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Tesi etd-10192016-105954


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MARRUCCI, ELIA
URN
etd-10192016-105954
Titolo
L'utopia di Aristofane per il Platone politico: il rapporto Ecclesiazuse - Repubblica V e Lisistrata - Politico.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Tulli, Mauro
controrelatore Prof. Grilli, Alessandro
Parole chiave
  • Utopia
  • politica
  • commedia
  • dialogo
  • Kreuzung der Gattungen
  • leadership culturale.
Data inizio appello
07/11/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ripresa e discussione all'interno di Repubblica V e Politico di elementi contenuti in Ecclesiazuse e Lisistrata può essere considerata un esempio della Kreuzung der Gattungen operata da Platone nella trasmissione del suo pensiero; più precisamente come esempio dell’influenza esercitata dalla commedia ed in particolare da Aristofane sulla messa in scena del dialogo. Le coincidenze a livello intertestuale tra le opere in esame, sono infatti indizio di una più profonda dipendenza transtestuale , legata al riuso ed impiego da parte di Platone – così secondo la prospettiva del presente contributo – di alcuni elementi della “grammatica” aristofanea contenuti negli agoni di Lisistrata ed Ecclesiazuse in alcune sezioni di Repubblica V e Politico: la progettualità comica nel segno dell’utopia, la drammatizzazione metaforica.

Nel primo capitolo di questo contributo, dedicato alla ripresa in esame della vexata quaestio legata al rapporto tra Ecclesiazuse e Repubblica V, si è voluto raccogliere elementi già noti e proporne di ulteriori, atti a dimostrare – come da tempo una minoritaria parte della critica sostiene – la ripresa da parte di Platone del progetto comico «comunistico» nella sezione etico-politica del libro V dei contenuti dell’agone delle Ecclesiazuse, nel segno dell’attenzione del filosofo ad approfondire e mutare di segno l’utopia distopica di Aristofane attraverso gli strumenti analitici del dialogo. Platone sottolinea così da una parte la capacità del dialogo di proporsi come nuova forma di commedia nel segno di una poetica antitetica a quella tradizionale, dall’altra la superiorità del dramma filosofico nel veicolare contenuti etico-politici e dunque la dignità dell’Accademia ad assumere una leadership culturale nel constest tra generi letterari e figure di intellettuali – si pensi ai sofisti ma anche ad Isocrate – attivi nell’Atene del V-IV secolo.

Il secondo capitolo, dedicato all’analisi di un probabile caso d’intertestualità tra la Lisistrata ed il Politico, è invece teso a dimostrare la parallela ripresa da parte di Platone, nella seconda parte di un dialogo prossimo per contenuti e prospettive a Repubblica V, di una rete di metafore legate alla tessitura che costituisce il cuore propulsivo del progetto comico della commedia aristofanea. In questo caso, fuori da ogni possibile dubbio legato ad incertezze sulla cronologia assoluta delle due opere, Platone riprende nella parte finale del Politico l’impiego metaforico delle azioni connesse al processo concreto del tessere fatto da Aristofane nella Lisistrata per descrivere normativamente un progetto politico eversivo delle logiche attive nella πόλις democratica. Platone riusa nello stesso senso del suo modello la rete di metafore legate ai processi componenti il tessere, approfondendone le potenzialità euristiche in modo da descrivere sul piano normativo un’idea di amministrazione politica che muta alcuni presupposti del progetto comico alla base delle due ondate contenute proprio in Repubblica V: dalla prospettiva d’un comunismo eugenetico-esclusivistico, alla estensione del disegno politico a tutti i πολῖται della Kallipolis con l’unico discrimine dato dal possesso, anche se parziale, di un carattere virtuoso.

Si configura in questo modo un rapporto intrecciato tra le due coppie di testi, secondo il quale Platone riprende in vari momenti elementi del discorso comico di Aristofane nella riflessione sulle condizioni di esistenza ed attuabilità del proprio progetto politico nel percorso che da Repubblica V va verso le Leggi e al contempo riflette con maggior profondità analitica sulle potenzialità euristiche delle idee alla base dei progetti comici di Aristofane. Confrontati i caratteri del progetto politico del Politico con quelli di Repubblica V, si giunge alla conclusione che Platone ha in un certo senso reinterpretato e approfondito l’Aristofane della Lisistrata per tornare ad aderire maggiormente al progetto utopistico di Prassagora nelle Ecclesiazuse, pur tuttavia mantenendo fermo il discorso sulla centralità della virtù e quindi di un discorso letterario incentrato su di esse, in continuità con le affermazioni di una rinnovata poetica comica contenute tanto in Repubblica V quanto nel Filebo. Le variazioni, i mutamenti che Platone mette in atto avvicinandosi o distanziandosi dal discorso di Aristofane ricevono spiegazione e pregnanza semantica soltanto se considerati entro un quadro di transtestualità. Gli interventi sul proprio progetto politico operati da Platone sono emanazione di un ben preciso progetto di matrice comica a monte, traccia di concreti ipotesti facilmente riconoscibili.
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