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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022014-101448


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SPARAVELLI, VALENTINA
URN
etd-10022014-101448
Titolo
Servizio Civile e Volontariato, strumenti per la costruzione di una cittadinanza attiva
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof.ssa Rinaldi, Maria Donata
Parole chiave
  • servizo
  • civile
Data inizio appello
27/11/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione

Quando il desiderio di sentirsi utili diventa un'aspirazione incontenibile e quando questa si condivide con altri, avviene che le risposte ai bisogni generino vere e proprie opere, associazioni, organizzazioni di volontariato, dei tipi più vari e nei luoghi più disparati del mondo, ma avendo all’origine una simile esperienza di gratuità. E tuttavia, la gratuità non è solo al principio di un’opera ma è ciò che continuamente la genera. Guardando i volontari, ciò che continua a sorprendere non è solo ciò che fanno – soccorrere i poveri, assistere i malati, rivendicare i diritti civili, valorizzare il patrimonio culturale e artistico di un territorio, ecc. – ma l’ideale che comunicano in ciò che fanno. Non si vuol dire che sono indifferenti le azioni che compiono, ma che da queste traspare la possibilità di un bene più grande di quelle stesse azioni, tanto per chi aiuta quanto per chi è aiutato, tanto per chi difende quanto per chi è difeso. Le risposte sono inevitabilmente limitate – è un’evidenza feroce nei tempi di crisi economica e nei paesi in via di sviluppo – eppure accade che, attraverso di esse, la comunicazione di quel bene permetta a uomini, donne, ragazzi, bambini in stato di bisogno di accorgersi di qualcosa di illimitato, vale a dire del loro valore, dato dal solo fatto che ci sono. Quando una persona si accorge di essere un tale valore, pur non eliminando la fatica della vita, non c’è crisi che tenga. È per questo che, vivendo pubblicamente la gratuità, i volontari incidono profondamente nella storia, nella cultura e nello sviluppo sociale ed economico di un paese. Eppure, l’evidenza di questo fatto, vale a dire di questa incidenza del volontariato, è oggi una grande novità. Non sono certo una novità le opere – la nostra civiltà sarebbe impensabile senza le opere di gratuità che l’hanno costruita – ma lo è il fatto che a queste bisogna guardare, che queste bisogna sostenere, se si vuole, innanzitutto, accettare la sfida di un nuovo welfare e in generale non restare bloccati nei meccanismi della crisi economica.
La decadenza del tradizionale sistema di welfare è irreversibile e non riguarda solo l’Italia ma tocca anche i paesi dell’Europa che vantano gli Stati assistenziali più avanzati.
Il Terzo settore è un cantiere di idee innovative. Indica uno spazio alternativo di risposta ai bisogni e di costruzione del bene comune che si colloca tra i due ambiti tradizionali, Stato e mercato, ed anzi segna più di ogni altra realtà la rottura di quella che si è creduta essere una simmetria esatta. Ci sono numerosi esempi di un miglioramento dei servizi pubblici in realtà che non appartengono ad una delle due alternative e che hanno al loro interno una forte, se non totale, componente volontaria. Nelle realtà come quelle del volontariato in cui è forte la motivazione ideale, il servizio prestato diviene più di una semplice risposta al bisogno. Diviene l’occasione dell’instaurarsi di relazioni attente e appassionate tra le persone. Si potrebbe dire, anzi, che in questo modo i servizi prestati cominciano ad adombrare la vera risposta di cui i “destinatari” hanno bisogno. In Italia vi è una gran quantità di casi in cui servizi pubblici offerti da associazioni del Terzo settore si sono qualificati al punto da raggiungere livelli che il pubblico non ha mai conosciuto.
Lavorando gratuitamente al servizio di una organizzazione ormai da tre anni ho maturato la consapevolezza che la capacità di proposta culturale, sociale e anche politica delle associazioni è tutta racchiusa nell’esperienza di gratuità che queste vivono, nelle relazioni che sono in grado di stabilire prima al loro interno, poi con altre associazioni, con enti pubblici e privati e la cittadinanza tutta. Una consapevolezza che è il frutto dell’osservazione attenta e disincantata del territorio che ogni organizzazione serve, sostenendo il volontariato. Un territorio (il mio preso ad esempio, ma che vale per tutta l'Italia) pieno di contraddizioni ma che porta i segni, dove c’è un’esperienza di gratuità vissuta, di un cambiamento, nel senso di una rinascita di persone e di pezzi di realtà che sembravano dimenticati o perduti. Ma, se il volontariato comincia e permane con, e grazie, a delle persone.
La ricerca che presento nasce dal desiderio di scoprire l’identità del volontario, di tracciarne il profilo. Quali bisogni incontra sul territorio, a quali di essi preferisce rispondere, in che modo si organizza per farlo, quali opere realizza; ma anche quanti anni ha, se è uomo o donna, giovane, maturo o anziano, se lavora, e se il suo desiderio di vivere l’esperienza associativa dura nel tempo o decade. Il volontariato e in particolare il mondo del Servizio Civile sta cambiando, perché sono cambiate le sfide che gli vengono poste. Si è già detto della sua capacità di rispondere ai bisogni, vecchi e nuovi, in maniera sempre più qualificata. La domanda che attraversa la ricerca è se si può cambiare senza perdere la propria identità; se il volontariato può cambiare senza perdere il suo principio culturale, cioè senza perdere la dimensione gratuita dell’esperienza che genera solidarietà e se il lavoro prestato può essere l'imput giusto al cambiamento di una società in crisi, sia a livello nazionale che internazionale. Da qui, è nata per me l’esigenza di legare la riflessione sul volontariato locale ad una più ampia riflessione sulle esperienze di volontariato sia nazionali che europee. La ricerca è diventata così un percorso di scoperta di tali esperienze, da un punto di vista storico, culturale, ma anche statistico.
