Tesi etd-10242024-162258 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
GATTUSO, PAOLA
URN
etd-10242024-162258
Titolo
Vantaggi e limiti della chirurgia robotica nel paziente fragile > 80 anni sottoposto a cistectomia radicale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
UROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Bartoletti, Riccardo
correlatore Dott. Pomara, Giorgio
correlatore Dott. Pomara, Giorgio
Parole chiave
- cistectomia radicale
- grande anziano
- ORC
- RARC
- robot
- tumore vescicale muscolo invasivo
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tumore della vescica muscolo-invasivo (MIBC) non metastatico rappresenta la settima neoplasia più diagnosticata nell’uomo, la decima se si considerano entrambi i sessi. La cistectomia radicale con linfadenectomia pelvica è ancora oggi il gold standard nel trattamento di questa neoplasia, oltre a essere l’intervento di maggiore complessità nell’ambito della chirurgia urologica. La cistectomia radicale, grazie all’ampia diffusione del sistema DaVinci, è ormai diventata un intervento prevalentemente eseguito con tecnica robotica soprattutto nei grandi centri, con importanti vantaggi in termini di perdite ematiche intra- e post-operatorie, miglior recupero funzionale e ridotti tempi di degenza ospedaliera.
Le ultime revisioni sistematiche presenti in letteratura confermano la sostanziale equivalenza in termini di radicalità oncologica e rischio di recidive tra i pazienti sottoposti a chirurgia open piuttosto che robotica, così come risultano sovrapponibili parametri come margini chirurgici positivi, estensione della linfadenectomia, tasso di complicanze a 30 e 90 giorni dall’intervento e tempi di degenza ospedaliera. Viene confermata invece la superiorità della chirurgia robotica in termini di controllo dei sanguinamenti intraoperatori, grazie soprattutto all’utilizzo dello pneumoperitoneo.
I pazienti in età avanzata presentano un rischio elevato di complicanze perioperatorie non solo correlate alla chirurgia, ma soprattutto alla presenza di comorbidità o terapia farmacologica concomitante, oltre allo stato generale di performance. Precedenti studi clinici hanno dimostrato che la chirurgia robotica è in grado di migliorare il rischio di complicanze in virtù dell’accesso mini-invasivo e del minor pericolo di sanguinamento. (J.Robot.Surg. 2023; 17:1629-1635)
Scopo di questa tesi è quello di confrontare i risultati della cistectomia tradizionale open rispetto alla chirurgia robotica in soggetti ottuagenari affetti da neoplasia vescicale infiltrante. 38 pazienti sottoposti a cistectomia robotica tra il 2019 e il 2024 (gruppo A) sono stati confrontati con 43 pazienti sottoposti a cistectomia open tra il 2017 e il 2021 (gruppo B). Il gruppo B è costituito da pazienti afferenti a 4 UO di Urologia, trattati da chirurghi diversi. Il gruppo A rappresenta una casistica monocentrica singolo operatore. Lo studio risulta quindi retrospettivo multicentrico.
I parametri di outcomes utilizzati all’interno di questo studio sono:
- Perdite ematiche intra-operatorie;
- Tempi operatori;
- Numero di complicanze nell’immediato post-operatorio;
- Giorni di degenza ospedaliera
Dopo la raccolta retrospettiva, il database è stato analizzato mediante software IBM SPSS Statistics. Valutata la distribuzione normale o meno (mediante test di Shapiro-Wilk), sono stati utilizzati test T-student, ANOVA e Mann-Whitney per la ricerca della significatività, considerando significativo un valore di p < 0.05.
Questo studio ha confermato, in termini di perdite ematiche intraoperatorie, risultati migliori nel gruppo A rispetto al B (111,84 ± 33,42 ml le perdite ematiche in media nel gruppo A contro 871,56 ml del gruppo B, con un p-value 5,95x10-3). Il numero di trasfusioni intra e post-operatorie sono state esigue in entrambi i gruppi (2 emotrasfusioni nel gruppo A e 9 emotrasfusioni nel gruppo B) e, data la piccola numerosità del campione, un’analisi statistica non produrrebbe risultati attendibili.
Non risulta invece esserci una significatività statistica in termini di tempi operatori tra cistectomie open e robotiche (tempi medi 242,41 ± 65,52 min nel gruppo B contro 236,44 ± 95,28 min nel gruppo A, con un p-value 0,477).
Il numero maggiore di complicanze è stato riscontrato fra i pazienti del gruppo B (39% vs 23%). Nel dettaglio, è stata riscontrata maggiore prevalenza di complicanze di grado 2 secondo la Classificazione di Clavien-Dindo in entrambi i gruppi (58% nel gruppo B, 66% nel gruppo A).
Infine, per quanto riguarda la degenza post-operatoria, la media dei giorni di degenza del gruppo B risulta di 16,1 ± 14,43 giorni contro 8,13 ± 5,66 giorni di media del gruppo A (p-value 7,11x10-7), dato che assume importanza anche nella valutazione dei costi globali legati alla procedura robotica.
Non sono state riscontrate differenze significative nei due gruppi in relazione al tipo di derivazione urinaria prescelta e al conseguente rischio di complicazioni derivanti da una derivazione con ureterocutaneostomia rispetto al confezionamento di un condotto ileale secondo Bricker.
