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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10092012-142316


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RICCIARDI, ILARIA
URN
etd-10092012-142316
Titolo
Cipriano e i suoi corrispondenti: alcuni problemi linguistici e filologici dell'Epistolario.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
correlatore Prof. Fanciullo, Franco
relatore Dott.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
  • S. Deléani
  • latino volgare
  • epistole 8 21 e 22
Data inizio appello
05/11/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/11/2052
Riassunto
L’epistolario di Cipriano comprende sedici lettere scritte dai suoi corrispondenti: alcune sono ricche di elementi che si discostano dal latino “corretto” e ci consentono di assaporare in parte la lingua parlata dalla gente comune, priva degli artifici retorici di Tertulliano, Cipriano e Novaziano. Il giudizio sulla lingua di queste epistole è stato recentemente modificato da S. Deléani (Lettres 1-20, Institut d’Études Augustiniennes, Paris 2007), secondo la quale gli elementi volgari presenti nelle lettere sono da attribuire ad errori della tradizione manoscritta poiché determinati fenomeni sarebbero da collocare ad una data più tarda: gran parte delle presunte “scorrettezze” però sono presenti nel latino delle iscrizioni già dell’età repubblicana, ma anche in autori nei quali la lingua popolare tende ad affiorare, come Plauto, i grammatici e gli scrittori di opere tecniche. Inoltre i temi sospesi, le strutture anacolutiche e le concordanze a senso rivelano una scarsa capacità degli autori nel collegare coerentemente i pensieri e nel costruire correttamente i periodi: l’unico modello che alcuni di loro dimostrano di aver avuto sono le lettere e gli scritti dello stesso Cipriano.
L’analisi delle lettere dimostra così quanto siano profondamente legate filologia e linguistica e ci pone davanti ad un ben noto problema, ovvero se il latino debba essere considerato come un’entità stabile, fissata una volta per tutte nel periodo classico oppure considerarlo, come tutte le lingue, in costante movimento.
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