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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10072018-230004


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BEANI, ELENA
URN
etd-10072018-230004
Titolo
Monitoraggio dell'emostasi mediante tromboelastometria ed ACT in cani sottoposti ad emodialisi
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Guidi, Grazia
correlatore Lippi, Ilaria
controrelatore Marchetti, Veronica
Parole chiave
  • emodialisi intermittente
  • cane
  • ACT
  • tromboelastometria
  • coagulazione
Data inizio appello
26/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2088
Riassunto
Obiettivo – Lo scopo dello studio è quello di valutare la concordanza tra ACT e tromboelastometria in pazienti sottoposti ad emodialisi intermittente.
Materiali e Metodi – In questo studio prospettico sono stati inclusi 10 cani, recatisi presso l’Ospedale Didattico Veterinario “Mario Modenato” nel periodo compreso tra Ottobre 2017 e Agosto 2018, sottoposti ad emodialisi intermittente. I pazienti sono stati valutati a tre tempi: prima della dialisi (T0), a metà del trattamento emodialitico (T1) e dopo la dialisi (T2). Sono stati sottoposti ad esame clinico, esame emocromocitometrico, analisi tromboelastometrica e ACT. Nell’analisi tromboelastometrica sono stati valutati i canali EXTEM, INTEM e FIBTEM di cui rispettivamente abbiamo considerato i parametri che seguono: CT, CFT, MCF, α angle. Il paziente è stato considerato ipercoagulabile nel caso si fossero presentate almeno due di queste alterazioni: CT diminuito, CFT diminuito, MCF aumentato, α angle aumentato. Al contrario è stato considerato ipocoagulabile nel caso si fossero presentate almeno due di queste alterazioni: CT aumentato, CFT aumentato, MCF diminuito, α angle diminuito. L’ACT è stato considerato ipocoagulabile per valori < 180 secondi, ipercoagulabile per valori <180 secondi.
Risultati – Il Kappa di Cohen ha dimostrato che esiste una lieve concordanza tra l’INTEM al tempo 1 e 2 con l’ACT, mentre non esiste concordanza tra l’ACT e tutti gli altri tempi dei canali EXTEM e INTEM. Si è inoltre calcolata la sensibilità e la specificità delle due metodiche nel rilevare la presenza di coaguli all’interno del catetere al tempo 0: il ROTEM è risultato avere una sensibilità del 100% e una specificità del 55%, mentre l’ACT una sensibilità dell’80% e una specificità del 22%.
Conclusioni – Il ROTEM è uno strumento molto più accurato nella valutazione della coagulazione del paziente dializzato, poiché è in grado di valutare sia la via intrinseca che la via estrinseca della coagulazione. E’ maggiormente sensibile nella rilevazione della presenza di coaguli rispetto all’ACT. E’ necessario ampliare lo studio con l’utilizzo del canale HEPTEM, in grado di rilevare, unito al canale INTEM, i disturbi della coagulazione da eparina, poiché il solo canale INTEM risulta essere troppo sensibile al trattamento eparinico.
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