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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09262011-100621


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIORGI, GIULIA
URN
etd-09262011-100621
Titolo
Dal diario al blog: vecchi e nuovi story tellers. Un'analisi linguistica di "Bridget Jones's Diary" e "The Secret Diary of Adrian Mole Aged 13 3/4".
Dipartimento
LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE
Relatori
relatore Prof.ssa Bruti, Silvia
Parole chiave
  • diario
  • blog
  • ellissi
  • add-on strategy
  • repetition
  • dimensione privata
  • dimensione pubblica
  • Bridget Jones' Diary
  • The Secret Diary of Adrian Mole Aged 13 3/4
Data inizio appello
20/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2051
Riassunto

INTRODUZIONE



I never travel without my diary. One should always have something sensational to read in the train.

(Oscar Wilde, 1895, The Importance of Being Earnest, Act II)



Così diceva Oscar Wilde parlando del proprio diario in cui si può scrivere tutto ciò che ci passa per la testa, in qualunque momento e quando si va a rileggere, il cuore e la mente sono estasiati. Resoconti di esperienze individuali e soggettive, che siano orali o scritti, sono onnipresenti nella nostra società da ormai molti anni e continuano a riscuotere un grande successo.
Lo storytelling è infatti il principio basilare che organizza l’intera vita dell’essere umano perché senza storie, punti di vista diversi e modi di vedere opposti tra chi racconta e chi ascolta, non potrebbero esistere le società che si sono create nel corso dei secoli sino ad oggi. Inizialmente il passaggio avveniva in maniera orale, il vecchio del villaggio o della tribù raccontava storie, talvolta leggende, a adulti e bambini ogni giorno in modo che venissero memorizzate da questi attenti ascoltatori i quali, a loro volta, le avrebbero raccontate ai posteri. Un modo semplice e funzionale per non dimenticare la propria cultura e per mantenere vivo il passato. Oggi questo passa parola si continua a fare, ma con l’ausilio della scrittura: non c’è più il vecchietto che racconta storie, ma ci sono autori che lo fanno e ciò che scrivono rimane impresso per sempre. Gli argomenti sono molto più vari rispetto al passato dati i numerosi cambi generazionali e sociali, la produzione di un libro è un qualcosa di più sicuro rispetto alle parole trasmesse di persona in persona (scripta manent come dicevano i latini), inoltre i procedimenti per la pubblicazione di un libro posso sembrare lunghi ma una volta pubblicato e messo in commercio, rimarrà per sempre.
Questa tesi intende ripercorrere, come ci fa capire il titolo, il passaggio dal diario cartaceo al blog vale a dire come, negli anni, gli storytellers sono cambiati, come si sono evoluti e che ruolo hanno nella società contemporanea.
Nel primo capitolo tratteremo il diario come forma di scrittura facendone un breve excursus dal Medioevo ad oggi osservando le diverse tipologie e gli autori che lo hanno reso celebre come l’indimenticabile Anna Frank. Inoltre presenteremo i due diari, che verranno analizzati più approfonditamente, Bridget Jones’s Diary e The Secret Diary of Adrian Mole Aged 13 ¾ introducendo le autrici, rispettivamente Helen Fielding e Sue Townsend, e i due romanzi.
Ho scelto questi due diari perché li ho trovati molto interessanti, diversi dai soliti diari personali, freschi e piacevoli da leggere.
Nel secondo capitolo tratteremo il blog cercando di spiegare di che cosa si tratta e perché viene classificato come il diario on line che va a sostituire il cartaceo.
Osserveremo la nascita di questi primi siti personali nel Web e ne elencheremo le diverse tipologie (blog, notebook e filtri). Inoltre, elencando il nuovo linguaggio del mondo dei blog e di questi giovani autori, i bloggers, pronti a pubblicare di tutto un po’ nella rete, dimostreremo la differenza con i diari cartacei e con il giornalismo. Grazie all’indagine svolta dalla Pew Internet & American Life Project nel 2006 abbiamo recuperato molte informazioni interessanti, prima fra tutte la possibilità di avere un nickname in rete e quindi la possibilità di altalenare fra l’identità reale e quella virtuale, una grande novità rispetto ai diari personali tradizionali. In letteratura possiamo altresì trovare una buona quantità di romanzi scritti da autori e autrici che utilizzavano pseudonimi (il nickname ne è infatti una moderna evoluzione) come Mary Anne Evans, scrittrice britannica dell'epoca vittoriana nella quale le donne scrittrici non erano certamente ben viste, così utilizzò un nome maschile, George Eliot, per celare la propria reale identità ai lettori. I bloggers che utilizzano un nome fittizio tutelando la loro privacy sono comunque nettamente superiori agli scrittori tradizionali.
La quantità di blog in rete rasenta l’inverosimile quindi ho scelto di soffermarmi in maniera più dettagliati su quelli preferiti dai giovani (quindi persino da me) facendone ben quattro esempi: The Blonde Salad, The Sartorialist, Apartment Therapy e Design Therapy. Dopo averli descritti attentamente e osservato le differenze tra loro, ho pensato di concentrarmi, nel terzo capitolo, sull’analisi linguistica di Bridget Jones’s Diary e The Secret Diary of Adrian Mole Aged 13 ¾ osservando le caratteristiche dello stile diaristico delle due autrici britanniche.
Dal momento che si tratta, per entrambi, di uno stile giovane, fresco e piuttosto colloquiale, ho pensato di analizzare il fenomeno dell’ellissi poiché risulta essere quello più frequente all’interno dei due diari e comporta uno studio molto interessanti dei diversi contesti che contengono tale fenomeno. Poi ho analizzato le strategie tipiche del parlato che si ritrovano in questi romanzi come la add-on strategy o la repetition e i termini colloquiali presenti nei due romanzi dato che sono davvero numerosi. Ho pensato di fare prima un breve excursus sulla definizione di slang e sulla distinzione tra quest’ultimo, il cant, il jargon e il dialetto per poi passare ai termini utilizzati dalla Fielding e dalla Townsend. Dopo sono passata all’analisi dei riferimenti culturali poiché credo che completino le osservazioni linguistiche e aiutino a comprendere l’utilizzo di certi termini e non di altri dato che quello di Bridget Jones è ambientato negli anni Novanta mentre quello di Adrian Mole negli anni Ottanta: una delle caratteristiche dello slang è infatti la restrizione temporale in quanto cambia nel tempo e certi termini sono limitati ad una generazione piuttosto che a quella successiva.
Infine, l’ultimo capitolo, il quarto, tratta dei confronti tra i due diari ed anche tra il diario il blog. Innanzitutto ho pensato di elencare le differenze tra i documenti cartacei personali e quelli mediati dalla rete poiché, oltre al diario, si possono osservare le lettere, le autobiografie e così via. Poi ho confrontato i due diari che abbiamo scelto per l’analisi in quanto, pur essendo simili in stile, struttura e tono, presentano alcune differenze importanti da notare. Dopo ho raffrontato, nello specifico, il diario personale tradizionale con il blog (diario in rete). Per ultimo ho deciso di comparare il diario della Fielding e quello della Townsend con i blog personali, in particolare facendone una comparazione con uno di quelli citati in precedenza e preferiti dai giovani, vale a dire con il blog di Chiara Ferragni, The Blonde Salad.

La scrittura del sé, cartacea o mediata dal computer, è il genere letterario più affascinante e interessante che esista.
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