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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11052013-161139


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PUGLIESE, GIOVANNA
URN
etd-11052013-161139
Titolo
Pluralismo e concorrenza nel mercato delle media industries
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Mangani, Andrea
Parole chiave
  • Pluralismo
  • concentrazione
  • indicatori
Data inizio appello
02/12/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Pluralismo e concorrenza nel mercato delle media industries

La nozione di pluralismo dell’informazione assicura che i mezzi di comunicazione di massa esprimano i più ampi e differenti contenuti possibili, affinché sia garantito il rispetto delle differenze culturali, politiche e sociali e l’eguale partecipazione alla democrazia.
Considerata la relazione del termine pluralismo con i diritti fondamentali di espressione e di opinione e, in definitiva, con lo stesso concetto di democrazia, un termine di riferimento per le Costituzioni europee è rappresentato dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo (CEDU), e in particolar modo dall’art. 10, il quale esprime il diritto ad avere e ricevere informazioni ed idee imparziali.
Da un punto di vista economico, le peculiarità che caratterizzano le media industries sono individuate nell’ambito della cosiddetta teoria dei mercati a due versanti (two sided markets).
A partire da tale teoria, sono presi in esame vari aspetti economici rilevanti ai fini del presente studio. Infatti, data l’importanza di esprimere diversi punti di vista all’interno di Stati democratici, è trattata una tematica di grande interesse economico, politico e culturale: la diversità dei contenuti media. Quest’ultima può esprimersi in termini di qualità, di differenziazione temporale nella trasmissione dei contenuti, o di tendenza a modificare le stesse informazioni a causa di inclinazioni politico-economiche.
Strettamente collegata a tale tematica è la struttura di mercato dei media e la sua concentrazione. Anche se la crescita dimensionale appare giustificata, in prima istanza, dal miglioramento dell’efficienza, potrebbe poi essere accompagnata da un accumulo di potere nel mercato che a sua volta può condurre a pratiche e comportamenti che contrastano l’interesse generale. Per questo sono necessari interventi pubblici che assicurino il mantenimento di livelli adeguati di concorrenza e frenino gli abusi delle posizioni dominanti.
In risposta alle preoccupazione espresse relativamente alla concentrazione del mercato dei media e alle sue ripercussioni sulla libertà di espressione, la Commissione Europea ha avanzato uno studio volto alla creazione di uno strumento di monitoraggio che valuti il livello di pluralismo informativo negli Stati membri. Costruito entro un modello di risk-based framework, lo studio sviluppa un sistema di indicatori raggruppati in tre macro-aree: area giuridica, economica e socio-demografica. Gli indicatori sono resi esecutivi mediante la creazione di un programma, il cosiddetto Media Pluralism Monitor (MPM) che si configura, dunque, ad essere uno strumento di cui ogni stakeholder può avvalersi per verificare lo stato di salute del pluralismo nel rispettivo panorama mediatico.
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