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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09282015-202611


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ZENI, MARIKA
URN
etd-09282015-202611
Titolo
Incidenza della ventilazione protettiva nelle Unità di Terapia Intensiva dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • Low Tidal Volume Ventilation
  • Ventilazione protettiva
  • ARDS
Data inizio appello
20/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ventilazione protettiva o Low Tidal Volume Ventilation è un regime di ventilazione meccanica che consiste nel somministrare volumi tidalici ridotti (6 ml prochilo del Predicted Body Weight in pazienti affetti da ARDS e tra 6 e 8 ml prochilo del Predicted Body Wheight in pazienti che non presentano diagnosi di ARDS all'inizio della ventilaizone protettiva) e si contrappone alla ventilazione convenzionale o High Tidal Volume Ventilation che prevede l'impostazione di volumi tidalici superiori a 10 ml prochilo del Predicted Body Weight.
Lo scopo della ventilazione meccanica protettiva è quello di ridurre i danni polmonari propriamente meccanici e infiammatori, chiamati Ventilator-Induced Lung Injury, che possono culminare anche in un coinvolgimento sistemico inducendo Multi Organ Failure. Le ripercussioni negative della ventilazione meccanica sono risultate proporzionali sia alla durata della stessa, sia al volume tidalico somministrato.
Le prime evidenze di un vantaggio su molteplici fronti di questo setting ventilatorio è stato riscontrato nell'Acute Respiratory Distress Syndrome già nei decenni scorsi ma è stato ufficializzato con la pubblicazione dell'ARDSnet trial nell'anno 2000, nel quale si dimostra uno spiccato vantaggio in termini di mortalità e giorni liberi da ventilazione meccanica a 28 giorni dall'intubazione.
Sono comunque numerosi anche i dati favorevoli ad una riduzione del danno infiammatorio polmonare e sistemico nei pazienti che non presentano ARDS all'inizio della ventilazione meccanica, dimostrando come l'applicazione di questo presidio salvavita possa sì esacerbare un danno polmonare già presente ma sia in grado anche di indurlo de novo.
E' stato condotto uno studio osservazionale prospettico al fine di valutare la reale incidenza della ventilazione protettiva nelle Rianimazioni dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Sono inoltre stati studiati i fattori correlati al paziente influenzanti la scelta del volume tidalico da somministrare e la mortalità correlata ai diversi settings ventilatori.
Con questa analisi abbiamo potuto vedere come ancora troppi pazienti siano sottoposti ad una ventilazione non protettiva e i fattori correlati a questa evidenza sono risultati essere la tendenza generale dell'applicazione del volume tidalico in base all'Actual Body Weight anziché al Predicted Body Weight. E' stato inoltre messo in luce come l'essere portatore di patologia endocranica non induca alla scelta di un volume tidalico superiore rispetto ai pazienti non cranici e come non vi sia un rischio superiore di ipercapnia nei pazienti non portatori di ARDS ventilati in ventilazione protettiva rispetto agli altri.
Si conclude quindi come sia necessaria una maggiore attenzione nell'impostazione del volume tidalico in regime di ventilazione meccanica, come si necessiti di studi ampi per eliminare i bias presenti ma soprattutto di studi osservazionali che sottolineino la mancata aderenza a questa strategia nonostante le numerose evidenze. A sostegno di questo si sottolinea l'esigenza della redazione di linee guida specifiche che permettano un utilizzo più consapevole della ventilazione meccanica.
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