Tesi etd-09252013-215249 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
PICCIRILLI, ANGELA
URN
etd-09252013-215249
Titolo
Trattamento neuromodulatorio della vescica iperattiva con stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Selli, Cesare
correlatore Dott.ssa Pistolesi, Donatella
correlatore Dott.ssa Pistolesi, Donatella
Parole chiave
- neuromodulazione
- stimolazione percutanea del nervo tibiale posterio
- vescica iperattiva
Data inizio appello
15/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
Il termine vescica iperattiva (overactive bladder o OAB) è stato coniato dalla I.C.S. (International Continence Society) nel 2002 per indicare un complesso sindromico caratterizzato da urgenza minzionale, in genere associata a frequenza diurna e nicturia, con o senza incontinenza urinaria da urgenza ed in assenza di infezioni delle basse vie urinarie e di altre patologie evidenti; può inoltre essere presente un’iperattività detrusoriale urodinamicamente dimostrabile.
La sindrome da vescica iperattiva si manifesta in entrambi i sessi a tutte le età. Lavori recenti stimano una prevalenza mondiale pari al 10.7% e sottolineano il considerevole impatto sulla qualità della vita e i costi economici correlati.
La diagnosi, originariamente urodinamica, è oggi prevalentemente clinica, sia per la scarsa sensibilità diagnostica della cistometria, sia per l’incertezza delle ipotesi patogenetiche proposte.
Il trattamento iniziale dei pazienti affetti da sindrome della vescica iperattiva comprende la terapia comportamentale, la riabilitazione del pavimento pelvico e la farmacoterapia basata prevalentemente sull’impiego degli anticolinergici. Purtroppo, questi farmaci sono ben lungi dall’essere in grado di controllare completamente i sintomi della OAB; la qualità della vita viene spesso migliorata in maniera modesta e gli effetti collaterali compromettono significativamente la compliance al trattamento. Recentemente, opzioni quali l’iniezione intradetrusoriale transuretrale della tossina botulinica, la neuromodulazione sacrale e la stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore (PTNS) sono entrate nella pratica clinica come seconda linea di trattamento, permettendo di riservare il trattamento chirurgico a una strettissima percentuale di pazienti. Tra queste alternative, la stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore si sta affermando come procedura sicura ed efficace nella gestione delle forme di vescica iperattiva refrattarie alla terapia farmacologica.
Su queste premesse si basa l’obiettivo del presente studio: valutare l’efficacia della PTNS in 18 pazienti di sesso femminile con urgenza e frequenza minzionale, nicturia e incontinenza da urgenza. Lo studio è stato limitato ai casi di vescica iperattiva idiopatica e con iperattività detrusoriale urodinamicamente dimostrata. Previa valutazione anamnestica, indagini laboratoristiche (analisi delle urine, citologia urinaria, urinocoltura), cistoscopia, esame urodinamico, ecografia transperineale, abbiamo sottoposto le pazienti a un ciclo di PTNS comprendente 12 sedute, a cadenza settimanale, rispettando la tecnica e i parametri suggeriti da Stoller, ideatore della procedura. Le pazienti sono state valutate, dopo le prime sei sedute e al termine del trattamento, tramite diario minzionale, scala VAS, questionari per la qualità di vita (I-QoL-SF, OAB-q) ed ecografia transperineale, validata dalle linee guida per lo studio dello spessore del muscolo detrusore.
Dopo 12 settimane di trattamento il tasso di successo terapeutico è stato del 70%. Dai nostri dati è emerso un netto miglioramento in termini di sintomatologia con riduzione soprattutto degli episodi di nicturia (p < 0.01) e della percezione soggettiva dei sintomi, con un soddisfacente aumento della qualità di vita delle pazienti a partire dalla sesta settimana. Lo spessore del detrusore non ha, invece, mostrato modifiche significative.
