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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10232018-121841


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRESCIANI, MIRIAM
URN
etd-10232018-121841
Titolo
Agli albori della filosofia: la figura di Ferecide di Siro
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Centrone, Bruno
Parole chiave
  • Ferecide di Siro
  • cosmogonia
  • teogonia
  • filosofia
  • Pitagora
  • or
Data inizio appello
12/11/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Ai fini di questa tesi sono state raccolte le testimonianze più significative riguardanti la figura di Ferecide di Siro. Abbiamo riassunto le notizie di cui disponiamo relative alla vita del Saggio, ponendo particolare attenzione alla cronologia. Avvolto da un’aura di mistero, viene descritto nelle testimonianze come un santone e un taumaturgo. Rimane dubbio quanto ci fosse di vero in tali descrizioni ma abbiamo potuto collocare la sua esistenza, con un buon margine di probabilità, nel VI secolo a.C., considerandolo di poco più anziano di Pitagora, suo allievo.
È stato osservato in maniera approfondita il contenuto della sua opera, dando un ordine ai vari frammenti in cui venivano citate sezioni più o meno ampie della sua cosmogonia. Abbiamo visto che tale lavoro non è una teogonia come molte, ma che anzi si presenta agli occhi del lettore più attento come una sorta di interpretazione fisica dell’universo, uno sforzo di espandere il mito in una direzione più razionale e allo stesso tempo assai creativa. Parliamo di creatività in quanto non sono stati trovati concreti paralleli della sua storia in nessun’altra teogonia antica. La storia di Chronos e i semi, Zas e Chtonia e la creazione quasi-demiurgica del mondo, lo sviluppo di una mitologia totalmente originale, sono solo pochi elementi che ci dimostrano quanto di nuovo dovesse aver scritto Ferecide.
Abbiamo dunque tentato di proporre un’ipotesi riguardo la collocazione dei temi all’interno della sua opera per capire come si doveva essere sviluppata. Ciò che ne è derivato è una storia teogonica con tre principi esistenziali come iniziatori del mondo che poi, nel corso dell’opera, forse si sarebbero andati a trasformare assumendo caratteristiche simili a quelle delle divinità omeriche. Con ciò si intende dire che, se all’inizio dell’opera Chronos, Zas e Chtonia altro non erano se non principi primordiali, in seguito si sarebbero trovati ad assumere un ruolo attivo nella storia dell’universo, soprattutto nelle sezioni del testo più propriamente mitologiche come la battaglia tra Chronos e Ofioneo. Ci siamo soffermati su tali argomenti anche nel tentativo di ricercare quanto di filosofico potesse esservi, interpretando, per quanto è possibile, i frammenti pervenutici.
L’ultimo capitolo rappresenta un tentativo di ricerca dei possibili modelli e delle eventuali influenze dell’opera di Ferecide. Si sono ricercati i possibili modelli all’interno della tradizione orfica, ma purtroppo tale tentativo non può ancora portare ad una risposta definitiva in quanto le testimonianze riguardanti le teogonie orfiche, le rapsodie orfiche e, più in generale, le idee e le convinzioni che pervadevano l’orfismo, sono spesso riferite in periodi posteriori a quando viveva il Saggio di Siro. Per quanto riguarda le influenze, grazie alla citazione che Apollonio fece dell’opera ferecidea, mettendo in bocca ad Orfeo parole che non possono non ricordare la cosmogonia di cui ci siamo occupati, possiamo ammettere che il suo testo abbia in qualche modo continuato a circolare. Si è poi cercato di comprendere in quale modo Ferecide potesse aver contribuito a dare il via ad alcune tematiche filosofiche approfondite in quel periodo dai physikoi, primo tra tutti Pitagora, suo allievo. Per fare ciò è stato necessario soffermarsi sulla dottrina della metempsicosi, famosa grazie al filosofo di Samo ma probabilmente introdotta da Ferecide che forse l’aveva conosciuta tramite gli orfici.
In seguito è stata analizzata una lettera spuria di Ferecide a Talete, riportata da Diogene Laerzio. Tale epistola ci ha aperto gli occhi riguardo la questione della circolazione dell’opera ferecidea. Partendo da tale presupposto abbiamo cercato i possibili punti di contatto di Ferecide con Talete e con Empedocle.
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