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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09302009-150347


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
RAMACCIOTTI, GIORGIO
URN
etd-09302009-150347
Titolo
Morte improvvisa: ruolo della defibrillazione precoce
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Cecchini, Maurizio
correlatore Prof. Carmassi, Franco
Parole chiave
  • morte improvvisa
  • defibrillatore
Data inizio appello
20/10/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2049
Riassunto
Per morte cardiaca improvvisa (Sudden Cardiac Death, SCD) si intende una morte naturale per cause cardiache, che avviene entro un’ora dall’esordio della sintomatologia acuta. E’ la causa più frequente di morte nel mondo occidentale. La definizione riunisce gli elementi chiave di “naturale”, ”rapida” e “inattesa”. Il termine improvvisa chiarisce come il momento e le circostanze della morte siano del tutto inaspettate, nonostante sia possibile documentare la presenza di una preesistente cardiopatia. L’intervallo temporale di 1 ora indica la durata dell’evento terminale, cioè il tempo intercorso tra l’insorgenza dell’alterazione fisiopatologica che porterà all’arresto cardiaco e l’insorgenza dell’arresto cardiaco stesso. La maggior parte degli eventi che esitano in arresto cardiaco sono di tipo aritmico e le aritmie responsabili sono la Fibrillazione Ventricolare (FV), la Tachicardia Ventricolare senza polso (TV), l’ Attività elettrica senza polso (PEA) e l’Asistolia. Nel caso di una FV e o di una TV senza polso l'unica terapia praticabile è la defibrillazione. La sopravvivenza di questi pazienti decresce di circa il 10% per ogni minuto trascorso dalla comparsa dell’arresto cardiaco. In passato la defibrillazione poteva essere eseguita solo attraverso la mobilitazione di un equipaggio di soccorso con medico forniti di defibrillatore manuale. La normativa vigente permettte l’utilizzo del defibrillatore automatico da parte degli equipaggi di soccorso senza medico, e sta entrando in uso la distribuzione di defibrillatori automatici sul territorio, in luoghi sia lavorativi, di svago, che in postazioni mobili come nelle auto della polizia. Scopo della presente tesi è quindi chiarire come la defibrillazione precoce possa essere ritenuta l’unica terapia valida per il trattamento dell’arresto cardiaco. A tal fine sono stati eseguiti numerosi studi per valutare l’efficacia dell’uso dei defibrillatori automatici e semiautomatici in termini di sopravvivenza, osservati nelle varie parti del mondo. L’obiettivo e’ infatti la riduzione dei tempi di intervento ai primi 3 minuti dall’ insorgenza dell’arresto, poiché e’ noto che la possibilità di rianimare il paziente risulta più elevata entro questo range temporale, con percentuali di sopravvivenza che oscillano tra il 25 ed il 74% a seconda degli studi.
E’ importante precisare come la ripresa del ritmo cardiaco, con una funzione di pompa efficace, debba avvenire entro 5 minuti dall’evento aritmico, causa dell’arresto, per prevenire non solo la morte ma anche gli inevitabili e irreversibili danni cerebrali con conseguente invalidità permanente del paziente, nel caso della riprese del ritmo dopo tale limite temporale, con enormi costi sociali.
Tali evidenze confermano pertanto l’importanza di un intervento tempestivo e identificano nella “early defibrillation” l’unico mezzo efficace per ridurre la mortalità dovuta all’arresto cardiaco, anche se eseguita da personale non medico.
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