazione generale. Di conseguenza una maggiore formazione di tipo nutrizionale rivolta agli infermieri e una maggiore informazione rivolta ai pazienti con cattivo controllo della fosforemia potranno favorire un controllo più efficace del bilancio del fosforo, nonchè una significativa riduzione dei costi implicati nel trattamento e quindi una migliore qualità di cura dei pazienti in emodialisi. Come applicazione pratica di queste raccomandazioni viene quindi proposto un progetto di educazione alimentare indirizzato ai pazienti e di formazione professionale indirizzato a figure specialistiche in ambito nefrologico. É da sottolineare quanto sia importante che l’azienda ospedaliera si preoccupi di questo aspetto per poter ottimizzare i risultati dei pazienti che sono sottoposti a dialisi e dei pazienti che lo saranno in futuro, anche per regolare al meglio il bilancio dei costi e per garantire ai pazienti una migliore qualità di vita e quindi offrire un servizio migliore. Il paziente deve essere informato ed educato a conoscere e selezionare gli alimenti più adatti e a riconoscere gli alimenti da escludere. Gli infermieri devono collaborare con medici e dietisti nell’ottimizzazione del processo di dialisi, impegnandosi in un processo di aggiornamento e informazione continua. In conclusione, come evidenziato dai risultati dello studio, questa tesi sottolinea il bisogno di una maggiore informazione alimentare per i pazienti e di una maggiore formazione in ambito nutrizionale degli infermieri di dialisi. Nasce quindi la proposta di un progetto di formazione mediante corsi, per pazienti e infermieri, al fine di affrontare con maggiori strumenti e consapevolezza le complesse problematiche dietetico-nutrizionali di ambito nefrologico.
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