• datore di lavoro
• lavoratore

La questione della rilevanza della condotta del lavoratore nel’accertamento della responsabilità per l’infortunio occorso al medesimo nello svolgimento dell’attività lavorativa ha visto nei decenni un progressivo sviluppo dal D. Lgs. n. 626/1994 incentrato sulla figura del datore di lavoro e ritenuto (iperprotettivo) in quanto, il datore di lavoro aveva l’obbligo di proteggere il lavoratore da tutti i danni che potevano derivargli nel corso dello svolgimento dell’attività lavorativa, tale obbligo era basato sul’art 2087 c.c., il quale dispone che è obbligo dell’ imprenditore adottare “le misure che secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, necessarie a tutelare l’integrità fisica”. Il legislatore per equilibrare tale situazione ha elaborato e adottato il D.Lgs. n. 81/2008, che ha avuto il compito, di far si che il lavoratore diventasse partecipe al’attuazione della normativa. Infatti si è passati da un modello “iperprotettivo” a un modello “collaborativo” , questo ha fatto si che la questione della condotta del lavoratore è diventata, lentamente, il fulcro delle decisioni in materia di infortuni sul lavoro e si sono sviluppate diverse correnti giurisprudenziali che hanno, certamente, risentito dell’evoluzione normativa.
Di fatto, una parte della giurisprudenza, ha individuato cause esimenti la responsabilità del datore di lavoro per infortuni occorsi al lavoratore nello svolgimento dell’attività lavorativa.