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Complice l’attuale crisi economica non poche aziende si sono trovate nella necessità di implementare azioni di downsizing per riequilibrare i risultati aziendali e allineare strutturalmente la dimensione dell’organizzazione al suo mercato accessibile. Con questo elaborato si vogliono mettere a fuoco i principali effetti economici, organizzativi e sul sistema HR di una ristrutturazione aziendale, soprattutto quando implica un ridimensionamento organizzativo e la perdita di posti di lavoro. Il testo è diviso in due parti: una più generale e una dedicata a un caso aziendale di cui è avuta esperienza diretta.
Nella prima è emerso un quadro più complicato rispetto a quello “benefico” dipinto da gran parte della vulgata manageriale che spesso assume casi di successo specifici come esempi generali senza le opportune contestualizzazioni. Un altro rischio è che il downsizing si limiti alla sola riduzione del personale, in questo caso è alta la possibilità che abbia risultati nel migliore dei casi nulli sull’efficacia e la competitività dell’azienda. Questo elaborato giunge alla conclusione che le strategie di ridimensionamento, per raggiungere risultati positivi a livello economico e organizzativo, devono essere parte di un processo di cambiamento più ampio che coinvolga tutta l’azienda.
La seconda parte analizza il caso di Perini Navi, una fra le maggiori aziende della nautica di lusso che, in una situazione di crisi strutturale per l’interno mercato dei super yacht, si è trovata in condizioni tali da ricorrere ad azioni di downsizing. Una delle caratteristiche principali del sistema HR – che rappresenta una peculiarità dell’intero settore – è l’appalto ad aziende artigiane specializzate di gran parte delle attività di costruzione all’interno dei grandi cantieri. Questo fattore è risultato problematico nel realizzare uno dei principali obiettivi di ristrutturazione di Perini Navi come la lean transformation dei processi produttivi: se questi sono esternalizzati è difficile rendere strutturali i cambiamenti senza coinvolgere i fornitori, si rischia piuttosto di adottare modelli di organizzazione del lavoro potenzialmente incoerenti con effetti negativi su indicatori chiave come qualità e rispetto dei tempi di consegna.