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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10022011-150334


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
PICOI, MARIA ELENA LUCIA
URN
etd-10022011-150334
Titolo
Correlazione tra la malattia coronarica ischemica, la sua severità e le cellule progenitrici endoteliali e circolanti
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Di Stefano, Rossella
Parole chiave
  • PC
  • EPC
  • CAD
  • rischio cardiovascolare
Data inizio appello
18/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2051
Riassunto
Le cellule progenitrici endoteliali (EPC) sono coinvolte nella rigenerazione endoteliale, la neovascolarizzazione e la valutazione prognostica della malattia cardiovascolare. Possono essere identificate e valutate in colture cellulari in vitro come unità formanti colonie, o direttamente nel sangue periferico tramite la citofluorimetria a flusso. La mancanza di un protocollo standardizzato può spiegare le differenze nella quantificazione delle EPC tra i vari laboratori. Alcuni studi hanno dimostrato una relazione inversa tra EPC e severità della malattia coronarica (CAD), indipendentemente dai fattori di rischio tradizionali, utilizzando il conteggio delle colonie di EPC. Altri studi, utilizzando la citofluorimetria, hanno dimostrato che un alto numero di EPC è associato con la presenza di CAD correlando con la severità della stenosi angiografica. Anche la conta delle cellule progenitrici (PC) ha dimostrato un’elevata accuratezza nel rilevare la presenza di rischio cardiovascolare (CV). Recentemente è stato sviluppato un nuovo protocollo adattato dal protocollo standardizzato ISHAGE (International Society of Hematotherapy and Graft Engineering) per la quantificazione delle cellule ematopoietiche staminali. Lo scopo di questo studio è stato comparare sia i livelli di PC che di EPC in controlli sani, cardiopatici non ischemici e cardiopatici ischemici con differenti gradi di severità di CAD, utilizzando il nuovo protocollo ISHAGE. È stata inoltre valutata la relazione tra i livelli di PC ed EPC ed i fattori di rischio cardiovascolare.
I pazienti sono stati arruolati tra quelli afferiti alle divisioni di Cardiochirurgia del Dipartimento Cardio Toracico e Vascolare dell’Università di Pisa. In 17 controlli sani, 3 pazienti cardiopatici non ischemici sottoposti ad intervento di sostituzione valvolare o di un tratto di aorta ascendente ed in 32 pazienti ischemici con CAD (n°3 pazienti con 1 vaso affetto da coronaropatia, CAD1; n°10 pazienti con 2 vasi affetti da coronaropatia, CAD2; n°19 pazienti con 3 vasi affetti da coronaropatia, CAD3) sottoposti a bypass aorto-coronarico (CABG) sono stati testati sia i livelli di PC (CD34+) che di EPC (CD34+KDR+). Ogni paziente è stato sottoposto ad un prelievo di sangue periferico prima dell’induzione della cardioplegia. I campioni sono stati incubati con anticorpi specifici per i marcatori CD45, CD34 e KDR. È stata utilizzata la strategia sequenziale dell’ISHAGE e le cellule CD45dimCD34+ sono state quantificate per il KDR.
Le EPC sono risultate significativamente ridotte nei pazienti con CAD sia rispetto ai controlli sani (p<0.05) che ai pazienti cardiopatici non ischemici (p<0.05). Le cellule CD34+ sono risultate significativamente ridotte nei pazienti con CAD rispetto ai controlli (p<0.05) ed ai pazienti non ischemici (p<0.01). Inoltre il numero di cellule CD34+ ma non di EPC è risultato significativamente più basso nei pazienti con malattia multivasale rispetto ai pazienti senza malattia multivasale (p<0.05). Mentre i livelli di EPC sono risultati inferiori nei pazienti anziani (p<0.05), i livelli di PC sono risultati inferiori nei pazienti diabetici rispetto ai non diabetici (p<0.05).
In conclusione lo studio ha dimostrato una relazione inversa tra i livelli di cellule progenitrici circolanti e la severità di CAD, fornendo un ulteriore parametro diagnostico per la severità della patologia oltre i tradizionali fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre l’analisi delle cellule progenitrici circolanti (CD34+) sembra essere un migliore parametro nella valutazione del rischio CV rispetto alle EPC. Tale risultato può essere spiegato considerando che le cellule CD34+ circolanti nel sangue periferico sono precursori di tutte le componenti del sistema cardiovascolare, incluse cellule endoteliali, cellule muscolari lisce vascolari e cardiomiociti.
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