I limiti di questo studio sono principalmente legati a un ridotto campione di pazienti e all’eterogeneità degli operatori per quanto riguarda il gruppo delle cistectomie open, poiché gli operatori hanno skills chirurgiche diverse e pertanto il dato statistico non può essere considerato omogeneo. Lo studio manca, inoltre, dei dati di osservazione del paziente nel medio e nel lungo termine, per cui non è possibile al momento stabilire l’impatto dei due approcci chirurgici sulla radicalità oncologica e se esistono reali differenze sulla qualità di vita del paziente connesse alle diverse derivazioni urinarie.
Da questo studio è emerso, quindi, che la cistectomia robotica nel paziente ultraottantenne presenta importanti vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, giustificando così l’utilizzo sempre più predominante della chirurgia robotica anche nel trattamento di questa patologia.
Le ultime revisioni sistematiche presenti in letteratura confermano la sostanziale equivalenza in termini di radicalità oncologica e rischio di recidive tra i pazienti sottoposti a chirurgia open piuttosto che robotica, così come risultano sovrapponibili parametri come margini chirurgici positivi, estensione della linfadenectomia, tasso di complicanze a 30 e 90 giorni dall’intervento e tempi di degenza ospedaliera. Viene confermata invece la superiorità della chirurgia robotica in termini di controllo dei sanguinamenti intraoperatori, grazie soprattutto all’utilizzo dello pneumoperitoneo.
I pazienti in età avanzata presentano un rischio elevato di complicanze perioperatorie non solo correlate alla chirurgia, ma soprattutto alla presenza di comorbidità o terapia farmacologica concomitante, oltre allo stato generale di performance. Precedenti studi clinici hanno dimostrato che la chirurgia robotica è in grado di migliorare il rischio di complicanze in virtù dell’accesso mini-invasivo e del minor pericolo di sanguinamento. (J.Robot.Surg. 2023; 17:1629-1635)
Scopo di questa tesi è quello di confrontare i risultati della cistectomia tradizionale open rispetto alla chirurgia robotica in soggetti ottuagenari affetti da neoplasia vescicale infiltrante. 38 pazienti sottoposti a cistectomia robotica tra il 2019 e il 2024 (gruppo A) sono stati confrontati con 43 pazienti sottoposti a cistectomia open tra il 2017 e il 2021 (gruppo B). Il gruppo B è costituito da pazienti afferenti a 4 UO di Urologia, trattati da chirurghi diversi. Il gruppo A rappresenta una casistica monocentrica singolo operatore. Lo studio risulta quindi retrospettivo multicentrico.
I parametri di outcomes utilizzati all’interno di questo studio sono:
- Perdite ematiche intra-operatorie;
- Tempi operatori;
- Numero di complicanze nell’immediato post-operatorio;
- Giorni di degenza ospedaliera
Dopo la raccolta retrospettiva, il database è stato analizzato mediante software IBM SPSS Statistics. Valutata la distribuzione normale o meno (mediante test di Shapiro-Wilk), sono stati utilizzati test T-student, ANOVA e Mann-Whitney per la ricerca della significatività, considerando significativo un valore di p < 0.05.
Questo studio ha confermato, in termini di perdite ematiche intraoperatorie, risultati migliori nel gruppo A rispetto al B (111,84 ± 33,42 ml le perdite ematiche in media nel gruppo A contro 871,56 ml del gruppo B, con un p-value 5,95x10-3). Il numero di trasfusioni intra e post-operatorie sono state esigue in entrambi i gruppi (2 emotrasfusioni nel gruppo A e 9 emotrasfusioni nel gruppo B) e, data la piccola numerosità del campione, un’analisi statistica non produrrebbe risultati attendibili.
Non risulta invece esserci una significatività statistica in termini di tempi operatori tra cistectomie open e robotiche (tempi medi 242,41 ± 65,52 min nel gruppo B contro 236,44 ± 95,28 min nel gruppo A, con un p-value 0,477).
Il numero maggiore di complicanze è stato riscontrato fra i pazienti del gruppo B (39% vs 23%). Nel dettaglio, è stata riscontrata maggiore prevalenza di complicanze di grado 2 secondo la Classificazione di Clavien-Dindo in entrambi i gruppi (58% nel gruppo B, 66% nel gruppo A).
Infine, per quanto riguarda la degenza post-operatoria, la media dei giorni di degenza del gruppo B risulta di 16,1 ± 14,43 giorni contro 8,13 ± 5,66 giorni di media del gruppo A (p-value 7,11x10-7), dato che assume importanza anche nella valutazione dei costi globali legati alla procedura robotica.
Non sono state riscontrate differenze significative nei due gruppi in relazione al tipo di derivazione urinaria prescelta e al conseguente rischio di complicazioni derivanti da una derivazione con ureterocutaneostomia rispetto al confezionamento di un condotto ileale secondo Bricker.
I limiti di questo studio sono principalmente legati a un ridotto campione di pazienti e all’eterogeneità degli operatori per quanto riguarda il gruppo delle cistectomie open, poiché gli operatori hanno skills chirurgiche diverse e pertanto il dato statistico non può essere considerato omogeneo. Lo studio manca, inoltre, dei dati di osservazione del paziente nel medio e nel lungo termine, per cui non è possibile al momento stabilire l’impatto dei due approcci chirurgici sulla radicalità oncologica e se esistono reali differenze sulla qualità di vita del paziente connesse alle diverse derivazioni urinarie.
Da questo studio è emerso, quindi, che la cistectomia robotica nel paziente ultraottantenne presenta importanti vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, giustificando così l’utilizzo sempre più predominante della chirurgia robotica anche nel trattamento di questa patologia.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
TESIGATTUSO.pdf | 341.25 Kb |
Contatta l’autore |