L'idea di questa tesi è nata quasi per caso, ADOC (Associazione Difesa e Ortientamento Consumatori) mi ha offerto la possibilità di seguire il corso da Progettista per il Servizio Civile in collaborazione con AMESCI nell'aprile scorso, pochi giorni dopo aver sostenuto gli esami del "Ciclo di Progetto" e "Legislazione del Terzo Settore". Un'esperienza che mi ha dato la possibilità di mettere in pratica quello che avevo appena studiato. Durante il corso, vedendo le persone e gli enti coinvolti mi sono meravigliata di quanto lavoro ci fosse alle spalle di un bando come quello per l'accreditamento di un Ente per il Servizio Civile. Così, unendo anche la mia esperienza da giornalista, maturata alla triennale nell'Ateneo parmense, ho voluto indagare sulle motivazioni che spingono i ragazzi al Servizio Civile, attraverso un questionario che ho distribuito a diversi volontari partecipanti a progetti già avviati nel mio territorio e ad altri che hanno scelto di prestare Servizio Civile in alternativa alla leva militare.
La tesi è dunque suddivisa in otto capitoli secondo un'analisi che parte da una visione del volontariato a livello macro (Europa nel complesso) fino a giungere ad una visione micro (un caso personale).
Nel secondo capitolo illustro il volontariato attivo a livello internazionale con particolare riferimento a quello organizzato in Europa, riportando come esempi l'esperienza dello SVE (Servizio Volontario Europeo) istituito dal Parlamento Europeo nel 2006 all'interno del Programma Gioventù in Azione; dello SCI (Servizio Civile Internazionale), un'organizzazione di volontariato fondata nel 1920 da Pierre Ceresole ed il progetto "EUROPEAN CIVIC SERVICE: A COMMON AMICUS" approvato dalla Commissione Europea e dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile italiano nel 2008 quale tentativo per la creazione di un unico modello di Servizio Civile europeo.
Nel terzo capitolo, rimanendo sempre in ambito europeo, ho messo a confronto diverse tipologie di Servizio Civile scegliendo a campione cinque nazioni quali: Armenia, Grecia, Lussemburgo,Repubblica Ceca e Svizzera. La scelta di questi Stati non è casuale: risponde all'esigenza di mostrare come le differenti storie politico-sociali di essi hanno dato origine anche a diversi approcci e metodi di interpretazione del volontariato, in particolare del concetto di Servizio Civile. Ho dunque optato per analizzare stati di antica, media e nuova appartenenza europea ed altresì uno Stato neutrale come la Svizzera che viene comunemente considerata come modello da seguire.
Nel capitolo seguente ho proseguito con un'analisi storica degli aspetti sociali, politici e culturali che hanno portato all'istituzione, nel nostro Paese, del Servizio Civile Nazionale, soffermandomi soprattutto sulle questioni legislative degli ultimi decenni.
Negli ultimi due capitoli, la tesi ha preso poi un risvolto "pratico", nel quinto paragrafo racconto l'indagine svolta fra un campione di 93 candidati ai quali ho somministrato un questionario incentrato principalmente sull'attività in svolgimento e sulle reali motivazioni che hanno portato a tale scelta; un test che mi permesso, quindi, di capire il perché si vuole fare del volontariato e quali sono i limiti, ma anche i pregi, di tale attività.
Nell'ultimo capitolo infine, ho raccontato, attraverso un'esperienza personale, l'altra faccia del volontariato, dalla parte cioè di chi si adopera ( nel caso specifico del Servizio Civile) per rendere possibile queste attività, ovvero i progettisti. Ho descritto pertanto passo passo come è avvenuta la realizzazione del progetto "RUMORE ROSA" per l'attivazione di uno sportello presso la sede nazionale dell'ADOC (Associazione Difesa e Orientamento Consumatori) rivolto alle donne vittime di violenza nel quale inserire cinque volontari che si dovranno occupare: dell'accoglienza delle vittime ed essere per loro un punto di ascolto; dei rapporti con altre realtà associative che operano nel solito contesto; contatto con le Istituzioni e partecipazione ai tavoli rotondi per la redazione di materiale informativo e la programmazione di eventi specifici.
Traendo le conclusioni, nonostante l'estrema eterogeneità riscontrata non solo in un ampio spettro come quello europeo, ma anche a livello locale (all'interno magari della stessa realtà cittadina), il filo conduttore che unisce i differenti modi di interpretare il concetto di "fare volontariato" rimane l'opportunità di sentirsi utile verso gli altri, riscoprendo i valori di solidarietà sociale, i quali i più delle volte, emergono in fase di svolgimento dell'attività stessa. E' dunque un arricchimento del proprio bagaglio culturale, un passepartout verso nuovi orizzonti che non conoscono crisi ma anzi generano un vero e proprio arricchimento personale.
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