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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022016-130735


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MOSSA, AZZURRA
URN
etd-10022016-130735
Titolo
Percezione visiva e illusioni tra arte e cinema
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Prof. Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
  • illusioni ottiche
  • percezione
  • visione
  • Escher
  • cinema
  • arte
Data inizio appello
07/11/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/11/2086
Riassunto
L’elaborato nasce da un fortissimo interesse personale e dal fascino maturato nel mio percorso accademico specialistico verso il mondo dei complessi processi della percezione.
La tesi in quanto incentrata su un argomento estremamente articolato che comprende diversificati settori disciplinari, dalla scienza, alla psicologia, matematica e arte non ha la pretesa di voler fornire un nuovo punto di vista, ma vuole essere di natura riassuntiva.
Partendo dal significato del termine “percepire” e per mezzo della raccolta e dell’analisi approfondita di fonti plurime sviluppa il tema della percezione visiva e delle illusioni percettive.
Nel primo capitolo verrà svolta un’indagine accurata sull’anatomia e la meccanica dell’occhio umano, per poi investigare successivamente in maniera specifica, le modalità di percezione prendendo in esame gli elementi e i fenomeni implicati nel processo naturale di visione quali: la luce e il colore.
Nell’affrontare il presente lavoro uno dei punti essenziali coinciderà con la definizione della percezione come elaborazione cognitiva dell’informazione sensoriale con la descrizione dei due principali processi alla base della percezione: il processo cosiddetto “primario”, all’interno del quale avviene una descrizione strutturale dello stimolo esterno che appare nella sua configurazione globale (la forma) e si stacca dallo sfondo e il processo cosiddetto “secondario” nel quale, mediante un confronto con le tracce depositate nella memoria, una configurazione-stimolo viene identificata come oggetto noto.
Nel secondo capitolo attraverso alcuni testi fondamentali riguardanti ad esempio gli studi di due dei massimi rappresentanti degli studi di psicologia dell’arte quali Rudolf Arnheim ed Ernst Gombrich, la trattazione si propone inoltre come obbiettivo quello di tracciare un lineare percorso storico ripercorrendo le tappe cardine dello sviluppo delle teorie percettive.
Per quanto concerne appunto il problema delle teorie scientifiche applicate al campo umanistico, verranno in particolar modo affrontati a partire dalla prima metà del secolo XIX il contributo della formulazione del modello percettivo-sensoriale di Hermann von Helmholtz, le teorie della scuola tedesca di psicologia della Gestalt e gli studi della disciplina che risponde al nome di neuro estetica e che prese le mosse dall’estetica tradizionale, ma che si sviluppò dalla sinergia tra le discipline artistiche e le neuroscienze.
A seguire nella parte centrale le definizioni del concetto di illusione ottica, di figure impossibili e dei processi che concorrono alla ricezione visiva e alla valutazione di tali immagini ambigue con annesso un breve riassunto sulla storia delle illusioni percettive.
Questa parte dell’elaborato sarà focalizzata sul mondo delle immagini ambigue e cercherà analogamente attraverso significativi esempi nel mondo della storia delle arti visive, di esplorare l’utilizzo delle tecniche prospettiche e matematico-geometriche al servizio dell’inganno ottico.
L’attenzione verterà in particolare sulle illusioni percettive presenti all’interno di differenti opere pittoriche e nell’opera filmica di genere sperimentale di Man Ray e Marcel Duchamp, intitolata “Anémic Cinéma” dell’anno 1926.
Nella parte conclusiva, particolar rilievo verrà dato all’opera originale, rivoluzionaria e visionaria del grande artista olandese del XX secolo Maurits Cornelis Escher, prendendo in esame la sua produzione a partire dall’anno 1937.
A seguito dei cenni biografici, il lavoro si andrà incentrando sulle riflessioni in merito alla poetica dell’artista, a questo scopo in maniera simultanea allo studio e all’analisi delle stampe della produzione del grafico olandese, saranno trattati i temi salienti sui quali si basa tale poetica, tra le quali la resa tridimensionale delle immagini bidimensionali, il concetto di infinito e di divisione regolare del piano.
Al fine di offrire un quadro chiaro e definito non solo dell’opera “escheriana” ma, della trattazione in genere, l’indagine verrà svolta con l’ausilio di materiali cartacei tra i quali il catalogo dell’ultima mostra sull’artista attualmente in corso a Milano curata dal giornalista e critico d’arte Marco Bussagli e dal collezionista e studioso Federico Giudiceandrea.
Mi avvarrò inoltre di testi monografici, manualistici, materiali audiovisivi e riviste specialistiche di settore.
Per la medesima volontà di fornire al lettore un testo comprensibile ed esauriente, nel corso dei vari capitoli verrà annessa alla parte testuale, un corpus di immagini che risultino il più possibile esplicative e chiarificatrici dei concetti trattati.

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