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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11052016-212419


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BONANNO, MANUELA
URN
etd-11052016-212419
Titolo
Corleone: il riscatto dell'antimafia.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
PROGRAMMAZIONE E POLITICA DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Andretta, Massimiliano
Parole chiave
  • mafia
  • antimafia
Data inizio appello
28/11/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Mafia e Antimafia: due poli opposti, antitetici, generati, l’uno, dall’arroganza e dalla sopraffazione; dalla legittima rivendicazione del diritto di libertà, l’altro. Il lavoro si focalizza, in una prima parte, sulle origini del fenomeno mafioso, radicate nel sistema ancora “ feudale” vigente nella Sicilia di fine Ottocento, in cui i grandi proprietari terrieri ricorsero ai gabellotti per bloccare sul nascere ogni pretesa dei contadini sulle terre incolte. L’assassinio e la strage divennero la cifra identificativa del potere dei mafiosi, che disseminarono di morti la Sicilia: Bernardino Verro, Placido Rizzotto, tra i nomi più noti dei sindacalisti uccisi, e tante altre vittime, anche sconosciute come quegli uomini e quelle donne che persero la vita il Primo maggio 1947 a Portella della Ginestra.
Non si spense, per questo, il desiderio di riscatto dalla mafia. Con i sindacalisti era iniziata “l’altra storia”, una vera epopea costruita dal “basso”, per molti anni misconosciuta, che registrò anche vittorie, come la Riforma agraria del 1950, un traguardo che sanciva la legittimità di tante lotte.
Ma la mafia, durante il Novecento, riuscì a permeare tutti i settori socio-economici, annidandosi, e integrandosi, nella politica e nella finanza, come ben compresero i magistrati Falcone e Borsellino.
Le stragi di Capaci e di Via D’Amelio testimoniarono, ancora una volta, la crudele determinazione dei mafiosi, ma, al tempo stesso, provocarono una reazione vasta e, forse, inattesa nelle proporzioni.
Da quell’“Antimafia contadina”, poco visibile e circoscritta, gradualmente, si passava a un coinvolgimento delle coscienze sempre più esteso nella società, quella degli onesti, che, raccogliendo il testimone di coloro che tanto avevano creduto in questa lotta, hanno cominciato a scardinare quel sistema di consensi sottesi, latenti, intrisi di omertà, vero supporto alla mafia.
Cogliere quanto è scaturito da quella tragedia è l’assunto della seconda parte del lavoro, che ha voluto focalizzarsi sui termini sociali e culturali di una vera e propria palingenesi, quella che da molti è stata definita la “Primavera corleonese”. E’ stato galvanizzante avvicinare quanti a Corleone, giovani soprattutto, sono, oggi, protagonisti di un impegno fattivo e quotidiano, sia lavorando le terre confiscate ai mafiosi sia creando occasioni di confronto sulla Legalità.
Il profilo della tesi si è, così, configurato con l’esperienza fatta “sul campo”, registrando quanto ampio e convinto sia il fronte antimafia, quello quotidiano, che non sempre viene alla ribalta o sale agli onori della cronaca.
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