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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10072015-163018


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DESIDERI, MASSIMILIANO
Indirizzo email
desideri.massimiliano@gmail.com
URN
etd-10072015-163018
Titolo
Libia: ciò che (non) resta di uno Stato Frammentazione territoriale e identitaria. Un nuovo scenario o un ritorno alle origini?
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • Libia
  • Gheddafi
  • Italia
  • Unione Europea
  • Mediterraneo
  • Maghreb
  • Geopolitica
  • Relazioni Internazionali
Data inizio appello
26/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
È difficile oggi definire la Libia uno Stato-nazione, essendo venuti a mancare in questi ultimi anni alcuni degli elementi costituenti tale status. L’assenza di un potere di governo esclusivo, unito alla conseguente incapacità di intrattenere rapporti con altri Stati, ha declassato il Paese a “Stato fallito” o “Stato debole”. A prescindere però dalla corretta o meno definizione giuridica da attribuire attualmente alla Libia, il dato oggettivo che risalta principalmente è la sua totale frammentazione, sia territoriale che identitaria, e l’assenza di una qualsiasi istituzione capace di imporre la sua autorità su tutto il territorio. La presenza endemica di milizie, formazioni fondamentaliste religiose, organizzazioni criminali transnazionali, la forte crisi economica e sociale, unita agli strascichi di una guerra civile mai conclusa, la radicata scissione politica, nonché l’ingerenza di potenze straniere nel conflitto in atto, hanno concorso a fare del Paese un luogo caratterizzato da divisione, instabilità e anarchia.
Il presente elaborato, basato su fonti caratterizzate da monografie, articoli di periodici, riviste scientifiche di relazioni internazionali e geopolitica, nonché siti internet di agenzie governative e ONG, analizza la Libia da molteplici punti di vista e in differenti momenti storici. Nella prima parte viene dato risalto al processo di “State and Nation building” concentrandosi in particolar modo sulla fase di sviluppo avuta durante l’epoca di Gheddafi. Nella seconda parte invece vengono messi in risalto gli sviluppi odierni, iniziati con la rivolta del 2011 fino ad arrivare alla mediazione ONU, portata avanti dall’inviato speciale Bernardino León. La comparazione tra queste due fasi storiche (l’apogeo gheddafiano e la crisi successiva alla sua caduta) permette di cogliere l’effettivo cambiamento provocato dalla fine del regime del Qa’īd, sia nel contesto locale che in quello internazionale, nonché di rilevare le ragioni e le cause che stanno dietro alla crisi libica odierna. Tale analisi cerca poi di mettere in evidenza i punti più critici dell’attuale fase di instabilità, così come quelli maggiormente positivi, in modo da delineare un quadro realistico della situazione che a sua volta permetta un approccio costruttivo in funzione di politiche future.
La Libia si trova oggi dinanzi ad un bivio decisivo che decreterà non solo le sorti dello Stato ma anche il destino di un intero popolo. Da una parte abbiamo la possibilità che il Paese torni, in un remoto futuro, ad essere uno Stato-nazione unitario, mentre dall’altra si profila sullo sfondo l’ipotesi di un'effettiva disgregazione territoriale in realtà autonome e indipendenti. Quale sarà la sorte della Libia rimane attualmente un’incertezza, ma un dato è certo: nei prossimi anni il territorio sarà caratterizzato, a prescindere dall’esito della mediazione ONU, da frammentazione e instabilità.
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