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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10072009-122946


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BARSELLINI, LETIZIA
URN
etd-10072009-122946
Titolo
Le praterie emergenti di Posidonia oceanica e la loro regressione: il caso studio di una prateria della Toscana meridionale (S. Liberata, Orbetello, GR)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Castelli, Alberto
correlatore Dott. Lenzi, Mauro
controrelatore Prof. Lardicci, Claudio
controrelatore Prof. Benedetti Cecchi, Lisandro
Parole chiave
  • S.Liberata
  • regressione
  • prateria emergente
  • Posidonia oceanica
Data inizio appello
26/10/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le praterie di Posidonia oceanica costituiscono l’ecosistema più complesso e diffuso delle aree costiere del Mediterraneo, giocando un ruolo fondamentale nell’ecologia della zona neritica. Queste praterie risultano molto sensibili al disturbo prodotto dalle attività umane e possono essere prese quali indicatori della qualità delle acque delle aree in cui sono insediate. A partire dagli anni ’70, esse hanno subito una regressione in tutto il Mediterraneo, le cui cause vanno cercate sia nella crescente pressione antropica sulla fascia costiera, che in fattori naturali.
Questa tesi si avvale di uno studio in campo su una prateria emergente della Toscana meridionale (S. Liberata, Orbetello, GR), che costituisce una barriera costiera, determinando una riduzione dell’idrodinamismo nelle aree retrostanti, prossime alla costa. Le barriere naturali costituite da formazioni emergenti di P. oceanica costituiscono una biocenosi di elevata importanza naturalistica. Esse determinano peculiari caratteristiche ambientali nelle aree retrostanti, le quali si arricchiscono in materia organica e consentono lo sviluppo di insediamenti fitobentonici tipici.
L’obiettivo principale dello studio è stato quello di verificare lo stato di salute della prateria di P. oceanica in oggetto, in rapporto agli stress a cui è stata finora sottoposta. Pertanto, il lavoro ha assunto un carattere di indagine ambientale, per il quale si è inteso descrivere la prateria attraverso i parametri biometrici, della densità, della biomassa, la verifica della presenza di contaminanti, in parti diverse e stabili dell’ecosistema (alghe, angiosperme, sedimenti), e la definizione dello stato di trofia dell’ecosistema in esame (C, N, P ai livelli di P. oceanica, macroalghe e sedimento, e, per quest’ultimo, della materia organica e della materia sedimentabile).
La prateria è risultata in espansione verso il largo, con la tendenza ad innalzarsi nella parte centrale, mentre, probabilmente proprio per quest’ultimo fatto, che ha comportato un’ulteriore riduzione dell’idrodinamismo e quindi del ricambio delle masse d’acqua, la parte prossima alla costa è risultata sofferente. Quest’ultima è apparsa in rarefazione e ha presentato numerose chiazze a matte morte. Tuttavia, la scarsa presenza di materia organica nell’area di retro-prateria, e una dinamica sedimentaria che probabilmente non ne consente più un sufficiente accumulo, non permettono l’insediamento della tipica prateria mista Cymodocea-Nanozostera-Caulerpa prolifera in quest’area.
Questo quadro è complicato dalla presenza, sia nei sedimenti che nelle foglie di Posidonia, di concentrazioni di IPA ben al di sopra del livello di “background”, con un livello di contaminazione che è risultato variare da moderato a molto alto. Tale contaminazione è risultata attribuibile per lo più a processi pirolitici, pertanto certamente causata dal vicino porticciolo turistico, che presenta un traffico di natanti che è andato ad intensificarsi nel corso degli anni. Al contrario, i livelli dei metalli nei vari comparti ambientali, ad eccezione del mercurio per cui esiste una anomalia geologica naturale nell’area, sono fra i più bassi tra quelli riportati in letteratura per aree costiere.
In conclusione, questa prateria, che comunque risulta ancora ben vitale e dinamica, sta subendo una pressione antropica a due livelli, da una parte i contaminanti, in seguito all’insediamento portuale, e dall’altra il disturbo sedimentario che altera la dinamica dei sedimenti sottocostieri.
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