I risultati della nostra esperienza, in linea con i dati presenti in letteratura, confermano la validità della PTNS come alternativa alla farmacoterapia nel trattamento di pazienti con vescica iperattiva idiopatica e ne sottolineano la tollerabilità, la minima invasività e l’assenza di complicanze di rilievo
Il termine vescica iperattiva (overactive bladder o OAB) è stato coniato dalla I.C.S. (International Continence Society) nel 2002 per indicare un complesso sindromico caratterizzato da urgenza minzionale, in genere associata a frequenza diurna e nicturia, con o senza incontinenza urinaria da urgenza ed in assenza di infezioni delle basse vie urinarie e di altre patologie evidenti; può inoltre essere presente un’iperattività detrusoriale urodinamicamente dimostrabile.
La sindrome da vescica iperattiva si manifesta in entrambi i sessi a tutte le età. Lavori recenti stimano una prevalenza mondiale pari al 10.7% e sottolineano il considerevole impatto sulla qualità della vita e i costi economici correlati.
La diagnosi, originariamente urodinamica, è oggi prevalentemente clinica, sia per la scarsa sensibilità diagnostica della cistometria, sia per l’incertezza delle ipotesi patogenetiche proposte.
Il trattamento iniziale dei pazienti affetti da sindrome della vescica iperattiva comprende la terapia comportamentale, la riabilitazione del pavimento pelvico e la farmacoterapia basata prevalentemente sull’impiego degli anticolinergici. Purtroppo, questi farmaci sono ben lungi dall’essere in grado di controllare completamente i sintomi della OAB; la qualità della vita viene spesso migliorata in maniera modesta e gli effetti collaterali compromettono significativamente la compliance al trattamento. Recentemente, opzioni quali l’iniezione intradetrusoriale transuretrale della tossina botulinica, la neuromodulazione sacrale e la stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore (PTNS) sono entrate nella pratica clinica come seconda linea di trattamento, permettendo di riservare il trattamento chirurgico a una strettissima percentuale di pazienti. Tra queste alternative, la stimolazione percutanea del nervo tibiale posteriore si sta affermando come procedura sicura ed efficace nella gestione delle forme di vescica iperattiva refrattarie alla terapia farmacologica.
Su queste premesse si basa l’obiettivo del presente studio: valutare l’efficacia della PTNS in 18 pazienti di sesso femminile con urgenza e frequenza minzionale, nicturia e incontinenza da urgenza. Lo studio è stato limitato ai casi di vescica iperattiva idiopatica e con iperattività detrusoriale urodinamicamente dimostrata. Previa valutazione anamnestica, indagini laboratoristiche (analisi delle urine, citologia urinaria, urinocoltura), cistoscopia, esame urodinamico, ecografia transperineale, abbiamo sottoposto le pazienti a un ciclo di PTNS comprendente 12 sedute, a cadenza settimanale, rispettando la tecnica e i parametri suggeriti da Stoller, ideatore della procedura. Le pazienti sono state valutate, dopo le prime sei sedute e al termine del trattamento, tramite diario minzionale, scala VAS, questionari per la qualità di vita (I-QoL-SF, OAB-q) ed ecografia transperineale, validata dalle linee guida per lo studio dello spessore del muscolo detrusore.
Dopo 12 settimane di trattamento il tasso di successo terapeutico è stato del 70%. Dai nostri dati è emerso un netto miglioramento in termini di sintomatologia con riduzione soprattutto degli episodi di nicturia (p < 0.01) e della percezione soggettiva dei sintomi, con un soddisfacente aumento della qualità di vita delle pazienti a partire dalla sesta settimana. Lo spessore del detrusore non ha, invece, mostrato modifiche significative.
I risultati della nostra esperienza, in linea con i dati presenti in letteratura, confermano la validità della PTNS come alternativa alla farmacoterapia nel trattamento di pazienti con vescica iperattiva idiopatica e ne sottolineano la tollerabilità, la minima invasività e l’assenza di complicanze di rilievo
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