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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10132013-134338


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SERINI, GIACOMO
URN
etd-10132013-134338
Titolo
Le trasformazioni della cantieristica navale pubblica dal secondo dopoguerra al 1973. Politiche industriali, livelli occupazionali e processi di ristrutturazione attraverso i documenti parlamentari.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA'
Relatori
relatore Prof. Falco, Giancarlo
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
04/11/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Dalla fine della seconda guerra mondiale, la cantieristica navale fu uno dei settori che maggiormente impegnarono l'IRI in uno sforzo prolungato per trovare soluzione ai problemi di sovradimensionamento e di competitività del settore. Attraverso i documenti parlamentari, si cerca di ripercorre questo difficile percorso a cavallo di circa tre decenni. Se nel periodo successivo alla guerra mondiale, la priorità fu quella di ripristinare la capacità produttiva dei cantieri italiani, quasi esclusivamente in mano alla gestione pubblica, dai decenni successivi si tentò, non sempre convintamente o con buoni risultati, all'ammodernamento del settore. Negli anni '50 la priorità sembrò quella di ridurre, a qualsiasi costo, la manodopera del settore, senza comprendere i reali limiti organizzativi e qualitativi della navalmeccanica nazionale. Negli anni '60, anche in seguito alle necessità dettate dall'ingresso italiano nella Cee che tendeva a limitare sensibilmente gli aiuti di stato al settore, si assistette ai maggiori e più puntuali studi di settore, commissionati direttamente dagli organi governativi. Superata la fase in cui l'esuberanza di manodopera era vissuta come unico e vero problema del settore, si idearono piani di ristrutturazione e di trasformazione che, seppur validi, non furono mai messi pienamente in atto a causa di interessi locali e di spinte politiche contrastanti. Gli anni '70 si aprirono invece con la certificazione della marginalità che la cantieristica europea, e quella italiana in particolare, stava vivendo nel contesto di un mercato mondiale in veloce trasformazione. L'ultimo decennio trattato dalla ricerca si aprì con la convinzione che una forte crisi era in arrivo ma furono sbagliate le previsioni e le contromisure immediate da mettere in atto. Fu questo il contesto di marginalità europea in cui l'Italia trovò a muoversi ed operare portandosi dietro errori e lacune sommate in più di venti anni di politiche di settore inconcludenti e spesso errate. Attraverso i documenti parlamentari è stato possibile ricostruire gli indirizzi e le opinioni politiche di maggioranza e di opposizione, accomunate dalla visione dell'imprescindibilità dell'aiuto di stato. Ma, se negli anni successivi alla nascita della Repubblica, la visione dei mali della cantieristica pubblica italiana non appariva chiara, in seguito all'adesione ai Trattati Cee si cominciano a delineare posizioni e giudizi politici, specialmente grazie ai partiti di opposizione, sempre più puntuali ed estremamente lucidi, consci della necessità, mai colta dalle classi dirigenti, di una visione di lungo periodo che avrebbe potuto portare maggior fortuna al settore.
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