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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09262019-172413


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MASSARI, RICCARDO
URN
etd-09262019-172413
Titolo
La Pubblica Amministrazione tra modelli culturali e governance dei processi: il ruolo dei leader nelle transizioni e cambiamenti organizzativi.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Aiello, Antonio
Parole chiave
  • cultura organizzativa
  • pubblica amministrazione
  • psicologia del lavoro e delle organizzazioni
  • psicologia delle risorse umane
Data inizio appello
21/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/10/2089
Riassunto
Seguendo una specifica prospettiva psicologico sociale delle organizzazioni, il presente elaborato di tesi magistrale rappresenta un percorso di analisi critica su alcuni processi complessi riguardanti la Pubblica Amministrazione, avvalendosi della lettura proposta da Edgar Schein ed esaminando in priorità ruolo e influenze della cultura organizzativa nei gruppi delle organizzazioni Pubbliche. Il primo capitolo analizza e discute criticamente la pioneristica prospettiva tayloristica approdando poi alla salienza della visione promossa da Elton Mayo e agli approcci maggiormente "antropocentrici" che, focalizzati sullo studio del comportamento umano, ridefiniscono analiticamente la precedente visione “meccanicistica”. L'elaborato prosegue dedicandosi ai cosiddetti approcci morbidi verso l’organizzazione, ovvero a quelle prospettive di analisi maggiormente improntate sul comportamento umano-sociale e alla relazione soggetto/ambiente. Il secondo capitolo è incentrato sullo specifico costrutto della cultura organizzativa; partendo da una sua definizione. Il capitolo giunge poi a discutere la tripartizione proposta da E. Schein nelle sue due "manifestazioni visibili", gli artefatti e i valori, e nelle sue vesti di cultura "vera e propria": gli assunti, spesso impossibili da analizzare al primo impatto con l'esame del gruppo, devono essere posti in condizione di “emergere”. Il capitolo prosegue discutendo le differenze fra cultura e clima; i problemi causati al gruppo dalla mancanza di coerenza fra assunti e infine le domande del facilitatore, e la conseguente necessità di adottare una prospettiva di analisi qualitativa per poter approdare a una lettura della cultura nei suoi assunti di base a sostegno delle organizzazioni.
Il terzo capitolo analizza l'inadeguatezza degli interventi del Legislatore nella Pubblica Amministrazione, incentrati su uno spesso complesso e variegato sforzo nel cambio di metodologie di lavoro da burocratiche a maggiormente flessibili. Tale inadeguatezza, attraverso un approccio “culturalista", è inquadrata e discussa come opportunità mancata di cambiamento della cultura burocratica interna al Pubblico. Come risposta si propone un'interpretazione dei principali interventi attingendo agli insegnamenti di E. Schein e mostrando come il cambiamento ricercato “esternamente” sia “filtrato” dalla cultura burocratica che, incentrata verso un certo agire attraverso il quale determina azioni, idee e pensieri dell'organizzazione, influenza a sua volta l’intervento e lo allontana dal principale compito che si prefigge, ovvero il contenimento degli aspetti distorsivi burocratici che “dominano” il Sistema Pubblico. Nel capitolo viene inoltre preso in esame il ruolo fondamentale del leader nel suo potenziale ruolo di vettore e attore di cambiamenti culturali all’interno dell’organizzazione, inquadrato sia come “portatore di simboli” che come “simbolo” egli stesso, grazie alla sua posizione nel detenere risorse e possibilità di incidere sul cambiamento della cultura interna all’organizzazione. A fonte di questo quadro, tuttavia il leader si trova spesso maggiormente orientato dall'ovvietà della cultura burocratica dominate.
Il quarto, ed ultimo capitolo, tratta della coprogettazione come sistema di processo di intervento sociale che richiede un'alleanza di partnership tra Pubblico e Privato in ambito Istituzionale, operativo e gestionale; attraverso una visione “culturalista” delle due realtà e cercando di giungere a punti di convergenza fra la cultura maggiormente burocratica e quella maggiormente “flessibile” (più tipica del Privato), si giunge alla creazione di una “terza cultura”: sintesi virtuosa delle precedenti due che potenzia la portata degli interventi in termini di efficienza e efficacia, procedendo sull'analisi della gestione del conflitto, considerata la particolare situazione nella quale Enti, caratterizzati da modelli organizzativi molto distanti fra loro si trovano a cooprogettare.
L'elaborato di tesi conclude interlocutoriamente il quadro complessivo dei temi, presi in esame, proponendo alcune traiettorie di riflessione critica particolarmente salienti su argomenti e problemi in ambito Pubblico coerenti con il quadro della letteratura nazionale e internazionale in proposito esaminata
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