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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10112017-170436


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GUERRA, ANNA
URN
etd-10112017-170436
Titolo
"Un'idea strana della disperazione": il teatro di Natalia Ginzburg
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof.ssa Guidotti, Angela
correlatore Prof.ssa Marinai, Eva
Parole chiave
  • silenzio
  • chiacchiera
  • tragico
  • autobiografia
  • neoavanguardia
Data inizio appello
06/11/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel seguente lavoro di tesi si intende tracciare un profilo critico della produzione drammaturgica di Natalia Ginzburg a partire dall’ambito storico e letterario nel quale si inserisce il suo lavoro senza tralasciare il percorso personale che l’ha condotta a scrivere per il teatro. Rientrano in questa sfera di riflessioni i modelli a cui la scrittrice si è ispirata principalmente - Cechov, Ivy Compton Burnett e Goldoni - e il fermento culturale che ha interessato la letteratura italiana negli anni Sessanta del secolo scorso in diversi settori, compreso quello teatrale.
L’analisi sul teatro dell'autrice ha preso le mosse dalla riflessione sul genere: al limite tra commedia e dramma borghese, le pièces manifestano piuttosto l’impossibilità della tragedia nel mondo contemporaneo in cui tutto ciò che accade diventa una conseguenza del travaglio psicologico dei personaggi. Il tragico qui non si compie con atti grandiosi ma si percepisce attraverso l’ozio e l’indifferenza dei personaggi che, entro le mura illusorie di un rassicurante salotto borghese, consumano le proprie esistenze.
In un percorso trasversale che attraversa tutte le commedie è possibile individuare dei tipi fissi riproposti di volta in volta: "la ragazza che corre", "la donna che sta ferma" e "qualcuno che tace". Per quanto riguarda l'aspetto linguistico il teatro della Ginzburg si contraddistingue per una musicalità linguistica e un sapiente utilizzo del dialogo. L’apparente tragicità della vita dei personaggi è smorzata da una forte ironia che permette di avvertire ossimoricamente, al termine di ogni pièce, un’allegra malinconia.
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