Tesi etd-10182021-095646 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TOMATIS, CHIARA
URN
etd-10182021-095646
Titolo
La malnutrizione in pazienti affette da anoressia nervosa estrema: studio osservazionale sul trattamento riabilitativo nutrizionale intensivo.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Gravina, Giovanni
correlatore Dozio, Eugenia
correlatore Dozio, Eugenia
Parole chiave
- anoressia nervosa
- composizione corporea
- disturbi alimentari
- disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
- riabilitazione nutrizionale
- stato nutrizionale
- trattamento riabilitativo nutrizionale intensivo
Data inizio appello
03/11/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/11/2091
Riassunto
Introduzione: L’anoressia nervosa (AN) è un disturbo alimentare caratterizzato da una forma primaria di malnutrizione proteico-energetica che interessa generalmente adolescenti e giovani adulti. Nel processo di cura è fondamentale la riabilitazione nutrizionale (RN); nei casi in cui è presente un rifiuto di alimenti solidi o integratori orali viene utilizzata la nutrizione enterale (NE). Recenti studi hanno dimostrato che pazienti con grave AN possono accettare la nutrizione artificiale (NA tramite SNG e/o integratori per OS) come un intervento di aiuto necessario.
Per la valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale, nella pratica clinica, viene utilizzata l’impedenza bioelettrica (BIA- Bioelectrical Impedance Analysis), tecnica non invasiva con la quale è possibile ottenere indicazioni più accurate rispetto al solo BMI (Body Mass Index), che può essere influenzato dall’acqua extracellulare (ECW).
Lo scopo di questo studio osservazionale-retrospettivo è di identificare i vari cambiamenti antropometrici ottenuti, in base all’intervento nutrizionale effettuato (NE e/o cibo solido) e alla lunghezza del tempo di ricovero, valutati anche attraverso l’utilizzo dell’esame bioimpedenziometrico come strumento necessario per spiegare le variazioni di peso in termini di composizione corporea.
Materiali e metodi: È stata condotta un’analisi retrospettiva su pazienti affette da AN di grado estremo seguite in ambito riabilitativo intensivo residenziale. Sono stati valutati: parametri antropometrici – peso (kg), altezza (m) e BMI (kg/m2); bioimpedenziometrici: angolo di fase (PA°), acqua totale corporea (TBW %), acqua extracellulare (ECW %), acqua intracellulare (ICW %), indice di massa cellulare corporea (BCMI kg/m), massa grassa (FM %) e massa magra (FFM %) – mediante BIA Akern 101 BIVA PRO in determinati momenti del percorso riabilitativo. La tipologia di nutrizione effettuata (NE e/o alimentazione per os) e l’introito calorico totale e proteico giornaliero sono stati confrontati con la variazione dei dati antropometrici e bioimpedenziometrici. Per le analisi statistiche è stato utilizzato il software IBM – SPSS Statistics VS26 applicando il T-test dei campioni accoppiati, l’ANOVA Test ad una via e il test a campioni indipendenti.
Risultati: Sono state selezionate N=34 pazienti di sesso femminile (età media 25,7 ± 9,06 anni) con diagnosi di AN estrema (BMI 12,97 ± 1,47 kg/m2) e durata del ricovero pari a 195 ± 112 giorni. Le kcal giornaliere sono state assunte con NA (tramite SNG) e/o ONS e/o con alimentazione per os; questi valori sono stati posti in analisi con la variazione dei dati antropometrici e bioimpedenziometrici: si riscontrano miglioramenti del peso (6 ± 5,02 kg), del BMI (2,45 ± 1,84 kg/m2), del BCMI (1,45 ± 1,27 kg/m), del PA° (0,61 ± 0,96°) e dell’ICW (4,79 ± 4,48 %); si individua invece una riduzione della TBW (8,17 ± 7,34 %) e dell’ECW (4,79 ± 4,48 %). Tutti le variazioni sono risultate statisticamente significative all’interno del nostro campione (p-value < ,05).
Le N=34 pazienti sono state suddivise in 3 gruppi in base al tempo di lunghezza di ricovero: minore di 4 mesi (Gruppo 1), tra 4 e 10 mesi (Gruppo 2), maggiore di 10 mesi (Gruppo 3); confrontando i vari gruppi si nota che, mantenendo un apporto calorico medio pressoché simile il miglioramento dei valori antropometrici e bioimpedenziometrici è statisticamente significativo soltanto nel terzo gruppo, confermando così quanto la variabile lunghezza del tempo di ricovero possa incidere sugli esiti della riabilitazione.
