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Attraverso l'utilizzo di fonti di varia natura, si è tentato di ricercare gli aspetti esperienziali, le dinamiche migratorie e gli aspetti emotivi (in particolare il sentimento della nostalgia) dell'emigrazione. Le autobiografie e le lettere di emigrati calabresi rinvenute rispettivamente presso l'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, e la Fondazione Paolo Cresci di Lucca hanno permesso di tracciare quelle che sono le dinamiche principali del progetto migratorio: la partenza, l'arrivo, l'integrazione, e soprattutto la catena migratoria.
La consultazione online di alcuni documenti digitalizzati sul sito del "National Archive of Australia" ci ha dato l'opportunità di ricostruire parte dell'emigrazione da Platì, comunità montana dell'Aspromonte, verso l'Australia. È stato possibile sottolineare la grande concentrazione nella città di Griffith, conferma del forte utilizzo della catena migratoria. È emerso inoltre il disagio subito nel periodo della seconda guerra mondiale a causa dell'internamento di molti italiani nei campi di internamento fino alla caduta del fascismo.
Infine, attraverso dei video amatoriali registrati a Platì, e con l’apporto di alcune autobiografie dell'Archivio Diaristico Nazionale, è stato possibile concentrarsi sulla nostalgia, sull'evoluzione che essa ha subito nel corso della sua storia, influenzata dai contesti storici, sociali, culturali, e dal progresso tecnologico.