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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09282010-203241


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CARNICELLI, LUCA
URN
etd-09282010-203241
Titolo
Valutazione della microstruttura del pattern ipnico nel mild cognitive impairment
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Murri, Luigi
Parole chiave
  • mci
  • cycling alternating pattern
  • cap
  • macrostruttura
  • microstruttura
  • sonno
  • mild cognitive impairment
Data inizio appello
19/10/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/10/2050
Riassunto
Con “mild cognitive impairment” (MCI) si fa riferimento ad una popolazione di soggetti che presentano alterazioni cognitive, spesso di natura mnesica, non sufficientemente severe da giustificare una diagnosi di demenza, rappresentandone comunque un possibile prodromo. Numerosi studi negli ultimi anni si sono rivolti alla ricerca di biomarker che possano facilitare la diagnosi differenziale di questi quadri clinici e la valutazione prognostica della conversione in demenza. I disturbi del sonno, pur rappresentando nelle malattie neurodegenerative un problema complesso ed estremamente frequente, non hanno ancora ricevuto un'attenzione adeguata nel contesto del MCI.
Recenti osservazioni evidenziano il ruolo della microstruttura del sonno nei processi cognitivi. Il Pattern Alternante Ciclico (Cyclic Alternating Pattern, CAP) è caratterizzato da una componente lenta (nell’ambito della banda delta) caratteristica delle fasi A1 e da una componente rapida (frequenze superiori ai 6-7 Hz), che sottende le fasi A3. Le fasi A2 rappresentano un range di diverse combinazioni tra queste due componenti. Il CAP e le sue componenti lente sono state correlate alla performance cognitiva in soggetti sani e con disturbi del sonno, ma allo stato attuale non è stato valutato in soggetti con patologie neurodegenerative. Anche se il substrato anatomico del CAP non è ancora completamente chiarito, esso può essere considerato l’espressione corticale di interazioni cortico-sottocorticali.
Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare le alterazioni del sonno in un gruppo di pazienti con diagnosi di MCI, valutandone con particolare attenzione gli aspetti macro e microstrutturali, confrontandoli con una popolazione di controllo e di pazienti con demenza e correlandoli infine con la performance nei test neuropsicologici. Dodici pazienti (7F, 5M), di età compresa tra 68 e 78 anni (età media ± DS: 73 ± 4 anni), con diagnosi di MCI sono stati sottoposti a polisonnografia ambulatoriale. L’analisi della macrostruttura del sonno non ha evidenziato differenze statisticamente significative nei principali parametri nei pazienti MCI rispetto ai controlli, mentre quella microstrutturale ha mostrato un incremento delle componenti rapide ed una riduzione delle componenti lente del CAP, con correlazioni con il Mini Mental State Examination, il test delle 15 parole di Rey (memoria immediata), il test delle matrici attentive e la fluenza verbale fonemica. In accordo con precedenti dati di letteratura, in cui si evidenziava come il sonnellino pomeridiano fosse associato ad un aumentato rischio di demenza, è stata osservata nei pazienti con tale comportamento una riduzione del sonno profondo NREM e delle componenti lente del CAP.
Complessivamente i nostri risultati suggeriscono la presenza nei pazienti MCI di un aumento delle componenti rapide e di una riduzione delle componenti lente del CAP, che correlano con i test neuropsicologici, in maniera analoga a quanto osservato in studi sperimentali ed in popolazioni di bambini con disabilità mentale, sottolineando ulteriormente il ruolo del sonno profondo NREM e del CAP nei processi mnesici.
Le modificazioni del sonno evidenziate in questa popolazione di MCI, sia in termini di microstruttura che di organizzazione del ritmo sonnoveglia nelle 24 ore, potrebbero quindi, al pari di altri sintomi non cognitivi, rappresentare un marker per la diagnosi differenziale di questi quadri clinici e per la valutazione dell'evoluzione del declino cognitivo, fino all'eventuale sviluppo di demenza.
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