• Platone
• conflitto psichico
• anima
• akrasia

Il presente lavoro si propone di trattare le diverse concezioni dell'anima presenti in alcune opere del corpus platonico, in relazione alle differenti soluzioni al problema dell'akrasia. Affronto quindi in un primo momento l'idea socratica della psiche come entità monolitica razionale, e l'intellettualismo etico come soluzione al problema dell'akrasia in quanto sua eliminazione alla radice. Introduco quindi la psicologia tripartita nel IV libro della Repubblica soffermandomi sul conflitto interiore di Medea e Fedra, protagoniste delle tragedie euripidee La Medea e L'Ippolito. Attraverso un confronto fra il IV libro della Repubblica e l'ultima opera di Platone, le Leggi, mostro come la psicologia tripartita presente nella prima, nelle seconde tenda ad essere risolta in una opposizione fra ragione da una parte e piaceri e dolori dall'altra, assorbendo nella sfera irrazionale lo thymos, che perde la funzione mediatrice e risolutrice del conflitto psichico propria dello thymoeides. Osservo quindi che in queste due opere, l'instaurazione di una condizione psichica virtuosa risulta da due diverse modalità di relazione fra ragione e sfera irrazionale: nella Repubblica si tratta di stabilire una gerarchia armonica al cui vertice vi è la ragione, che ha il compito di moderare, senza eliminare, i desideri delle altre due istanze psichiche; nelle Leggi, invece, si parla di coordinazione o consonanza fra razionalità e passioni nei termini di comando costrittivo della prima sulle seconde, volto alla loro neutralizzazione.