Una seconda analisi ha coinvolto N=23 pazienti (età media 26 ± 10 anni, BMI 13,32 kg/m2) alimentate con nutrizione artificiale per 72 ± 42 giorni. Durante il percorso di cura si verificano cambiamenti positivi dei parametri antropometrici e bioimpedenziometrici (aumento del peso: 3,47 ± 1,77 kg, del BMI: 1,33 ± 0,74 kg/m2, del BCMI: 0,88 ± 0,75 kg/m, dell’angolo di fase: 0,36 ± 0,58° e di ICW: 2,75 ± 4,37 %; con una riduzione della TBW: 4,60 ± 4,17 % e dell’ECW: 2,75 ± 4,37 %). Sulla base della durata della nutrizione artificiale le N=23 pazienti sono state suddivise in 3 sottogruppi: minore di 50 giorni (Gruppo A), tra 50 e 80 giorni (Gruppo B) e maggiore di 80 giorni (Gruppo C). La durata del trattamento con NA non ha modificato significativamente i parametri antropometrici e bioimpedenziometrici nei vari gruppi, per tale motivo, per comprendere l’effetto della NA sullo stato nutrizionale nel tempo riabilitativo, sarebbe necessario avere un campione più numeroso.
Un’ulteriore analisi ha confrontato: N=23 pazienti (Gruppo I) alimentate durante il primo mese di ricovero con la nutrizione artificiale con N=23 pazienti (Gruppo II) alimentate durante il primo mese di ricovero con nutrizione orale. Si è potuto riscontrare che all’interno di ogni gruppo si evidenziano miglioramenti dei parametri antropometrici e bioimpedenziometrici ma dal confronto effettuato con il test dei campioni indipendenti non si identifica alcuna significatività statistica, a dimostrazione del fatto che la nutrizione artificiale in 1 mese non permette di ottenere risultati migliori rispetto alla nutrizione orale.
Conclusioni: Dallo studio effettuato si evince che un periodo di ricovero più duraturo permette di ottenere miglioramenti organici che rispecchiano una maggiore salute fisiologica e nutrizionale, mentre nel breve periodo l’aumento del BMI rilevato non correla con un aumento del PA e un’adeguata distribuzione dei liquidi.
I risultati indicano inoltre che il tipo di nutrizione effettuata (ONS, NE e/o nutrizione con cibo solido) non influenza i cambiamenti dello stato nutrizionale e della composizione corporea; dunque la scelta del tipo di rialimentazione può essere fatta, in accordo con l’equipe multidisciplinare, sulla base di ciò che il paziente è disposto ad accettare e tollerare, con l’obbiettivo ultimo di stabilizzare un’adeguata alimentazione per os che rispecchi i suggerimenti nutrizionali delle linee guida nazionali.
Per la valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale, nella pratica clinica, viene utilizzata l’impedenza bioelettrica (BIA- Bioelectrical Impedance Analysis), tecnica non invasiva con la quale è possibile ottenere indicazioni più accurate rispetto al solo BMI (Body Mass Index), che può essere influenzato dall’acqua extracellulare (ECW).
Lo scopo di questo studio osservazionale-retrospettivo è di identificare i vari cambiamenti antropometrici ottenuti, in base all’intervento nutrizionale effettuato (NE e/o cibo solido) e alla lunghezza del tempo di ricovero, valutati anche attraverso l’utilizzo dell’esame bioimpedenziometrico come strumento necessario per spiegare le variazioni di peso in termini di composizione corporea.
Materiali e metodi: È stata condotta un’analisi retrospettiva su pazienti affette da AN di grado estremo seguite in ambito riabilitativo intensivo residenziale. Sono stati valutati: parametri antropometrici – peso (kg), altezza (m) e BMI (kg/m2); bioimpedenziometrici: angolo di fase (PA°), acqua totale corporea (TBW %), acqua extracellulare (ECW %), acqua intracellulare (ICW %), indice di massa cellulare corporea (BCMI kg/m), massa grassa (FM %) e massa magra (FFM %) – mediante BIA Akern 101 BIVA PRO in determinati momenti del percorso riabilitativo. La tipologia di nutrizione effettuata (NE e/o alimentazione per os) e l’introito calorico totale e proteico giornaliero sono stati confrontati con la variazione dei dati antropometrici e bioimpedenziometrici. Per le analisi statistiche è stato utilizzato il software IBM – SPSS Statistics VS26 applicando il T-test dei campioni accoppiati, l’ANOVA Test ad una via e il test a campioni indipendenti.
