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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10052015-184218


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
VENUTA, SAMUELE
URN
etd-10052015-184218
Titolo
Associazione di xilazina, tiletamina-zolazepam e ketamina per l'anestesia in campo nella specie equina
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Dott.ssa Briganti, Angela
Parole chiave
  • tiletamina-zolazepam
  • catenina
  • xilazina
  • anestesia in campo
  • TIVA
  • cavallo
Data inizio appello
23/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Parole chiave: equidi, TIVA, anestesia in campo, acepromazina, xilazina, ketamina, tiletamina-zolazepam.
Obiettivo: valutazione dell’efficacia di un protocollo TIVA a base di xilazina, ketamina e tiletamina-zolazepam nella specie equina, in campo.
Materiali e Metodi: sono stati reclutati per lo studio 13 soggetti appartenenti alla specie equina, senza discriminazioni riguardanti la razza, il sesso, l’età e il peso. I soggetti, classe di appartenenza ASA I-II, destinati a chirurgie elettive. I pazienti sono stati premedicati con acepromazina (10-20 µg/kg, EV), trascorsi 20 minuti è stata somministrata la xilazina (1,1 mg/kg, EV) e dopo 5 minuti l’associazione ketamina (0,5mg/kg, EV) - tiletamina-zolazepam (1 mg/kg, EV). Sono stati monitorati clinicamente i parametri vitali del soggetto, periodicamente ad intervalli di 5 minuti. Sono stati considerati nello studio cinque tempi chirurgici: incisione cute (T1), incisione piani superficiali/esposizione primo testicolo (T2), incisone tessuti profondi/legatura ed emasculazione primo testicolo (T3), esposizione secondo testicolo/sutura tessuti profondi (T4), legatura ed emasculazione secondo testicolo/sutura tessuti superficiali (T5).
Il mantenimento dell’anestesia veniva garantito attraverso la somministrazione di boli endovenosi costituiti da xilazina (0,5 mg/kg), ketamina (0,15 mg/kg), tiletamina-zolazepam (0,2 mg/kg) durante l’intervallo tra l’induzione e T3; nel periodo T3 - fine chirurgia, venivano somministrati boli costituiti dagli stessi farmaci con dosi dimezzate, eccezione fatta per la xilazina che aveva un dosaggio pari a 0,75 mg/kg.
Risultati: i soggetti reclutati sono stati di razze diverse, 48 mesi di età media, 420 kg di peso medio. Non è stata rilevata alcuna variazione significativa nella frequenza cardiaca. È stata osservata una variazione significativa nella frequenza respiratoria tra T2 e T4. L’anestesia è stata mantenuta con una mediana di 2 boli di mantenimento.
Discussioni: Nessun paziente ha risposto con movimenti volontari o riflessi alle stimolazioni chirurgiche nel corso dello studio. La premedicazione ha avuto l’effetto atteso determinando un idoneo grado di sedazione in tutti i pazienti. L’induzione ed il risveglio sono avvenuti in sicurezza. Il mantenimento mediante boli endovena, ha permesso il mantenimento di un adeguato piano anestesiologico nei soggetti reclutati. Nessuno dei pazienti ha smesso di respirare. I limiti dello studio sono stati: l’impossibilità di standardizzare il protocollo anestesiologico elaborato e l’assenza di strumentazione che permettesse un monitoraggio accurato in campo.
Conclusioni: Il protocollo anestesiologico studiato ha permesso un piano adeguato in tutti i pazienti. L’induzione ed il risveglio sono avvenuti in sicurezza anche quando gli spazi a disposizione erano ristretti e il personale limitato. Il protocollo è risultato efficace e sicuro.
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