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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10072018-094638


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ZUIN, FRANCESCO
URN
etd-10072018-094638
Titolo
Il sistema del perfettivo in area italica: proposta per una (re)visione d'insieme
Settore scientifico disciplinare
L-FIL-LET/03
Corso di studi
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Relatori
tutor Prof. Rovai, Francesco
relatore Prof. Poccetti, Paolo
relatore Prof. Meiser, Gerhard
Parole chiave
  • perfettivo
  • lingue sabelliche
  • glottologia
  • area italica
Data inizio appello
18/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2088
Riassunto
Il lavoro prende in analisi la formazione della categoria del perfettivo nelle tradizioni italiche “minori” in una prospettiva di continuo confronto con il coevo piano latino e con tradizioni indoeuropee esterne alla penisola. La domanda a cui si è tentato di rispondere riguarda le motivazioni alla base delle netta divergenza che si riscontra tra il piano latino e quello dei differenti dialetti afferenti al continuum sabellico, per ciò che riguarda la selezione del tema perfettivo di ogni forma verbale. Se la morfologia ereditaria forniva due differenti candidati per coprire tale ruolo, vale a dire l’antico aoristo da una parte, il perfetto dall’altra, il latino e i dialetti sabellici sembrano essere stati guidati da criteri differenti nella selezione del candidato.
Tramite un confronto dei dati linguistici si è tentato di ricostruire il sistema verbale così come si presentava in una fase preistorica di comunione italica, prima che il ramo latino e quello sabellico si differenziassero per evoluzioni linguistiche proprie.
Si è tentato di conseguenza di ricostruire la formazione del sistema di congiuntivo italico, unitariamente alla categoria innovativa del futuro che mostra nei due rami dell’italico l’utilizzo di morfologia e strategie completamente differenti. Allo stesso modo il confronto ha premesso di definire le trasformazioni che in una fase di comunione italica avevano interessato l’antico aoristo e l’antico perfetto indoeuropei.
A questo punto sono stati identificati tre vincoli che avrebbero guidato tutte le tradizioni sabelliche nella selezione della morfologia ereditaria, sottolineando la ragione della loro esistenza ed azione solamente nel sabellico.
Se questi tre vincoli furono comuni a tutte le varietà sabelliche, nondimeno è stato riscontrato come ogni dialetto si sia comportato in maniera autonoma quando la loro azione finiva per inibire la selezione di tutti i candidati ereditari. In tal senso sono state portate alla luce quattro strategie differenti per aggirare tali vincoli.
Sono poi state prese in considerazione i morfemi deboli generalmente utilizzati per ricavare temi perfettivi per forme secondarie, le quali non possedevano i due candidati ereditari. Si è mostrato come i rami del sabellico condividano una serie di formanti tra loro differenti e, dopo aver preso in considerazione le proposte etimologiche fornite dai vari studiosi, ne sono state avanzate di nuove basandosi su approcci finora inesplorati.
In conclusione si è dimostrato come il sistema verbale delle lingue sabelliche si sia evoluto tramite strategie proprie, differente da quelle dei dialetti latini, a partire da una supposta fase di comunione italica.
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