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Tesi etd-09262011-234121


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TIEZZI, GIACOMO
URN
etd-09262011-234121
Titolo
Vasospasmo post ESA: ruolo nel trattamento dell’infusione intra-arteriosa di Nimodipina.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Parenti, Giuliano Francesco
Parole chiave
  • neurochirurgia
  • esa
  • vasospasmo
Data inizio appello
18/10/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto

TITOLO TESI: Vasospasmo post-ESA: ruolo nel trattamento del’infusione intra-arteriosa di nimodipina.
CANDIDATO: Giacomo Tiezzi (274448)


RIASSUNTO DI TESI
INTRODUZIONE: Il Vasospasmo Cerebrale CV è la più comune causa di ischemia cerebrale dopo una emorragia subaracnoidea SAH dovuta a rottura aneurismatica. Il CV è definito come un ritardato, in ultima analisi reversibile, restringimento della arterie cerebrali. Questa condizione più frequentemente coinvolge i grandi vasi della base cranica che formano e originano dal circolo di Willis e generalmente si rende manifesta clinicamente tra la quarta e la dodicesima giornata dopo il sanguinamento. Rappresenta la più importante causa di morbilità e mortalità nei pazienti che superano le prime 72 h dall’evento acuto. La terapia classica riesce a controllare l’insorgenza di danni ischemici ed evitare la morte in circo l’85% dei pazienti, il restante 15% si dimostra refrattario alla terapia classica.
SCOPO DELLO STUDIO: valutare l’efficacia di una delle più promettenti terapie del CV per migliorare l’outcome dei pazienti refrattari alla terpaia classica.
PAZIENTI MATERIALI E METODI: nel biennio 2009-2010 sono arrivati alla nostra osservazione 74 pazienti con ESA da rottura aneurismatica. Sono stati tutti trattati secondo il protocollo della chirurgia precoce (lavaggio cisternale, intervento entro le prime 72h); nel post-operatorio i pazienti sono stati monitorizzati grazie alla tecnica del doppler transcranico TCD che permette di valutare indirettamente al letto del paziente il grado del vasospasmo a livello. Qualora hanno mostrato segni e sintomi di aggravamento del CV è stata iniziata la terapia classica. Sono stati definiti dei criteri di inclusione per effettuare la terapia con infusione intra-arteriosa di nimodipina a livello del circolo cerebrale: refrattarietà alla terapia classica, velocità media in arteria cerebrale media al TCD >180cm/s, aggravamento clinico, assenza di lesioni ischemiche stabilizzate. Sono stati inclusi 8 pazienti.
RISULTATI: l’infusione intra-arteriosa di nimodipina a livello del circolo cerebrale si è dimostrata efficace sotto tutti i punti di osservazione che sono stati considerati. Abbiamo studiato la spasmolisi dal punto di vista angiografico, velocitometrico grazie al TCD e chiaramente dal punto di visto clinico. Le velocità medie sono sempre diminuite, in media del 43,3%, dal punto di vista angiografico c’è stata una spasmolisi evidenziabile all’esame angiografico nel 86% dei casi. Non si è mai registrato un aggravamento del paziente sotto nessun punto di vista, angiografico, al TCD, clinico. Dei pazienti trattati 6 su 8 sono tornati alla stessa attività di prima del’evento acuto, quindi nella scala del Gloasgow outcome score GOS totalizzando il massimo punteggio 5. Un paziente ha riportato lievi disabilità tali non compromettere l’autosufficienza ma impedire il ritorno alla stessa attività, GOS 4; un paziente invece è stato dimesso con un GOS di 2 corrispondente allo stato vegetativo, tuttavia il paziente sopracitato oltre ad essere arrivato alla nostra osservazione gravementec compromesso allo studio angiografico mostrava un’anomalia anatomica del circolo di Willis, ipoplasia dell’arteria comunicante anteriore, quindi con un sistema fisologico di compenso del circolo cerebrale compromesso, è quindi impossibile correlare il risultato a quello ottenuto nella popolazione cerebrale.
CONCLUSIONI: sulla base dei risultati ottenuti possiamo concludere che l‘infusione intra-arteriosa di nimodipina si è dimostrata una pratica sicura, nessuna complicanza procedurale o farmacologica, è stata osservata. Visti gli ottimi risultati ottenuti, è importante il moitoraggio continuo, instaurazione tempestiva della terapia tradizionale e grazie al TCD ed allo stretto monitoraggio iniziare subito il trattamento con nimodipina per evitare l'ulteriore aggravarsi del quadro clinico. Con i dati ottenuti possiamo affermare che la terapia basata sull’infusione intra-arteriosa di nimodipina a livello del circolo cerebrale, in casi selezionati, refrattari alla terapia classica, è un’efficace terapia per il vasospasmo cerebrale in seguito ad emorragia subaracnoidea dovuta a rottura aneurismatica.
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