Risultati: Sono state selezionate N=34 pazienti di sesso femminile (età media 25,7 ± 9,06 anni) con diagnosi di AN estrema (BMI 12,97 ± 1,47 kg/m2) e durata del ricovero pari a 195 ± 112 giorni. Le kcal giornaliere sono state assunte con NA (tramite SNG) e/o ONS e/o con alimentazione per os; questi valori sono stati posti in analisi con la variazione dei dati antropometrici e bioimpedenziometrici: si riscontrano miglioramenti del peso (6 ± 5,02 kg), del BMI (2,45 ± 1,84 kg/m2), del BCMI (1,45 ± 1,27 kg/m), del PA° (0,61 ± 0,96°) e dell’ICW (4,79 ± 4,48 %); si individua invece una riduzione della TBW (8,17 ± 7,34 %) e dell’ECW (4,79 ± 4,48 %). Tutti le variazioni sono risultate statisticamente significative all’interno del nostro campione (p-value < ,05).
Le N=34 pazienti sono state suddivise in 3 gruppi in base al tempo di lunghezza di ricovero: minore di 4 mesi (Gruppo 1), tra 4 e 10 mesi (Gruppo 2), maggiore di 10 mesi (Gruppo 3); confrontando i vari gruppi si nota che, mantenendo un apporto calorico medio pressoché simile il miglioramento dei valori antropometrici e bioimpedenziometrici è statisticamente significativo soltanto nel terzo gruppo, confermando così quanto la variabile lunghezza del tempo di ricovero possa incidere sugli esiti della riabilitazione.
Una seconda analisi ha coinvolto N=23 pazienti (età media 26 ± 10 anni, BMI 13,32 kg/m2) alimentate con nutrizione artificiale per 72 ± 42 giorni. Durante il percorso di cura si verificano cambiamenti positivi dei parametri antropometrici e bioimpedenziometrici (aumento del peso: 3,47 ± 1,77 kg, del BMI: 1,33 ± 0,74 kg/m2, del BCMI: 0,88 ± 0,75 kg/m, dell’angolo di fase: 0,36 ± 0,58° e di ICW: 2,75 ± 4,37 %; con una riduzione della TBW: 4,60 ± 4,17 % e dell’ECW: 2,75 ± 4,37 %). Sulla base della durata della nutrizione artificiale le N=23 pazienti sono state suddivise in 3 sottogruppi: minore di 50 giorni (Gruppo A), tra 50 e 80 giorni (Gruppo B) e maggiore di 80 giorni (Gruppo C). La durata del trattamento con NA non ha modificato significativamente i parametri antropometrici e bioimpedenziometrici nei vari gruppi, per tale motivo, per comprendere l’effetto della NA sullo stato nutrizionale nel tempo riabilitativo, sarebbe necessario avere un campione più numeroso.
Un’ulteriore analisi ha confrontato: N=23 pazienti (Gruppo I) alimentate durante il primo mese di ricovero con la nutrizione artificiale con N=23 pazienti (Gruppo II) alimentate durante il primo mese di ricovero con nutrizione orale. Si è potuto riscontrare che all’interno di ogni gruppo si evidenziano miglioramenti dei parametri antropometrici e bioimpedenziometrici ma dal confronto effettuato con il test dei campioni indipendenti non si identifica alcuna significatività statistica, a dimostrazione del fatto che la nutrizione artificiale in 1 mese non permette di ottenere risultati migliori rispetto alla nutrizione orale.
Conclusioni: Dallo studio effettuato si evince che un periodo di ricovero più duraturo permette di ottenere miglioramenti organici che rispecchiano una maggiore salute fisiologica e nutrizionale, mentre nel breve periodo l’aumento del BMI rilevato non correla con un aumento del PA e un’adeguata distribuzione dei liquidi.
I risultati indicano inoltre che il tipo di nutrizione effettuata (ONS, NE e/o nutrizione con cibo solido) non influenza i cambiamenti dello stato nutrizionale e della composizione corporea; dunque la scelta del tipo di rialimentazione può essere fatta, in accordo con l’equipe multidisciplinare, sulla base di ciò che il paziente è disposto ad accettare e tollerare, con l’obbiettivo ultimo di stabilizzare un’adeguata alimentazione per os che rispecchi i suggerimenti nutrizionali delle linee guida nazionali.
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