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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10112023-141312


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
NUZZI, GIULIA
URN
etd-10112023-141312
Titolo
Correlazione tra quadro ecografico polmonare ed alterazione dei valori di procalcitonina nel neonato pretermine con distress respiratorio.
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
PEDIATRIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott. Ciantelli, Massimiliano
Parole chiave
  • distress respiratorio
  • ecografia polmonare
  • neonato pretermine
  • procalcitonina
Data inizio appello
03/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/11/2026
Riassunto
Premessa. Il distress respiratorio neonatale rappresenta una delle cause più comuni di ricovero nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Richiede un approccio diagnostico e terapeutico razionale per ottimizzarne gli esiti e minimizzarne morbilità e mortalità, mediante una valutazione accurata della funzione polmonare e un’adeguata diagnosi differenziale delle possibili cause, tra cui la sepsi batterica. L'ecografia polmonare fornisce una valutazione immediata, ripetibile e priva di rischi della funzione respiratoria. D'altra parte, la procalcitonina (PCT), notoriamente riconosciuta come biomarker di sepsi, potrebbe andare incontro ad un aumento dei livelli che correlano con l’entità del distress respiratorio neonatale.
Scopo dello studio. Analizzare l’andamento di PCT, proteina C reattiva (PCR) e punteggio ecografico polmonare LUS nelle prime 72 ore di vita di una popolazione di neonati pretermine, non settici, con e senza distress respiratorio, valutando se esista una correlazione tra l’andamento di questi parametri e la presenza di distress respiratorio e se esista una correlazione significativa tra i valori di procalcitonina e la gravità del danno polmonare identificato tramite ecografia, nell’ottica di ottenere una diagnosi differenziale più accurata, un trattamento adeguato e una possibile riduzione dell'uso inappropriato di antibiotici.
Pazienti e metodi. Sono stati esaminati 76 neonati pretermine (M = 41; F = 35) con (n = 35) e senza distress respiratorio (n = 41), stratificati in 2 coorti di età gestazionale (< 34 settimane di EG e ≥ 34 settimane di EG). In tutti i pazienti sono state eseguite ecografie polmonari seriate alla nascita, a 24 ore, a 72 ore e a 7 giorni di vita. Contestualmente sono stati analizzati i livelli di PCT e di PCR alla nascita, mediante prelievo di sangue cordonale, e poi ogni 24 ± 4 ore fino al terzo giorno di vita. La severità del quadro polmonare è stata valutata mediante LUS in 6 campi polmonari, mentre la presenza e la severità del distress respiratorio sono state valutate mediante punteggio di Silverman.
Risultati. Il confronto dei valori di PCT a 24 ± 4 h di vita ha mostrato differenze statisticamente significative tra i 2 gruppi, con valori più elevati nei pazienti con distress respiratorio rispetto al gruppo senza distress respiratorio. Dall’analisi multivariata tra fattori predittivi e variabile dipendente deltaPCT è emerso come il distress respiratorio correli significativamente con il deltaPCT (p=0,011), analogamente all’EG (p=0,027) e alla durata del supporto respiratorio (p=0,048). Risultati simili sono stati ottenuti per la PCR, in cui tuttavia non è stata raggiunta la significatività statistica. Il confronto dei valori di LUS alla nascita (t0) ha mostrato differenze statisticamente significative tra i 2 gruppi con valori più elevati nei pazienti con distress respiratorio. Tuttavia il modello multivariato ha confermato una correlazione statisticamente significativa soltanto tra fattori di rischio materni e deltaLUS. Nel gruppo con distress i dati ottenuti hanno mostrato un trend di correlazione tra il LUS a t0 e il valore di PCT a 24 ± 4 h di vita, trend che non è stato osservato nel gruppo di controllo.
Commenti e conclusioni. I risultati del presente studio dimostrano che l'ecografia polmonare e il dosaggio della PCT possono rappresentare strumenti complementari nella gestione del distress respiratorio in terapia intensiva neonatale. L’uso combinato di PCT, PCR e LUS nei primi giorni di vita dei neonati con distress respiratorio potrebbe aiutare nelle decisioni riguardo la necessità di continuare o interrompere precocemente la somministrazione di terapia antibiotica empirica, evitando un utilizzo protratto degli antibiotici con una conseguente riduzione di mortalità e morbilità neonatali, di sviluppo di antibiotico-resistenze e, in ultimo, anche di riduzione della spesa sanitaria.


Abstract
Neonatal respiratory distress is one of the most common reasons for admission to the neonatal intensive care unit. It requires a rational diagnostic and therapeutic approach to optimize outcomes and minimize morbidity and mortality, which involves accurate assessment of lung function and appropriate differential diagnosis of possible causes, including bacterial sepsis. This study focuses on the correlation between lung ultrasound findings expressed as Lung Ultrasound Score (LUS) and procalcitonin (PCT) levels in preterm infants with respiratory distress, with the aim of assessing whether LUS can serve as an early indicator and reliable monitoring tool in neonatal respiratory distress, to evaluate whether there is a significant correlation between PCT values and the severity of lung damage identified by ultrasound, in order to achieve a more accurate diagnosis, targeted treatment and a potential reduction in inappropriate use of antibiotics. 76 preterm infants were enrolled in the study and their respiratory distress was assessed by LUS. PCT and PCR levels in the first 72 hours of life were also assessed. The results showed a significant correlation between respiratory distress and PCT levels. LUS values also indicated differences between the groups with and without distress, mainly influenced by maternal risk factors. The combination of PCT, PCR and LUS in early neonatal care may help to make informed antibiotic treatment decisions by reducing antibiotic resistance. The benefit of the study is a possible limitation of unnecessary use of antibiotics, although further studies are needed to confirm these results.
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