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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10062003-231338


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Magi, Stefano
Indirizzo email
magistef@hotmail.com
URN
etd-10062003-231338
Titolo
Evoluzione strutturale di un segmento della Catena Ercinica della Sardegna Nordorientale.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Carosi, Rodolfo
Parole chiave
  • Orogenesi Ercinica
  • geologia strutturale
  • transpressione
  • zone di taglio
Data inizio appello
14/11/2003
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
14/11/2043
Riassunto


Il lavoro consiste in uno studio strutturale di un’area di circa 200 km2 nella zona delle Baronie (Sardegna NE), con rilevamento geologico in scala 1:10000, mirato principalmente allo studio delle deformazioni, corredato dall’analisi microstrutturale in sezione sottile di circa 100 campioni.
L’area studiata costituisce un segmento della Zona Assiale della Catena Varisica della Sardegna, interessato da metamorfismo progrado dal basso grado (Zona a Biotite) fino all’ alto grado (Zona a Sillimanite).
Esso comprende un segmento di circa 8 km della Linea Posada-Asinara, caratterizzata dalla presenza di una shear zone transpressiva con senso di taglio destro, con importante sviluppo di miloniti per uno spessore di circa una ventina di km, ma con effetti di una deformazione di taglio osservabili nell’intera area studiata.

Lo studio strutturale ha messo in evidenza la presenza di 5 fasi deformative duttili erciniche, successivamente interessate da deformazioni di tipo fragile legate alla tettonica alpina.
Si osserva la progressiva trasposizione delle strutture di prima fase da parte della fase D2, responsabile delle strutture principali, legate alla deformazione di taglio. In particolare lo studio di un segmento poco noto della Sinforme di Mamone ha permesso di evidenziare uno sviluppo di deformazioni milonitiche di intensità pari a quelle osservabili lungo la Valle del Posada, indicando quindi uno spessore per questa zona di taglio ben maggiore di quanto indicato nella letteratura precedente.

Il presente studio ha fornito nuovi risultati, in particolare per quanto riguarda la struttura dell’Antiforme di Lodè-Mamone, di dimensioni plurichilometriche, costituita da ortogneiss, fino ad oggi interpretata come una struttura legata alla seconda fase deformativa, responsabile delle strutture milonitiche osservabili all’interno dei complessi di medio e alto grado. Il rilevamento e l’analisi strutturale hanno portato al riconoscimento di una maggiore complessità di natura sia litologica che strutturale di questa antiforme, che sarebbe dovuta a una struttura di interferenza tra le fasi D2 e D3.
Quest’ultima, considerata fino ad oggi di minore importanza rispetto alle fasi D1 e D2, interpretata in relazione alla prosecuzione di quest’ultima, sarebbe invece relativamente sviluppata in tutti i complessi di grado medio-alto, con locale sviluppo di una debole blastesi in facies Scisti Verdi (Zona a Biotite).

Il presente studio ha apportato un significativo cambiamento rispetto a quanto conosciuto in letteratura, per quanto concerne la zoneografia metamorfica, con un’estensione verso sud della Zona a Staurolite +Biotite. La presenza di micascisti a staurolite osservata all’interno della Sinforme di Mamone, testimonierebbe infatti una maggiore complessità nell’andamento delle isograde Barroviane, il cui sviluppo sarebbe in prevalenza precedente alla seconda fase deformativa. Le isograde sarebbero state successivamente deformate nel corso della seconda e terza fase deformativa, generando una struttura più complessa rispetto a quanto descritto nei precedenti lavori.
Sono state inoltre osservate evidenze di metamorfismo di contatto nelle vicinanze delle litologie granitoidi tardoerciniche.

Nel corso del rilevamento è stata individuata la presenza di un nuovo affioramento di metabasiti a S del complesso degli ortogneiss, caratterizzato da analogie con i corpi anfibolitici osservabili lungo la Linea Posada-Asinara, costituenti un interessante oggetto di discussione per quanto riguarda il problema dell’esistenza di una sutura oceanica in questo segmento della Catena Varisica Sudeuropea.
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