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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10182014-184638


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MONTANARI, MARCO
URN
etd-10182014-184638
Titolo
Complessità, tempo e indeterminismo: la sfida epistemologica di Ilya Prigogine
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Linguiti, Gennar Luigi
correlatore Prof.ssa Paschi, Manuela
Parole chiave
  • indeterminismo
  • Prigogine
  • freccia del tempo
  • secondo principio della termodinamica
  • complessità
Data inizio appello
03/11/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
E' convinzione profonda di Ilya Prigogine che la nostra epoca stia vivendo una rivoluzione scientifica di portata non dissimile da quella del periodo galileiano.
Questa rivoluzione, che ha il suo fulcro nel secondo principio della termodinamica, produce un duplice effetto: da una parte si lascia alle spalle, come ormai insostenibile, il punto di vista classico della scienza, da sempre impegnata a descrivere dall'esterno un mondo senza tempo al quale noi apparteniamo; e dall'altra tende a superare la convinzione, in cui siamo sempre vissuti, secondo la quale "microscopico" è sinonimo di "semplice".
Proprio l’inattesa complessità del microscopico ha dato rilievo all’elemento tempo nella descrizione fisica, accanto al tempo astronomico associato al moto dei corpi celesti; così si è venuta delineando l’esistenza di un secondo tempo, il “tempo interno”, che non è più solo un semplice parametro della meccanica classica, ma un elemento costitutivo ed essenziale del nostro mondo.
Da questa nuova ottica, in cui il tempo è dotato di una “freccia” e l’entropia cresce proprio come vuole il secondo principio della termodinamica, emerge la fisica del “divenire”, che si pone in netta contrapposizione alla staticità della tradizionale fisica dell’“essere” e ne denuncia i limiti.
L’universo che ci descrive la termodinamica, allora, non è quello irreversibile e predeterminato della fisica classica, ma, al contrario, è l’universo della degradazione, dell’evoluzione “creativa”, della varianza, del mutamento, dell’imprevedibilità.
Così Prigogine ci dice che la reversibilità e il determinismo assoluto si applicano soltanto a semplici, limitati casi, mentre l’irreversibilità e l’indeterminismo sono la regola.
Le certezze della fisica newtoniana sono, di conseguenza, illusorie e questo perchè sono frutto di semplificazioni artificiose della realtà.
Il mondo reale è fluttuante, instabile, caotico, ben diverso dal meccanismo perfetto proprio dell’universo newtoniano.
Quella che ci indica Prigogine è ,in definitiva, una stretta via tra un mondo determinato, governato da leggi ferree, e un mondo assurdo in preda all’arbitrio del caso.
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