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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10172017-190450


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SOLINAS, VALENTINA
URN
etd-10172017-190450
Titolo
Contaminazioni teatrali nel cinema di Rainer Werner Fassbinder
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Barsotti, Anna
correlatore Dott. Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
  • Teatro tedesco
  • transmedialità
  • Nuovo cinemaTedesco
  • Germania Ovest
  • contaminazione
  • Brecht
  • multimedialità
  • Teatro d'avanguardia
  • Kleist
Data inizio appello
06/11/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Sono passati trentacinque anni dalla morte di Rainer Werner Fassbinder, artista controverso che ha saputo farsi sapzio a un tempo record nel panorama culturale e artistico europeo.
Fasbinder è fra i migliori artisti che hanno saputo usare la contaminazione fra i linguaggi di cinema e teatro, benchè le opere drammaturgiche e la pratica scenica dell'autore siano state oscurate dalla vastità della sua produzione cinematografica.
Questa tesi evidenzia la parità fra il teatro e il cinema di Fassbinder, ripercorrendo i suoi esordi e dimostrando come il teatro abbia influito sul cinema dell'autore. In particolare, si dedica l'ultimo capitolo alla contaminazione dei linguaggi nelle opere cinematografiche di Fassbinder, ponendo particolare attenzione alla variabilità di tale interazione nell'opus filmico fassbinderiano.

Il primo capitolo sarà strutturato partendo dall’introduzione dell’autore bavarese nel contesto storico-sociale della repubblica federale tedesca, illustrandone le problematiche civili e politiche. Il lavoro di Rainer Fassabinder sarà, quindi, messo in relazione con il contesto artistico a lui contemporaneo spiegando l’insorgere del trivial e l’abiezione nella letteratura e nel teatro del dopoguerra.
Nella seconda parte del capitolo saranno analizzate le opere drammaturgiche più significative dell’autore bavarese, facendo riferimento ai movimenti dal teatro espressionista, al teatro epico e al post-drammatico, mettendo Fassbinder in relazione agli autori che lo hanno preceduto, influenzandolo maggiormente, quali Bertolt Brecht, August Strindberg, Ferdinand Bruckner e Marieluise Flaisser.
Il capitolo sul teatro dell’autore proseguirà, nella terza parte, con l’analisi del cambiamento stilistico e la personale elaborazione del dramma borghese, in connessione con il teatro romantico di Heinrich von Kleist . Verranno analizzate le opere relative al periodo degli anni Settanta, con particolare attenzione alla struttura, lo stile, il linguaggio, e i temi trattati.

Il secondo capitolo verterà sulla carriera cinematografica di Fassbinder e sul movimento del Nuovo cinema tedesco, ripercorrendone la storia e ponendo alcuni esempi di stili e analogie comuni ai vari membri. L’attenzione sarà concentrata sull’effetto straniante, l’interruzione della narrazione, l’uso particolare della musica, e altri elementi caratteristici dell’avanguardia cinematografica in relazione con le teorie brechtiane.
La seconda parte del capitolo analizzerà le costanti tematiche dei vari film di Fassbinder raggruppandoli sotto uno specifico tema alla volta, e sottolineandone le affinità con i predecessori, quali Jean Luc Godard, Erich von Stroheim, e Douglas Sirk.
Il terzo capitolo sarà rivolto al tema centrale della tesi, ossia si analizzeranno gli elementi di teatralità nel cinema di Fassbinder, utilizzando i codici di entrambe le discipline di spettacolo dal vivo e del cinema. Saranno prese in esame, in particolare, le costanti espressive, quali la scenografia, la macchina da presa, il montaggio, l’illuminazione e la direzione degli attori. La prima parte del capitolo sarà organizzata come la precedente, suddividendo i vari gruppi di opere sotto una determinata costante espressiva alla volta, e, utilizzandone i riferimenti tecnici si cercherà di rilevarne gli aspetti di attinenza con il teatro, in relazione agli autori già citati nei precedenti capitoli.

Fassbinder sapeva sfruttare tutte le proprietà visive del cinema, come i linguaggi del teatro, e in Das kaffeehaus si evidenzia proprio la dialettica fra le due arti; si nota la contrapposizione tra la staticità degli interpreti e il movimento, la vita che la macchina da presa di Fassbinder sapeva creare. Un arte che resta nel film-testamento Querelle, e che l’ultima interprete del regista Jeanne Moreau ha ricordato con tanta passione: «Il modo in cui piazzava la cinepresa, in cui regolava i movimenti, dava i tagli, creava improvvisamente la vita, quando già la sceneggiatura era piena di vita» .
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