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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09302010-172545


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BLOKH, LYUBOV
URN
etd-09302010-172545
Titolo
Sindrome di Turner. Valutazione dello stato minerale osseo e della prevalenza di fratture in età evolutiva e giovane-adulta.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Saggese, Giuseppe
Parole chiave
  • Sindrome di Turner
  • densità minerale ossea
  • fratture
  • osteopenia
  • osteoporosi
Data inizio appello
19/10/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/10/2050
Riassunto
Premessa. La sindrome di Turner (ST) ha un'incidenza di 1:2.500 soggetti di sesso femminile nati vivi. L'alterazione genetica caratteristica della ST risiede nell'assenza totale o parziale di una copia del cromosoma X e tale difetto può riguardare tutte le cellule dell'individuo o solo una certa percentuale di esse. Storicamente, nelle pazienti con ST veniva descritta una riduzione dei valori di densità minerale ossea (BMD) misurata con tecniche bidimensionali come la densitometria a doppio raggio X (DXA). Inoltre, secondo vari studi la ST si associa ad un incremento del rischio di frattura.

Scopi dello studio. Valutare lo stato minerale osseo in un gruppo di pazienti in età evolutiva e giovane-adulta affette da ST; valutare la prevalenza di fratture; valutare l'effetto della terapia con ormone della crescita e della terapia ormonale sostitutiva sullo stato minerale osseo.

Pazienti. Sono state esaminate 25 pazienti affette da ST (età 14,6±5,9 aa, range 6,7-34,9 aa). Le pazienti sono state suddivise secondo 2 periodi di follow-up. Il primo gruppo comprendeva le pazienti (età 13,4±3,9 aa) con follow-up densitometrico fino a 21 anni di età (3,4±3,3 aa). Il secondo gruppo comprendeva le pazienti (età 24,5±4,1 aa) con follow-up densitometrico condotto dopo i 21 anni di età (4,4±3,1 aa). Questa distinzione è stata necessaria in quanto i criteri per la diagnosi di osteopenia/osteoporosi validi per il soggetto adulto (>21 anni) non sono applicabili in età evolutiva.

Metodi. Lo stato minerale osseo è stato misurato a livello delle vertebre lombari (L2-L4) e del collo femorale mediante DXA (Lunar-GE, Prodigy, Madison, WI, USA) e a livello delle falangi prossimali della mano mediante ultrasonografia quantitativa (QUS, DBM Sonic, IGEA, Carpi, Modena). Per le pazienti di età inferiore ai 21 anni i risultati sono stati comparati con i valori normativi per l'età ed il sesso ed espressi in Z-score. Per le pazienti di età superiore ai 21 anni è stato utilizzato il T-score, secondo i criteri OMS.

Risultati. All'ingresso dello studio nei soggetti <21 anni i valori di L-BMDa, F-BMDa, F-BMDv, AD-SoS e BTT risultavano significativamente ridotti. I valori di L-BMDv erano nella norma per l'età. Nei soggetti >21 anni i valori di L-BMD, F-BMD e AD-SoS risultavano significativamente ridotti.
Al termine del follow-up nei soggetti <21 anni i valori di L-BMDa e F-BMDa risultavano significativamente ridotti. I valori di L-BMDv, F-BMDv,AD-SoS e BTT non risultavano significativamente ridotti. Nei soggetti >21 anni i valori di L-BMD e F-BMD risultavano significativamente ridotti.
In entrambi i gruppi i parametri densitometrici valutati durante il follow-up non mostravano variazioni significative.
Nel periodo temporale compreso tra la nascita e la fine del follow-up densitometrico (19,9±7,5 aa; range 0-42,9 aa) 8 pazienti su 25 (32%) hanno presentato almeno una frattura, con una prevalenza di fratture per paziente di 0,6±1,0. Quattro pazienti hanno presentato 2 fratture ed una paziente ha presentato 4 fratture. La quasi totalità delle fratture (14/15) sono state riportate nel periodo di osservazione compreso tra la nascita e i 21 anni (range 1,5-17 aa). Solo una paziente del secondo gruppo (>21 aa) ha presentato una frattura (24 aa). Le sedi più frequenti di frattura erano rappresentate dal radio, dall'ulna e dal metatarso. Le fratture erano dovute ad un trauma a media-alta energia in tutte le pazienti ad eccezione di due casi nei quali le fratture erano dovute ad un minimo trauma (3/15 pari a 20% delle fratture totali).
Nei soggetti <21 aa all'ingresso dello studio sono state evidenziate correlazioni tra L-BMDa (g/cm2) e L-BMDv (g/cm3), durata della terapia con GH, durata della HRT e statura (Z-score). Inoltre, sono state evidenziate correlazioni tra F-BMDa (g/cm2) e F-BMDv (g/cm3) e tra AD-SoS (Z-score) e BTT (Z-score). Alla fine del periodo del follow-up nessun parametro densitometrico correlava con la durata della terapia con GH e con la durata della HRT.
Nei soggetti >21 anni non sono state evidenziate correlazioni tra i vari parametri densitometrici. Inoltre, i parametri densitometrici non correlavano con la durata della terapia con GH e con la durata della HRT.

Conclusioni. All'ingresso dello studio le pazienti con ST in età evolutiva presentavano valori densitometrici lombari nella norma, valori densitometrici femorali ridotti e valori di AD-SoS e BTT ridotti. Ciò conferma un difetto di mineralizzazione soprattutto a carico dell'osso corticale. La DXA sottostima la reale BMD delle pazienti con ST quindi un'adeguata correzione dei valori densitometrici per il volume osseo stimato è necessaria per una corretta valutazione dello stato minerale osseo.
La QUS potrebbe essere in grado di identificare un maggior numero di pazienti con valori densitometrici patologici rispetto alla DXA. Le misurazioni densitometriche acquisite mediante QUS riflettono, infatti, il difetto selettivo a carico dell'osso corticale caratteristico della ST. Nelle pazienti con ST appare pertanto utile una valutazione integrata della BMD mediante le due tecniche densitometriche.
Durante il follow-up i vari valori densitometrici si mantenevano stazionari.
I valori densitometrici misurati a livello lombare e femorale al termine del follow-up correlavano positivamente con i valori densitometrici all'inizio dello studio. Questo potrebbe sottolineare l'importanza di una precoce valutazione densitometrica nelle pazienti con ST per identificare i soggetti che presentano precocemente valori di BMD ridotti e per instaurare, quindi, adeguate misure di prevenzione dell'osteoporosi ed un attento follow-up densitometrico.
Le pazienti adulte con ST presentavano un ridotto stato minerale osseo, come evidenziato dalla riduzione significativa dei valori di L-BMD, F-BMD, AD-SoS e BTT. Anche durante il follow-up in età adulta i vari valori densitometrici si mantenevano stazionari.
Le pazienti con ST presentano un lieve aumento di rischio di frattura. Le sedi più frequentemente interessate sono gli arti superiori ed inferiori, dove è maggiormente rappresentato l'osso corticale. L'aumento del rischio di frattura può dipendere dalla maggior tendenza che hanno le pazienti con ST a riportare traumi da caduta in seguito a disturbi dell'equilibrio, della vista o dell'udito. La presenza di fratture avvenute in seguito ad un minimo trauma (20%) conferma l'importanza di una adeguata valutazione dello stato minerale osseo nelle pazienti con ST.
All'ingresso dello studio la durata della terapia con GH e della terapia ormonale sostitutiva correlavano con i valori densitometrici (BMDa) misurati a livello lombare, suggerendo un effetto positivo sulla densità minerale ossea. Studi controllati più ampi sono necessari per chiarire questo aspetto.
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