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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10142008-153530


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
IZZO, MASSIMO
URN
etd-10142008-153530
Titolo
Il mondo animale nell'universo simbolico della Hierakonpolis predinastica
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
Relatore Prof.ssa Betrò, Maria Carmela
Parole chiave
  • Hierakonpolis
  • Predinastico
  • Egitto
Data inizio appello
03/11/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/11/2048
Riassunto
Le rappresentazioni animali del periodo predinastico sono una delle fonti più efficaci per l'interpretazione dell'universo mentale ed ideologico di una cultura ancora senza scrittura. L'obiettivo del mio studio consiste nella raccolta di dati oggettivi che aiutino a chiarire i possibili significati celati all'interno dei simboli animali dell'età predinastica. L'oggetto dell'analisi saranno l'iconografia ed i resti di alcuni soggetti animali che si possono ritenere legittimamente significativi per motivi diversi ma parimenti importanti. Il luogo sul quale ho concentrato la mia attenzione è Hierakonpolis nell'Alto Egitto.
Operare un'analisi dei reperti predinastici, muti per la mancanza di scrittura, costringe ad allargare il campo d'esame ai contesti archeologici, climatici, geografici e sociali. Per questo la modalità di studio sarà a largo spettro e prevederà due parti di ugual importanza ed impegno:
Una prima parte di tipo prettamente archeologico intitolata “Hierakonpolis, storia, archeologia e nuove scoperte”.
Una seconda parte di analisi e confronti intitolata “Il mondo animale a Hierakonpolis”, con considerazioni interpretative finali.

I dettagli delle sepolture animali, degli oggetti teriomorfi e delle raffigurazioni saranno solo brevemente accennati nella prima parte per poi essere sviluppati nella seconda parte relativa all'analisi dettagliata.

La scelta di Hierakonpolis come fulcro per questa indagine ha più di un valido motivo:
E' ben noto da tempo il ruolo di fondamentale importanza giocato dal sito di Hierakonpolis nei primi sviluppi dell'Egitto verso la strutturazione sociale e l'Egitto dinastico. Le clamorose scoperte archeologiche degli ultimi 3 o 4 anni presso la necropoli d'élite HK6 di Hierakonpolis hanno tuttavia messo in luce l'esistenza precoce di una classe di “principi” di epoca Naqada IIAB, circa 3600 a.C., le cui manifestazioni esteriori di potere e prestigio sono paragonabili solo a quelle delle classi dominanti ormai prossime all'unificazione alla fine del periodo Predinastico. Il collegamento di queste élites con il mondo animale è particolarmente stretto. In nessuna necropoli predinastica animali sacrificali erano stati deposti con tanto sfarzo, mai erano stati ritrovati in un contesto fortemente ritualizzato alcune rare specie di mammiferi come elefanti, ippopotami e babbuini.
Le sepolture hanno restituito un gran numero di oggetti e figurine a soggetto animale, alcune di soggetto e stile mai visto prima, altre simili ad esemplari senza provenienza e contesto che finalmente possono essere attribuiti.
Tra i nuovi ritrovamenti spiccano degli edifici a colonne che ricalcano la struttura della sala ipostila e vaste cinte funerarie decorate, tutti ritrovamenti assolutamente inaspettati. Le possibili implicazioni dell'esistenza di queste strutture sono enormi e giustificano un'attenta disamina. Anche in questo caso il mondo animale fa sentire la sua importante presenza attraverso sepolture, depositi votivi e depositi di fondazione connessi alle strutture.
L'emergere precoce di un'élite di tale prestigio ci costringe di conseguenza a riesaminare i possibili luoghi d'origine di alcuni repertori iconografici a soggetto animale, in particolare quelli più strettamente connessi alla regalità ed al simbolismo religioso e clanico. A questo riguardo saranno importanti i paragoni sincronici con la necropoli di Abydos che diventerà, in epoca storica, la “culla dei padri fondatori”, al posto di Hierakonpolis.
La netta supremazia dell'élite Naqada IIAB sulle altre culture egiziane coeve è stata già evidenziata nelle newsletters “Nekhen News” della spedizione inglese a Hierakonpolis, ma non ancora messa in una prospettiva storica più ampia come necessario per la mia analisi. Per quanto detto, ritengo indispensabile trattare in maniera più specifica e approfondita le risultanze archeologiche della necropoli HK6 ed in generale del sito di Hierakonpolis.
Alcuni dei nuovi ritrovamenti sono stati singolarmente oggetto di approfondimento specifico e relativa pubblicazione: in questi casi discuterò solo gli articoli che contengono riferimenti al mondo animale. La discussione approfondita dei singoli soggetti animali prevederà l'integrazione delle interpretazioni degli studiosi con le mie considerazioni. In questo contesto utilizzerò i dati provenienti da Hierakonpolis e da tutti quei luoghi e tempi che possano essere ritenuti in collegamento legittimo con il soggetto trattato. In questo modo mi auguro di apportare luce nuova nelle trattazioni attraverso collegamenti inediti.
Dato il vasto numero di animali rappresentati o di cui sono stati trovati resti ossei, opererò una selezione nell'approfondire solo alcuni soggetti, pur cercando di citarli tutti. La scelta per l'approfondimento cade naturalmente sui soggetti che sono più attestati in un ambito prestioso, quelli più popolari o quelli più rari. In poche parole cercherò di ricordare sempre che lo studio deve contribuire alla comprensione di una civiltà e non ad una raccolta antiquaria.
Una tendenza diffusa degli studi iconografici e stilistici sulle raffigurazioni predinastiche di tutti i generi, fauna, flora e manufatti, è quella di profondere molti sforzi di analisi verso le fasi più tarde e sofisticate e molti meno verso le fasi più arcaiche e dai risultati artistici più rozzi. Io ho scelto di fare il contrario e di approfondire gli studi comparativi con le prime attestazioni dei soggetti in esame. In qualche caso, come per gli animali della savana, è sorprendente come quest'approccio porti lontano nelle nebbie del Paleolitico e serva a ricordarci che la civiltà egiziana è una civiltà con radici culturali ben piantate nell'Africa profonda.
Gli ovvi limiti di questo studio non permettono di ricostruire una sequenza culturale così dilatata nello spazio e nel tempo ma mi piace pensare che questo è il modo in cui dovrebbe essere impostato lo studio del predinastico egiziano. La questione non è anodina: a prescindere dalle possibili modalità percettive degli egiziani di età storica, delle quali non abbiamo comunque certezze ma solo ipotesi di studiosi moderni, un universo mentale fatto di razionalismo e distanza dal mondo naturale ci separa dal mondo cognitivo e mitopoietico degli antichi egiziani. Il minimo che possiamo fare nello sforzo di comprenderli è di non tralasciare le loro radici profonde.
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